1.15 - Nuove amicizie

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Guardo il cespuglio di foglie che era Tannel, continuo a pensare che fosse la cosa più sexy su cui avessi posato lo sguardo. Mi sarei dato alla fotosintesi per lei.

"Kalvin, vieni qui, presto!"

"Quante pretese per una che mi ha appena azzoppato."

"Ti avevo dato una scelta, se non ricordo male."

Rido, con profonda ironia, "io avevo scelto di farmi Tannel, ma a quanto pare non mi è andata bene nemmeno in quel caso."

Dreida mi guarda, senza un velo di rammarico, "l'androide vuole parlarti, razza di cretino".

Mi avvicino a lei trascinando la gamba, l'androide è steso lì accanto, Curick gli regge la testa con una delicatezza che mi lascia spiazzato. L'uomo di metallo ha un ramo conficcato nel petto, dai bordi della lesione escono scintille e guizzi di un liquido azzurro.

"Kalvin, ho il permesso di comunicare queste informazioni solo a un umano."

"Allora fortuna che te n'è rimasto uno, spara."

L'androide mi guarda incerto, forse è solo la sua espressione sofferente, oppure inizia a farsi un'idea sbagliata su di me. Ho visto quell'espressione in faccia a troppa gente per illudermi su quale delle due opzioni sia la più valida.

"Gli umani mi hanno inviato a tutte le basi Exagon delle coordinate."

Aspetta, aspetta, aspetta. "Coordinate per cosa?"

"Per raggiungere il luogo sicuro."

Mi inginocchio a terra emettendo un verso di dolore poco elegante, poi sfilo dalla tasca della tuta il palmare di navigazione della navetta, un gioiellino che mi permette di governarla a distanza, ma anche di accedere alle mappe di navigazione. Lo mostro all'androide, "puoi digitare qui le coordinate?" Lui fa un cenno di assenso. Prende il palmare e ci traffica per una frazione di secondo, le sue dita si sono mosse sullo schermo a una velocità portentosa. Quell'androide è un aggeggio niente male, peccato per il buco che ha sul petto. 

Quando mi restituisce il dispositivo lo osservo con attenzione, le coordinate inserite conducono a un quadrante di una zona sperduta della galassia d'origine, la Via Lattea.

"Sai cos'è successo al luogo sicuro?"

"No, so solo che tutti i civili dovevano dirigersi lì."

"Cos'è l'Exagon, non l'ho mai sentito."

"La divisione scientifica della Confederazione."

Qui serve un piccolo ripasso di storia. Prima che la guerra spazzasse via l'umanità, la Terra era formata da governi che si erano uniti in un'unica coalizione, sotto il nome di Confederazione della Terra Unita. Colonizzò tutti i pianeti abitabili della Via Lattea, fondando un vero e proprio impero galattico, capace di mettere sottosopra l'intero cosmo, o almeno dominare sulle galassie più vicine. I coloni delle fasce più esterne della Confederazione seguirono lo spirito di da quell'iniziativa e fondarono la Lega Coloniale, in breve tempo chiesero l'indipendenza dalla Terra, ma ovviamente la confederazione non era d'accordo. Fu così che poco alla volta l'umanità finì sull'orlo del baratro.

"C'è speranza che gli umani siano sopravvissuti?"

L'androide scuote la testa, deglutisce, "non lo so. So che in tutte le basi top secret come questa sarebbero dovuti arrivare dei soccorsi".

"Qualcosa mi dice che gli umani hanno acceso il radiofaro appositamente, ma che alla fine non sia mai arrivato nessuno e quando Tannel è riuscita a liberarsi ha ucciso poco alla volta tutti gli umani rimasti. Che dici, ho indovinato?"

"Probabile. Io ero in stasi già da molto tempo, gli umani volevano assicurarsi che nessuno hackerasse i miei sistemi e..."

"E li uccidessi tutti, è chiaro. È stata una guerra sporca. L'ultima grande guerra da quando gli umani hanno messo piede nell'universo."

"C'è quasi da stare allegri che siano finiti dieci metri sotto terra" commenta Dreida con poco tatto e ancor meno precisione didascalica.

"Ti sbagli, Dreida" sottolineo agitando il palmare. "Potrebbero esistere ancora, nascosti da qualche parte qui, nella Via Lattea."

"Oh no, no, no, no!"

"E invece, sì, sì, sì, sì!"

"Flip non accetterà mai, ma che dico la corporazione non accetterà mai! Un viaggio nella Via Lattea è un suicidio, è un cimitero frequentato solo da pirati e contrabbandieri."

Sorrido, un sorriso schietto che lascia trasparire tutto il mio sdegno per il pericolo, "sai cosa dobbiamo fare adesso?"

Dreida si passa una mano sul volto, "proccurarci un nuovo pilota così da poterti lasciare qui?"

Mi rimetto in piedi, zoppico un po' per recuperare la stazione eretta, poi infilo il palmare di nuovo nella tasca dei pantaloni, "non dire assurdità, dove troveresti un pilota come me che ti faccia la corte? Siamo praticamente in mezzo al nulla. No, ora Curick spezzerà questo grosso ramo e ci portiamo il robot sulla Flyer. Scommetto che se m'impegno riesco a trovarlo un modo per aggiustarlo." 

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