15-Eira

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Mi sveglio con un rumore insistente al campanello di casa. Un sonno interrotto e una sensazione di confusione mi avvolgono mentre mi alzo, strofinandomi gli occhi. «Neanche il tempo di 'trasferirmi' è già suonano,» mormoro tra me e me, il tono infastidito ma ancora assonnato.

Mi dirigo verso la porta con passi incerti, cercando di mettere a fuoco la realtà intorno a me. All'occhiello vedo il volto familiare di mia madre. Sospetto che sia lei, ma non posso credere ai miei occhi. Apro la porta con un gesto deciso, e la mia sorpresa aumenta quando vedo anche mio fratello Liam, che si fa da parte per permettere a mia madre di entrare.

«Mamma. Non ci posso credere,» esclamo, l'emozione e lo stupore chiaramente percepibili nella mia voce. «Cosa ci fate qui?»

Mia madre mi abbraccia calorosamente, il suo abbraccio avvolgente e rassicurante. «Ne io, né tuo padre, né tuo fratello Liam pensavamo che tu avresti deciso di stare qui,» dice con un sorriso affettuoso. «Quindi abbiamo deciso di venire a vedere con i nostri occhi. E poi, beh, ci mancavi.»

Mio fratello Liam mi raggiunge per un abbraccio, e sento un senso di calore e affetto che mi avvolge. «Non eravamo pronti a questo. Quel tuo 'mamma, starò fuori solo un anno' si è trasformato in 'mamma ho trovato una casa. Voglio stare qui,'» dice con una risata. «Ma è bello vederti così felice e determinata. »

«Papà?» chiedo, notando la sua assenza e sentendo un leggero brivido di preoccupazione. Mi volto per cercare di vederlo.

«Sta cercando un parcheggio,» spiega mia madre, facendo un gesto con la mano verso l'esterno. «Abbiamo affittato una macchina e voleva sistemare tutto al meglio. Non volevo perdermi il tuo nuovo inizio. Quindi eccoci qui.»

Osservo mia madre entrare in casa, portando con sé un certo disordine che contrasta con l'ordine meticoloso che avevo cercato di mantenere. La casa è ancora in fase di sistemazione, e l'arrivo inaspettato dei miei familiari la riempie di un'energia diversa, una miscela di caos e calore familiare.

«Beh, sì, qua è un po' confusionario,» ammetto con una risata nervosa, cercando di nascondere la mia sorpresa. «Ma sono felice di vedervi. Prego, entrate. Non avevo previsto una visita, ma sono contenta che siate qui.»

La mia risata nervosa riempie la stanza mentre cerco di nascondere la mia sorpresa e disordine, e invito i miei familiari a entrare.

Poco dopo Sento il campanello suonare nuovamente. Mia madre si volta verso di me con un sorriso. «Deve essere tuo padre,» dice, un po' entusiasta, come se il suo arrivo fosse la ciliegina sulla torta.

Mi avvicino alla porta e, con un sospiro di rassegnazione, la apro. Il mio cuore compie un balzo quando vedo mio padre in piedi davanti a me. Ma non è solo. Accanto a lui c'è Pol, che mi fa un sorriso imbarazzato mentre regge un mazzo di fiori. In un attimo, il mio volto si fa paonazzo e inizio a sudare freddo.

Papà tiene un grande mazzo di girasoli, i fiori luminosi e allegri che sembrano in netto contrasto con la mia crescente agitazione. «Sono felicissimo, amore di papà,» dice con tono affettuoso e un po' esagerato, un appellativo che mi fa arrossire ancor di più. Il suo entusiasmo è sincero, ma il suo uso di 'amore di papà' in questa situazione aumenta il mio imbarazzo.

Pol, al suo fianco, tiene un mazzo di rose. Le sue parole escono in modo incerto mentre cerca di mantenere la calma. «Per farmi... scusare volevo portarti questi,» dice, la sua voce traballante e il volto leggermente arrossato. Sembra a disagio, e il suo imbarazzo è quasi palpabile.

Non posso fare a meno di ridere di fronte alla situazione surreale che si è venuta a creare. «Entrate.» dico, cercando di allontanare il mio imbarazzo e mantenere un tono cordiale. «Vi prego, mettetevi comodi. Non avevo previsto un'accoglienza così... affollata.»

Tra fuochi e focusDove le storie prendono vita. Scoprilo ora