Now that you know

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§

"Cosa dovevate dirmi, consigliere?"

Jisung non ottene risposta, perché nella tenda non lo trovò.

Vide solo un ragazzo sfinito, ricoperto di sangue, a cui erano state medicate le ferite.

Al suo fianco un rotolo con lo stemma imperiale

...

Minho scappò via, lasciando Jisung tremendamente in imbarazzo sotto gli occhi dei tre.

<<Jis, tutto ok?>>

<<Direi di no, Chan... Voi due, dite qualcosa a qualcuno e non vi darò pace, potete starne certi>> disse cercando di mantenere la sua compostezza anche in quella situazione così spinosa.

<<Capitano... non me ne frega un cazzo se vuole farsi Lee... ma almeno lo tratti bene>> le parole di Hyunjin gli suonarono strane, inaspettate.

<<Da quando sei tu a dare ordini, Hwang?>>

<<Da quando Lee è diventato un mio amico- conoscente... insomma, se gli torce solo un capello gliene farò pentire>>
Disse Hyunjin guardandolo in cagnesco, con gli occhi che sembravano volerlo mandare a fuoco, per poi girarsi e dargli le spalle, sprezzante.
Si era reso conto di star parlando ad un capitano? Sapeva della sua lieve insubordinazione, ma questa non lo era: era pura stranezza.

<<Non accadrà, Hwang... e fatti cinque giri di corsa>>

Nonostante fosse curioso di sapere perché di punto in bianco a Hwang interessasse così tanto di Minho e volesse gustarsi il volto esasperato del ragazzo per i giri di campo inpostigli, Jisung si diresse verso la sua tenda, per parlare col consigliere: era sicuro fosse successo qualcosa, soprattutto dopo aver visto quel messaggero.

Poteva immaginare, ma infondo sperava di sbagliare con le sue supposizioni; avrebbe di gran lunga preferito sbagliare, ma sfortunatamente il suo intuito spesso e volentieri aveva ragione.

<<Capitano Han, prego>>

<<Cosa dovete dirmi?>>

<<é arrivato stamattina un messaggero. Siamo chiamati a combattere il prima possibile. Oggi prepareremo le vettovaglie e poi ci dirigeremo al fronte>>

Jisung sussultò al sentire la notizia, dei sudori freddi si impossessarono di lui. Fa che non sia successo nulla...

<<Cosa hanno scritto nel messaggio?>>

<<La situazione è critica: pare che quello squinternato del figlio dell'imperatore avesse ragione...>>

<<Quel ragazzo che aveva detto che il piano non avrebbe funzionato?>>

<<Lui, si. Fortunatamente non l'ho mai visto, ma assistere alla sua punizione sarebbe stato divertente>> disse ridendo l'uomo, con un fare di superiorità che infastidì abbastanza Jisung.

<<Ora che ci penso, come si chiama?>>

<<Non ne ho la minima idea, solo i generali lo sapevano. Ma direi che non importa ora.>>

<<Già, non importa ora...>>

Jisung aveva sentito parlare di quel ragazzo dagli altri generali e da suo padre; non lo chiamavano mai per nome, ma "il figlio di Lee", con un carico di disprezzo che non comprendeva: anche lui lo aveva deriso tra sé e sé, perché come si fa ad essere così ingenui? Pensare di poter salvare il mondo dall' interno di una stanza lussuosa, in un palazzo lussuoso, senza un minimo di addestramento? Pensare di poter diventare un supereroe dal nulla per rendere il mondo migliore col potere di una veste estremamente rinomata in seta? Se questa non era ingenuità non sapeva cosa potesse essere.
Ma lui non lo aveva mai disprezzato a differenza loro, perché in fondo era solo un ragazzo, con la sua stessa età, ma che a differenza sua non conosceva il mondo per come funzionava. Tutto perché era stato chiuso in una teca di vetro per tutto quel tempo.
Disprezzarlo non aveva senso, ma ripensando all' ingenuità che lo aveva reso così celebre tra i generali, non poteva non farsi scappare una risata: perché era questo che pensava di lui. Faceva ridere: era ingenuo e nient'altro.

In amore e in guerra-- MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora