Il citofono della casa di Mattia suonò parecchie volte prima che qualcuno si degnasse a rispondere e con 'qualcuno' si intendeva Mattia.
"Che voi?" La voce assennata di Mattia fece scoppiare in una risata Valentina che aspettava il ragazzo sotto casa sua.
"É lunedì, coglione. Ci aspettano al lavoro."
Valentina rimproverò il moro continuando ad infastidirlo suonando il campanello.
"E stacca sto dito dal citofono. Tre minuti e arrivo, aspettami giù."
Mattia maledisse ancora una volta la partecipazione alla serata del giorno precedente, non avrebbe dovuto rimanere in discoteca così a lungo.
"Aprimi, fà freddo qua."
Valentina si lagnò, cercando di convincere Mattia ad aprire il portone.
"Vale, fammi preparare in pace."
Non le diede tempo di rispondere che aveva già attaccato il ricevitore.
"Oh, ti odio."
Sbuffò esausta e si sedette su un muretto lì vicino in attesa che qualche lavoratore mattiniero uscisse dal piccolo condominio.
Aspettò oltre cinque minuti, consapevole che Mattia sarebbe arrivato in ritardo.
Scrisse un messaggio all'altra cameriera per coprire il tempo che stavano perdendo sull'orario di lavoro, con Mattia era impossibile arrivare puntuali."Scusi, può lasciare aperto?"
Valentina vide una donna uscire dal portone e la bloccò prima che potesse chiuderlo.
Doveva essere una nuova inquilina dato che lei non l'aveva mai vista prima d'ora.
"Certo, arrivederci."
Salutò cordialmente Valentina che sgattaiolò fino al secondo piano.
Arrivò davanti alla porta di Mattia e lo sentì canticchiare una vecchia canzone di Venditti.
"Mattia! Apri la porta, siamo in ritardo."
Bussò violentemente alla porta parecchie volte prima di poter entrare.
Come aveva previsto, Mattia era ancora in pigiama seduto al tavolo mentre faceva colazione.
"Vale, ciao. Mi hai svegliato sai?"
"Ciao tesoro! Mi dispiace, volevo svegliare tuo fratello."
Rebecca sorrise facendola entrare.
Lanciò un occhiataccia a Mattia e rivolse la sua attenzione alla borsa con tutto il necessario per il lavoro."Dai, Matti. Per una volta che tieni tu la borsa la lasci tutta in disordine?"
Sbuffò raccogliendo la divisa che Mattia aveva lasciato sulla sedia.
"A chicca, erano così solamente perché non ho avuto il tempo stamattina di sistemarli."
Finì di bere il latte e si girò posando la tazzina per poi appoggiarsi al tavolo con le braccia incrociate al petto.
"Sono tre minuti che stai in casa mia e non mi hai ancora salutato, quindi.."
Valentina staccò gli occhi dalla seconda divisa che stava piegando per fissare lo sguardo in quelli del moro.
"Quindi che?" Chiese la bionda mantenendo il contatto visivo.
"Neanche un bacetto?"
Valentina sbuffò leggermente divertita ma non la diede vinta al moro che continuava a fissarla.