La mattina successiva Mattia si svegliò sentendo il suo corpo schiacciato, aprendo gli occhi notò che Valentina si era completamente sdraiata sopra di lui. Sorrise ricordando le notti passate insieme a lei ad ascoltare musica o ad asciugarle le lacrime.
"Vale" Mattia chiamò la ragazza che si svegliò di soprassalto tirando una gomitata a Mattia.
"Scusa" disse la bionda ridendo. Appena si rese conto di rendere il dormiveglia di Mattia scomodo rotolò giù e si distese a fianco. "Sali, stavo comodo." Mattia la prese per i fianchi e la fece girare dalla parte opposta.
"Ma che fai? Matti ho sonno." Valentina lanciò dietro di sè il cuscino sperando di colpire Mattia.
"Arzate Girl, dobbiamo andare." Mattia punzecchiò la ragazza.
"Ma che stai dicendo?" chiese con la voce ancora impastata.
"Dobbiamo andare prima di tutto a parlare con il gruppo, poi andiamo a mangiarci un gelato perché avrò sicuramente caldo.."
Mattia parlò con un sorriso molto convinto stampato in volto."Mi viene da ridere, ti offendi se lo faccio?" "No, anzi. É un bene.. Stai cambiando atteggiamento!"
Valentina non ci aveva nemmeno fatto caso, le era sembrato così naturale con Mattia.
Forse con lui era diverso, forse lui che era l'unico a conoscerla fino in fondo era in grado di togliere tutte le maschere."Aiuto, non ho la minima voglia di alzarmi dal letto. Vorrei solo rimanere a dormire per ore senza dover parlare, anzi non vorrei nemmeno pensare a niente.. Vorrei tanto avere la mente libera." Si fermò a riflettere per qualche secondo poi continuò. "Sarebbe bello poter volare. Secondo te come si sentono gli animali quando sfidano il vento o quando vedono tutto da una prospettiva migliore?"
Aveva gli occhi che sognanti fissi su una foto che ritraeva Mattia e le sue sorelle sul tetto di un palazzo."Credo che non sappiano quanto siano fortunati."
"Ti ricordi quando, da piccoli, mio padre riempiva il salotto di materassi e cuscini e poi ci lanciava sopra? Mi sentivo così libera." Valentina sospirò chiudendo gli occhi.
"Ricordo che ogni settimana lo imploravamo di farci diventare come Peter Pan. Tu dicevi che esisteva veramente la polvere magica e così prendevi i brillantini e te li buttavi addosso per poi saltare da un divano all'altro."
Sorrisero entrambi davanti alla semplicità e all'ingenuità di quei gesti.
"Matti, ho fame."
"Hai rovinato un momento carino, sai?" Risero entrambi sollevandosi dal letto.
Fecero velocemente colazione e scesero per dare una rapida occhiata a dei posti di lavoro disponibili.
"C'é un ristorante che ha appena aperto una 'zona sushi' e cerca qualcuno che stia al banco. Potrebbe andare bene, no?" Mattia indicò a Valentina l'annuncio.
"Sognatelo. Tu mi ci vedresti in mezzo a chili di orrido pesce crudo? Ho sempre odiato mangiare pesce, non c'é niente da fare.." Sulla sua faccia spuntò una smorfia di disapprovazione.
"Sei troppo sofisticata."
"Non sono sofisticata, non mi va di vendere pesce crudo mandando a puttane una vita passata a scuola."
Valentina aveva sempre sognato di fare l'organizzatrice di eventi, fin da piccola si era sempre data da fare a curare tutto ciò che era nelle sue competenze.
"Sta uscendo la tua parte da ragioniera multilingue: frenala perché non sono in vena, ti prego." Mattia si portò una mano suo volto scuotendo il capo.