1.6 - Attesa Attesa Attesa

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Sono riuscito a convincere Flip ad approfondire la mia teoria. Ne è entusiasta. Credo che le parole esatte siano state "se basta a toglierti dalle palle allora sì, fai quello che vuoi".

D'accordo, va bene, sarò onesto, l'idea dell'equipaggio è che mi sto facendo suggestionare da qualche sfarfallio nei rilevamenti per giustificare il fatto che non so aggiustare il motore. Per loro sarebbe più semplice bypassare i sistemi di controllo centrali e cercare di attivare l'accelerazione superluminale direttamente "a mano". Sembra ridicolmente semplicistico, una tattica da età della pietra, ma in effetti si può fare, con l'unico effetto negativo di uccidere chiunque sia vicino al motore al momento dell'accensione. A causa dei danni dovuti allo scontro la fuoriuscita di radiazioni dal nucleo sarebbe tale da friggere persino Dreida, e lei è fatta di plasma. È stato questo dettaglio che li ha convinti a mettere da parte lo scetticismo riguardo la mia teoria.

Tra l'altro, se ho ragione io e cioè che una specie di faro ci tiene agganciati a questo quadrante della galassia, non riusciremmo in ogni caso ad attivare il motore. Dobbiamo solo capire dove si trova per disattivarlo, per questo mi servono le inquietanti antenne di Curick.

"Le frequenze captabili ora sono al 98%. Consumo d'energia del 70%" un bel risultato per il nostro sistema di rilevamento, un gioiellino che chiamo rilevatore neuropatico, lo stesso che ci ha permesso d'identificare il campo magnetico giusto qualche ora prima. Ovviamente per ottenere prestazioni così elevate il consumo di energia del sistema è enorme. Per questo le luci sono al minimo, non solo per creare atmosfera. 

Escluso il supporto vitale tutte le funzioni superflue sono state spente. Non funziona nemmeno il sistema di comunicazione, recentemente connesso a parabole di trasmissione che Flip ha lanciato nello spazio per inviare la nostra richiesta di soccorso nel più ampio raggio possibile, nel caso qualche nave capiti da queste parti e decida di avere buon cuore (ovviamente è una pia illusione, non ci viene anima viva da queste parti). 

La loro disattivazione non gli ha fatto piacere, continua a pensare che trovare aiuto sia l'unica soluzione. Non c'è da sorprendersi, lui viene da un pianeta in cui i pesci sono connessi tra di loro, hanno fatto fuori i predatori naturali con una strategia da banco e ora vivono in civiltà-stato interamente codipendenti. Flip cerca aiuto per definizione. 

Adesso che ci penso deve sentirsi parecchio solo lontano dalla connessione con i suoi simili.

Diamine. Odio empatizzare. 

Flip deve piantarla di fare il sentimentale, perché non verrà proprio nessuno a salvarci. Dobbiamo solo aspettare che Curick dica una parola: trovato! e quest'incubo avrà fine. Ma soprattutto non sarò più quello che non sa aggiustare il motore, quanto piuttosto il genio che ha dedotto l'esistenza di una tecnologia sconosciuta in un sistema di stelle disabitato.

Per questo guardo Curick con trasporto. Le luci soffuse fanno da sfondo al nostro momento romantico, non ne abbiamo mai avuti di questo genere, per fortuna è troppo concentrato per badare a me. 

In plancia arriva Flip. Si siede sulla sua poltrona, al posto di comando. Non dice niente. Aspetta anche lui. Non c'è altro da fare. 

Il suo respiro gorgogliante nel silenzio m'infastidisce.

"Devi farlo per forza?" 

"Cosa?"

"Respirare."

"Strano, mi chiedevo la stessa cosa di te, da quando ti conosco."

Arriva anche Dreida. Si siede accanto a me. Mi passa una coperta. Vi ho detto che abbiamo dovuto dimezzare l'energia del sistema di riscaldamento? Il problema è che sono praticamente l'unico che sente il freddo. Un lato negativo dell'essere un animale a sangue caldo. Farei una battuta al riguardo, ma ho paura d'infrangere la concentrazione di Curick, dalle sue deliziose antenne dipendono troppe cose. Così aspettiamo, tutti, in silenzio.

Aspettiamo.

Aspettiamo.

Forse dorme.

Mi avvicino, "Curick?".

"Sta' zitto, Kal!", Flip è una bolla di tensione. I riflessi rossi sul suo corpo squamoso sono ancora più brillanti alla luce soffusa della nave. È un fascio di nervi. Cosa che renderà la sua carne molto più dura quando finiranno le scorte di cibo e lo cuocerò a fuoco lento, non va per niente bene.

"Cosa speri di trovare esattamente?", Dreida parla a bassa voce e mi chiedo perché mai Flip non zittisca anche lei. Per protesta non rispondo.

Il capitano gorgoglia isterico, "dannazione, d'accordo, parla!" Musica per le mie orecchie.

"Cerco il segnale di una qualsiasi tecnologia, quella che ci tiene bloccati qui, possibilmente."

"Quindi stiamo cercando una pagliuzza nell'oceano, facile!"

"Flip?"

"Che vuoi, Kal?"

"Sta' zitto."

Dolce vendetta.

Passano altri sessantaquattro minuti, tempo sufficiente perché persino Flip finisca per ammorbidirsi e alla fine annoiarsi. Ma credo che stia aspettando il momento in cui potrà dirmi che le mie teorie erano solo un mucchio di idiozie. Forse cercherà di contenere la soddisfazione visto che dovrà mandarmi a morire per accendere il motore.

Curick improvvisamente si muove.

Un cambiamento talmente stravolgente che fa scattare tutti sull'attenti. Ci precipitiamo verso di lui, gli ultimi passi li facciamo con estrema attenzione per non disturbare la sua concentrazione.

Lo vedo selezionare una frequenza sottilissima, la espande il più possibile e anche così la linea che la segnala si muove appena, tanto da sembrare solo una distorsione del proiettore. Collega quella piccola distorsione al sistema sonoro, non è che un ronzio.

"Viene dalla terza luna della nana blu" la indica sulla mappa stellare, "l'ho chiamata Gorcon, ultima speranza".

Nessuno dice niente. Sinceramente nemmeno io riesco a crederci che l'abbia chiamato Gorcon.

"Sicuro che non sia solo un'interferenza?", Flip probabilmente ancora non riesce ad abbandonare la speranza di mandarmi a morire.

"Sono sicuro, è un faro."

Oh sì, sono proprio un genio.

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