Mattia poggiò il suo viso nell'incavo del collo di Valentina che si strinse forte nell'abbraccio del ragazzo. Diversamente dalle altre volte, era felice.
Aveva trovato il coraggio di buttare fuori tutto, anche se la sfida più grande si sarebbe presentata il giorno dopo quando avrebbe dovuto raccontare la verità a tutti.
"Matti.. Non voglio raccontare tutta la storia domani, se gli dico semplicemente che vorrei staccare un po' da quel giro di amicizie è uguale?" chiese incerta della risposta che avrebbe ricevuto.
"Non ti permetterei mai di rivelare tutta la nostra storia a loro. Saranno anche i miei amici ma non sono abbastanza per sapere determinate cose." Mattia non voleva che quei piccoli segreti tra di loro venissero a galla.
"Grazie Matti.. Hai da fare dopo cena?" chiese Valentina mentre giocherellava con i capelli ancora umidi di Mattia.
"Beh, avevo programmato di andare a casa di Camilla per.."
Valentina interruppe subito Mattia, non voleva sentire ancora dei discorsi che avevano come soggetto quella. "Ah, stupendo."
"Fammi finire! Stavo dicendo.. Dovevo andare da lei però, ti ricordo, che ho annullato la serata. Quindi no, non ho niente da fare dopo cena, perchè?"
"Non è che ti va di passare da me? Dovresti aiutarmi a trovare qualcosa da fare durante l'estate per non rimanere a parlare solo con te." Valentina calcò l'ultima parola toccando con l'indice il petto di Mattia.
"Ah, adesso non vuoi nemmeno rimanere tutta l'estate con me?" chiese sarcastico il ragazzo mordendo lievemente la pelle della ragazza.
"Brutto scemo! No, certo che non voglio passare l'estate con te dato che, automaticamente, appena si parla di te c'è di mezzo quella."
"Ma sei fissata allora con Camilla! Ti ho già detto come stanno le cose.."
"Appunto! Le cose stanno che tu e lei, beh.. Hai capito no?" la bionda espresse il concetto gesticolando parecchio.
"Allora se non sei fissata sei gelosa, ammettilo dai." Mattia stuzzicò la ragazza interessato alla sua reazione.
"Si, solo un pochino però. Ed è solamente perchè non capisco come cavolo fa quella a piacerti, tutto qua." Valentina rispose sincera e Mattia, sorridendole la strinse a sè unendo quei pochi centimetri che li dividevano.
"Lo vuoi capire una volta per tutte che non mi piace lei?" "No, non lo capisco. Perchè allora ci vai a letto se non ti piace?"
"Ti sei risposta da sola, ci vado solamente a letto. Una troia costerebbe troppo." Valentina scoppiò a ridere all'istante.
"Sei completamente pazzo." Mattia scosse la testa e, prendendola di sprovvista, lanciò Valentina sul sedile a fianco.
"Ora puoi dire che sono pazzo." Mattia rideva a crepapelle nel vedere Valentina con una mano sul cuore inspirando più aria possibile.
"Parti adesso o giuro che sei morto, non scherzo. Ti riduco come Lamberti dopo l'incidente.
"Se sei seria, parto." "Sono più che seria. Stavo per morire di crepacuore quindi sbrigati.."
Mattia accese la macchina e, per tutta la durata del viaggio, non fece altro che stuzzicare la bionda rendendola ai suoi occhi estremamente tenera.
Arrivarono nel loro quartiere e a Valentina sorse un piccolo dubbio.
"Matti.. Ma da chi andiamo?"
"Chi c'è da te?" la ragazza ragionò per qualche secondo "Dato che oggi è sabato mia mamma è a casa con mia sorella e mio padre ad aspettare i miei nonni che dovrebbero rimanere a dormire perchè domani hanno una di quelle loro solite visite di controllo, quindi non possiamo fare casino."
"Vieni da me, a mia mamma farà piacere rivederti. Chissà se ti riconosce ancora!"
"Guarda che non sono cambiata poi così tanto."
"Credici, credici.. A casa ho ancora una foto di noi da piccoli, poi te la faccio vedere." sorrisero e si fermarono davanti a casa di Mattia per lasciare la macchina e poi si diressero verso quella di Valentina per informare i suoi genitori che sarebbe rimasta da Mattia.
"Ma non lo sentono il telefono?" "Nani, se ci sono i tuoi nonni avranno abbassato il volume; magari dà fastidio." Suonarono il citofono e la voce del padre di Valentina pronunciò uno squillante "Aperto".
La ragazza aprì la porta e sua madre, vedendola in compagnia di un ragazzo, si precipitò alla porta.
"Mamma, devo prendere solamente il cambio per domani e le cose per dormire, sto da Mattia oggi."
La donna squadrò per qualche secondo il moro che aveva di fronte provando a riconoscerlo mentre Valentina correva in camera sua per preparare le cose da portare da Mattia.
"Oddio, ma che sei Mattia??" la madre di Valentina era incredula, erano ormai otto anni che il ragazzo non metteva piede in casa sua.
"Si Barbara, sono io." Lei si fiondò subito ad abbracciarlo.
"Mamma, non ucciderlo, ti prego." disse sorridendo alla scena.
"Scusami tesoro, ero troppo felice di vedere che vi siete ritrovati."
"E' stato un piacere Barbara, ci vediamo." Mattia sorridendo uscì dalla casa scendendo velocemente gli scalini.
"Se vuoi inciampare, fai pure!" "Guarda che io non inciampo!"
Aprì la porta di casa sua girando più volte le chiavi nella serratura.
"Ma non c'è nessuno?" Valentina chiese al ragazzo indicando la porta chiusa a chiave.
"No, mamma è con Rebecca in un centro commerciale. Dovevano andare a comprare un costume nuovo a Reb per la gara di settimana prossima." Mattia fece entrare la ragazza in casa.
"Fa ancora nuoto? Me la ricordo da piccina! Andavamo sempre a vedere le sue gare!"
"Non è cambiato proprio niente da allora, tranne il fatto che alle sue gare ci andavamo insieme."
"Settimana prossima allora pretendo che tu mi accompagni alla gara." Valentina si appoggiò alla sedia della cucina.
"Sarà fatto. Hai fame?" Mattia prese la borsa dalle mani di Valentina e la lanciò dalla porta, facendola passare per quella di camera sua e atterrare sul suo letto."
"Se vabbè! Dopo questa.. Comunque si, ho fame." disse Valentina riferendosi al lancio di Mattia.
"Facciamo un piatto di pasta?" Mattia aprì la credenza per controllare cosa potevano magiare.
"Nah, fa troppo caldo per la pasta." "Ci facciamo le patatine fritte?" Mattia estrasse il sacchetto di patatine pronte da friggere dal congelatore.
"Se le fai tu si, io ho brutte esperienze nella friggitura!" "Mademoiselle, Chef Bellegrandi al suo servizio!" prese velocemente un tovagliolo dal cassetto e lo mise sul braccio.
"Chef, non si atteggi, i tatuaggi stonano." "Signorina, stia zitta, cortesemente."
" 'A chicco, zitta a me non lo dici! " "Io sono in possesso di un dio chiamato "fritto" tu dovresti solo rendere onore a me e a lui." indicò il pacchetto che ancora teneva chiuso.
"Se non ti muovi mangiamo fra vent'anni."
"E tra vent'anni tu saresti ancora qui ad aspettarmi?"
-E se fosse per me anche tutta una vita-
Valentina preferì coprire i suoi pensieri con una risata, non si capacitava di ciò che il suo cervello aveva elaborato.
|
|
Nuovo capitolo per voi più lungo degli altri..
Non ho voglia di scrivere spazi autrice perchè non mi riescono quindi mi metto a scrivere qualcosina per le storie.. :))
BACIII, Sara