𝐶𝑎𝑝𝑖𝑡𝑜𝑙𝑜 11

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In foto un'anteprima del cartaceo di Mr.Winter direttamente da Parigi e dalla Tour Eiffel. Questo è uno dei miei capitoli preferiti, spero conquisti anche voi.

Vi ringrazio dal profondo del cuore per il vostro sostegno ❤️

Vi chiedo di lasciare una stellina e un piccolo commento se vi va! È un piccolissimo gesto che aiuterà a far conoscere e amare la storia di Olimpia e Adelwin 🙏

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Fu estremamente difficile mantenere un contegno davanti a simili cifre, ma soprattutto a tanta superficialità. Non mi sarei mai aspettata di trovarmi nel mezzo di una discussione del genere e ancora meno avrei potuto immaginare che dietro un museo di quell'importanza vi potessero essere possibilità di tornaconto di tal genere.

Eva e Joseph mi avevano spiegato a grani linee di cosa si occupasse la Winter Corporation, ma non avrei mai pensato che delle consulenze su come investire il proprio denaro potessero portarmi alla trattativa dell'acquisizione di un'opera del Louvre.

Avevo passato le ultime quattro ore a prendere appunti e seguire le varie battute nello stesso modo in cui vagava lo sguardo in una partita di tennis. Nessuno sembrava interessato ad essere lì, eppure nessuno accennava a volersene andare, soprattutto la rappresentante legale del museo.
Per tutta la durata dell'incontro i suoi occhi non avevano fatto altro che spogliare Adelwin mentre con la mente vagava chissà dove. Più volte era stata colta disattenta, ma proprio il mio capo l'aveva rassicurata ed era andato avanti con la sua spiegazione.

Inutile dire che quel suo comportamento così poco professionale mi aveva provocato una strana sensazione all'altezza dello stomaco, probabilmente un principio di nausea dato il disgusto.

«Direi che per oggi possiamo ritenerci più che soddisfatti», disse Adelwin a Lemaire che non sembrava troppo convinto di come si era svolta la trattativa.

Era intervenuto un paio di volte, al contrario di suo figlio che aveva preferito mantenere un profilo basso stando in silenzio per tutto il tempo, ma ascoltando attentamente ogni parola.

«Cosa ne pensa della rappresentante del museo?» domandò proprio quest'ultimo mentre ero intenta a sistemare nella borsa gli ultimi documenti.

Alzai lo sguardo, incontrando i suoi occhi curiosi intenti ad osservare le cartelline tra le mie mani. Durante la riunione lo avevo sorpreso più volte a fissarmi, ma lo sguardo criptico e l'attenzione che dovevo riservare alla situazione non aveva lasciato spazio ad alcuna supposizione.

«In che senso?» replicai non comprendendo dove volesse andare a parare.

Il suo sguardo s'incatenò al mio. «Vorrei un suo parere sulla sua preparazione rispetto al caso», continuò. «Sono sicuro che fra le due, nonostante l'evidente esperienza, lei fosse molto più preparata».

Il sorriso che mi riservò fu un chiaro segnale di come anche lui avesse avuto le mie stesse impressioni. Ragion per cui mi abbandonai ad un commento personale.

«L'ho trovata discretamente distratta».

Dalla smorfia divertita che fece, sembrò soddisfatto dalla mia risposta. «Très intelligent».

Sorrisi abbassando lo sguardo, quasi in imbarazzo. Non ero sciocca e lui non sembrava una persona abituata a ricevere rifiuti. Era un uomo ben consapevole della sua bellezza, ma soprattutto del suo fascino.
Aveva messo i suoi occhi su di me e se da una parte mi sentivo lusingata da tante attenzioni, una parte di me si sentiva tremendamente in colpa.

𝑀𝑟. 𝑊𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟 - Disponibile su AmazonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora