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Avrei voluto dirti molte cose.

Stava lì, in piedi, appoggiata al muro con la sua valigia nera accanto.

Teneva gli occhi fissi sulle sue dita, sull'anulare in particolare, dove l'anello in oro bianco copriva la piccola lettera che si era tatuata.

Spezzare le catene.

In un certo senso si trovava in quell'aeroporto per destino.

Stava per partire, non per una settimana o per qualche mese.
Era intenzionata a rimanere in Australia per continuare il progetto che aveva iniziato mesi prima tramite una serie di corsi che aveva completato con successo.

Vincere sta vita insieme.

L'unico rimorso che aveva era concentrato in 17 lettere, 24 anni e più di un metro e novanta.

Già.

Non erano riusciti a mantenere la promessa che si erano fatti nel momento in cui l'inchiostro aveva segnato per sempre le loro iniziali l'uno sulla pelle dell'altra.

Non erano riusciti a vincerla quella 'vita insieme' in cui tanto credevano.

Anche se adesso non conviene volerti bene.

Lui ormai viveva nella sua bolla musicale in cui aveva creduto fin da ragazzino.
Aveva pubblicato altri album dopo Anamnesi e dedicato molte parole a quella ragazza.

Lei, pur credendo nei suoi progetti, era troppo presa nella costruzione del suo di futuro.

Era consapevole di non essere stata presente come avrebbe voluto, lo sapeva benissimo.

D'altro canto lui aveva trattenuto gli occhi chiusi più a lungo del dovuto, perdendosi ciò che la ragazza stava costruendo.

Insomma, erano stati due grandi cretini entrambi.

A lei mancava lui, a lui mancava lei.

Il volo era stato annunciato, si incamminò velocemente per riuscire a salire con un po' di anticipo sull'aereo.

Sapeva che avrebbe dovuto impostare la modalità aereo ma cercò di ritardare l'azione il più possibile.
Nonostante tutto, aspettava ancora un suo messaggio.

Dopo aver ricevuto l'ennesimo richiamo dalla hostess si decise a tirar fuori il telefono.

Fissò lo schermo per qualche secondo nella speranza che si illuminasse.

Successe.

«Buona fortuna tesoro mio, ricordati di me anche in mezzo ai canguri.»

Lucrezia.

Non Mattia.

«Grazie Lù, te li saluto se li vedo d'accordo? Ci sentiamo appena arrivo. Ti voglio bene!»

Lucrezia era, forse, una delle poche vere amiche che fanno sul serio.
Tante volte era capitato ad entrambe di conoscere persone per caso, come era successo a loro, che poi si erano rivelate solo amicizie destinate a polverizzarsi.

Con Lucrezia era riuscita ad essere sé stessa, cosa che le era capitata poche volte e con poche persone.

Era stata la sorella minore che aveva sempre desiderato, quella che si affida completamente ai suoi consigli spinta da un'estrema fiducia.

Remember me| Briga.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora