At the palace (pt.1)

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<<Come diavolo è possibile che riesci sempre a convincermi a fare certe stronzate?!>>

<<Jeongin, fossi in te non farei troppo casino, ci farai sgamare!>>

<<Tutti e due, fate silenzio o vi ficco questa spada in gola!>>

Le conversazione sussurrata-urlata finì nell'arco di pochi secondi, lasciando Jeongin e Hyunjin più preoccupati per la loro incolumità che per il pessimo e decisamente umiliante piano messo su da Minho e dal generale Min.

Non ne erano stati affatto entusiasti e anzi, Hyunjin iniziava a chiedersi perché non avesse continuato ad odiare Minho, mentre il ragazzo volpe rimpiangeva di avergli salvato la vita in quella terribile battaglia di poche ore prima. L'unico effettivamente soddisfatto del tutto era il generale Min, che era l'unico a non sentirsi totalmente un imbecille in mezzo a quei quattro.

Quanto a Minho, i due ragazzi non riuscivano ancora a comprendere come gli fosse venuta in mente un'idea tanto stramba e contorta. Non farsi riconoscere era l'obbiettivo che aveva dato inizio a quello strampalato piano, ma non era forse eccessivo arrivare a questo?

D'altra parte il principe non si era preoccupato particolarmente di quello che i due avrebbero potuto pensare riguardo questo stratagemma un po' sopra le righe perché sapeva avrebbe funzionato. Inizialmente aveva paura che ci avrebbero messo troppo tempo a preparare il tutto e che non sarebbero arrivati in tempo visto che doveva fare tutto da solo...

Ma una volta iniziati i preparativi si era sentito stranamente calmo e nell'arco di poco tempo era tutto pronto. 

Forse la parte più difficile di tutte sarebbe stata trovare i giusti vestiti se non fosse che avevano fortunatamente trovato una bancarella lungo la strada che ne vendeva per celebrare la vittoria in quel girono di festa; fortunatamente per loro il venditore non si fece troppe domande, si limitò a storcere il naso con fare dubbioso per poi intascare i suoi adorati quattrini.

Mentre avanzavano scortati dal capitano Min per i vicoli della città si sentivano tremendamente osservati, ma sapevano benissimo quale fosse il motivo e fortunatamente non era per via dei loro cosiddetti "crimini". 

L'avere un capitano dell'esercito a scortarli era stato un colpo di grazia che aveva rassicurato Jeongin e Hyunjin riguardo la loro incolumità, facendoli sospirare di sollievo tutte le volte che passavano in dei vicoli particolarmente malfamati e bui con fioche e inquietanti luci posizionate in pochissimi punti, quasi del tutto isolati se non per delle persone decisamente poco fidate accampate sugli usci delle abitazioni, che li squadravano sistematicamente dalla testa ai piedi per poi lasciarsi sfuggire dei ghigni maligni o delle gomitate tra loro e gesti decisamente poco eleganti e volgari che alludevano alle "bellezze" che camminavano davanti a loro.

In uno di quei vicoli avevano per poco sventato un'aggressione: uno di quei loschi figuri aveva colto Hyunjin alle spalle cercando di trascinarlo via con se; il ragazzo, terrorizzato, di tutta risposta, gli aveva rifilato una gomitata allo stomaco per poi allontanarsi e lasciare che Minho e il capitano Min lo finissero con due ganci destri ben assestati e dati in contemporanea.

<<Dovevamo davvero vestirci da donne per infiltrarci?>> sussurrò Hyunjin abbastanza irrequieto mentre riprendevano a camminare.

<<Somigliamo più a delle signorine della strada con il loro aguzzino ad essere sinceri, ma mi piace il trucco che ci ha fatto Minho quindi sorvolerò su questo particolare>> puntualizzò Jeongin dando una sentita pacca sulla spalla a Hyunjin, che sperava solo di non incontrare altri estranei fino al palazzo.

In amore e in guerra-- MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora