"Si, la sua prenotazione per le tredici é stata confermata. Non si preoccupi perché abbiamo tutto sotto controllo, arrivederci."
Terminò per l'ennesima volta la chiamata con un cliente abbastanza ansioso e diffidente.
Era insopportabile per lei lavorare con persone che non la ritenevano all'altezza del suo compito."Mi sta facendo venire voglia di rovinargli il pranzo. Non é possibile che chiami ogni cinque minuti."
Esasperata, Valentina si lasciò andare sulla sedia che avevano messo accanto al bancone.
"Vale, tranquilla.. Anche l'anno scorso faceva così. Mi pare che fosse l'anniversario del suo matrimonio, ordine e discrezione con i clienti. Ci siamo capiti?"
La ragazza imitò Damiano, il loro datore di lavoro, che ogni giorno ripeteva la frase come una cantilena, come se fosse una cosa da ripetere obbligatoriamente.
Si lasciarono andare ad un momento di svago che, purtroppo, durò meno del previsto dato che proprio Damiano stava rientrando dal giro di commissioni per la cucina.
"Ciao ragazzi, vado a posare le ultime cose e poi vengo a fare il punto della situazione."
Annuirono tutti, consapevoli che ci sarebbero volute ore prima di quel fantomatico riassunto.
"Andrea, Mattia.. Tocca a voi pulire i tavoli oggi, quindi muovete il culo e iniziate."
Greta rimproverò lo scarso rendimento mattutino dei due ragazzi mentre lei finiva una serie infinita di calcoli.
"Vale tu che fai? Aspetti il principe azzurro o ci aiuti?"
"Che t'ha detto a che ora passa? Se sei amico suo digli che l'aspetto nonostante il ritardo." disse la bionda ironicamente dirigendosi verso il ripostiglio e prendendo il necessario per tirare a lucido il locale prima dell'apertura.
Valentina ce l'ha già il principe, magari non azzurro, ma ce l'ha.
Mattia, si.
A lui si era intrufolato questo pensiero nella mente e non voleva uscire.
L'azzurro é un colore di merda, preferisco un principe che fuma, con i tatuaggi e i segni della lotta sulle mani piuttosto che un damerino di merda.
Invece questa era Valentina.
Entrambi erano collegati da questo pensiero fisso.
Bramavano di poter scoprire la ragione del loro strano ed irreale interesse l'uno nei confronti del'altra.Si domandavano il motivo delle frequenti memorie del passato che nell'ultimo periodo stavano perforando le loro anime.
Volevano saper leggere nel pensiero solamente per non rischiare di avere risposta ad una domanda che ormai li tormentava giorno e notte.
Cosa pensa realmente di me?
Cosa prova realmente per me?"Vale, il telefono. Rispondi tu."
Poggiò lo strofinaccio sul tavolo e fece il giro del bancone per poter raggiungere il telefono.