20-Eira

11 2 0
                                    

Giorno 1
«Dove andiamo adesso?» mi chiede Axton, con tutte le buste piene di vestiti che tiene in mano, un po' ingombrante ma stranamente a suo agio. Nonostante sia vestito solo con dei pantaloni nuovi e una camicia appena comprata, sembra già a casa in questo ruolo di modello involontario.

«Pizza?» propongo, sperando di stuzzicare il suo appetito. La prospettiva di sedermi in un ristorante e gustare una pizza mi sembra molto allettante.

«No. Non mi va.» ribatte seccamente, come se l'idea di mangiare pizza fosse la cosa più noiosa del mondo.

Non posso fare a meno di notare quanto possa sembrare testardo a volte, ma in realtà c'è qualcosa di affascinante nella sua determinazione.

«Panino con mortazza?» mi chiede poi, alzando un sopracciglio con un'aria divertita, mentre mi guarda con un'espressione che cerca di essere seria ma che tradisce un sorriso.

«Cosa sarebbe?» chiedo, confusa e leggermente divertita. Non sono sicura di cosa significhi esattamente, e la sua espressione mi fa pensare che sia qualcosa di incredibilmente ovvio per lui, ma totalmente sconosciuto per me.

«Dai! Mortadella.» risponde, scuotendo la testa come se non potesse credere che non sappia cosa sia. La sua voce ha un tono che mescola il divertimento con una certa dose di incredulità.

«Salumi, quindi?» ribatto, cercando di tradurre il suo linguaggio in qualcosa che possa comprendere meglio. In fondo, non sono mai stata una grande appassionata di salumi.

Axton scuote la testa, ridendo leggermente. «Non hai mai assaggiato un panino con mortadella? Te lo faccio provare io. È la cosa più buona che ci sia.» Il suo entusiasmo è contagioso, e il modo in cui parla della mortadella come se fosse una delle sue più grandi passioni mi fa sorridere.

«Va bene, mi hai convinta.» rispondo, ridendo mentre ci dirigiamo verso il posto che mi sembra essere il suo luogo di ritrovo preferito. «Ma se non mi piace, paghi tu.»

«Ah, ma non esiste che non ti piaccia. Stai parlando con un esperto di panini, baby.» dice lui con un tono provocatorio, facendo un passo avanti e dandomi una leggera spinta per farmi camminare più velocemente.

Lo seguo, osservando la città che ci circonda. I negozi e le strade si animano con la gente che passeggia, mentre il cielo si tinge di colori caldi al tramonto. Anche se abbiamo passato la giornata a fare shopping, cosa che di solito sarebbe un incubo per lui, Axton non sembra nemmeno così infastidito. La sua compagnia sembra rendere tutto più leggero e divertente.

Arriviamo in un panificio che sembra essere uno dei posti preferiti di Axton. Entriamo e ci dirigiamo verso il bancone dove Axton ordina due panini con mortadella, mozzarella e lattuga.

«Non mi piace la lattuga.» dico

«Che cazzo vuol dire che non ti piace la lattuga? È la base in tutto,» ribatte con una sorta di impazienza giocosa. Il tono di voce è mischiato tra divertimento e un'affettuosa esagerazione, come se non potesse concepire che qualcuno non condivida il suo amore per la lattuga.

«Ascolta a me. Lattuga si,» continua, gesticolando con la mano come se stesse impartendo una lezione di vita culinaria.

«Se non mi piace ti ammazzo.» rispondo, cercando di mantenere un tono minaccioso ma con un sorriso che tradisce la mia vera intenzione. Non posso fare a meno di ridere mentre pronuncio queste parole. L'idea di dover affrontare una battaglia di cibo con Axton sembra quasi comica.

Lui ride, un suono genuinamente divertito, e scuote la testa. «Non ti preoccupare. Se non ti piace, puoi toglierla, ma devi almeno provarla. Dobbiamo fare in modo che tu possa apprezzare il panino nella sua forma autentica.»

Tra fuochi e focusDove le storie prendono vita. Scoprilo ora