La ragazza si fece spazio tra la folla che accalcava il salone.
"Scusate, permesso."
Raggiungere Mattia, dall'altra parte della sala, stava diventando un'impresa.
"Hai dell'acqua?"
Una ragazza dai capelli rossi si appoggiò alla sua spalla, cercando stabilità.
Aveva un aspetto che non lasciava dubbi; era ubriaca ma probabilmente non lo era a tal punto da perdere la ragione.
"No, mi dispiace."
La rossa si staccò da lei per qualche secondo tentando di rimanere in equilibrio.
Le spinte delle persone e l'alcohl non erano a suo favore e Valentina se ne accorse.
Tese una mano alla ragazza che l'afferrò appoggiandosi nuovamente alla sua spalla."Grazie. Perdonami, non lo faccio apposta."
La ragazza si scusò passandosi una mano sugli occhi.
"Tranquilla, ce la fai ad arrivare fino a là? Il mio ragazzo mi sta aspettando."
Sorrise cordialmente alla ragazza, sembrava più piccola di lei di qualche anno.
Le faceva tenerezza il modo in cui provava a ristabilire un ordine sia fisico che mentale."Si, credo di farcela."
Con un po' di fatica giunsero fino alle scale, dove Mattia stava armeggiando con il cellulare.
"Matti, alzati un attimo."
Valentina fece sedere al posto di Mattia la rossa, che si lasciò cadere sullo scalino.
"Che sta succedendo?" domandò Mattia, leggermente frastornato.
"Stavo venendo verso di te e ho trovato questa ragazza."
Rispose vaga, inginocchiandosi davanti a quest'ultima per conoscere il suo nome.
"Lucrezia." biascicò le ultime lettere trattenendo un gemito di dolore.
"Io sono Valentina."
Le sorrise velocemente prima di afferrare una delle bottigliette d'acqua che un ragazzo stava trascinandosi dietro.
Si assicurò che fosse sigillata prima di porgerla alla ragazza."Come ti senti?"
"Meglio, grazie. La gola mi brucia decisamente meno."
Chiuse gli occhi appoggiando la testa contro il passante della scala.
"Sei venuta da sola?"
Mattia prese parola constatando lo stato penoso della ragazza.
"Che ne so.. Il ragazzo con cui sono venuta é sparito da due ore."
Lucrezia sbuffò frustrata."Matti, é piccola. Io non me la sento di lasciarla qui."
Mattia scosse la testa cercando di formulare un pensiero sensato.
"Portiamola fuori. Qua rischia di soffocare, c'é troppa gente."
Non sapevano nè come nè in che modo, ma quella ragazza aveva fatto scattare in loro una sorta di "istinto di protezione", che li stava conducendo fuori da quella festa.
"Non dovevate disturbarvi tanto, non me lo me lo merito."
Sussurrò trattenendo immediatamente il fiato per qualche secondo.
"Che dici? Sei una ragazza stupenda!" le disse Valentina dolcemente.
La rossa scosse la testa contraria."Sei la prima persona che lo dice."
Mattia e Valentina si scambiarono un'occhiata veloce.
Lucrezia fisicamente non era una brutta ragazza.
Aveva i capelli di un colore ramato, quasi sicuramente tinti. Non stonavano affatto con il verde scuro dei suoi occhi, in quel momento coperti da un velo di tristezza."So che magari non sei nella situazione ideale, lo capisco, ma ti va di parlarne?"
"Si."
Probabilmente fu l'alcohl a rispondere ma successe, si mise a raccontare la sua storia a due ragazzi di cui ricordava a malapena il nome.
"Qualche anno fa ero una delle persone più entusiaste e amanti della vita che avessi mai conosciuto.
Avevo tantissimi amici, un ragazzo e una vita che tanti vorrebbero.
Poi sono capitata nel giro delle amicizie sbagliate, consideravo 'amici veri' quelli che poi si sono rivelati 'amici per convenienza'.
Insomma, le cose sono peggiorate quando mio padre é morto per overdose.
Sono solo uno schifo che cammina, ora."Guardava in basso tenendo lo sguardo fisso sul lembo della giacca che stava rigirando tra le dita da quando aveva iniziato a parlare.
Valentina e Mattia rimasero in silenzio, preferirono far parlare i gesti piuttosto che pronunciare banali frasi fatte.
Grazie ad un abbraccio, Lucrezia si trovò immersa in un vortice di sensazioni nuove.
Non l'era mai capitato di trovarsi talmente accettata da due persone che, nonostante non conoscessero lei e i suoi problemi, l'avevano aiutata e fatta sentire come una sorella."Posso chiederti il perché di tutto questo?"
Lucrezia pose la domanda alla bionda seduta accanto a lei su uno dei sedili posteriori del taxi.
"Cosa?" Chiese a sua volta Valentina, leggermente frastornata dalla domanda.
"Voglio dire, come mai stai facendo tutto questo per me?"
Sorrise lievemente alle parole della rossa. Anche lei si era posta quella domanda ma non era riuscita a trovare una risposta.
"Sinceramente non lo so, forse é stato un'istinto. Mi sei sembrata come una sorella più piccola da proteggere, é stato del tutto naturale."
Alzò le spalle posando lo sguardo su Lucrezia che fissava la strada oltre il finestrino.
"Quanti anni avete tu e Mattia?"
"Io ho fatto i 21 da poco, Mattia il 10 di questo mese compie 22 anni."
"1989, giusto?"
"Già."
"Anche mia sorella sarebbe dovuta essere dell'89, sai? Avrei tanto voluto conoscerla."
Valentina la scrutò con fare interrogativo ma prima che potesse chiedere spiegazioni in merito all'ultima frase, Lucrezia aveva già risposto ai suoi dubbi.
"Non ha fatto in tempo a vedere nemmeno il mondo, é morta qualche giorno prima del termine fissato per il parto."
Una lacrima solitaria percorse tutto il suo viso, terminando assorbita dalle labbra della ragazza.
"Non sarà la stessa cosa, ne sono certa, ma sappi che io sono qui.."
"Ora che ti ho trovata non ti lascerò tanto facilmente."
Sorrisero entrambe prima di salutarsi con qualche raccomandazione da parte di Valentina, le stesse che una sorella maggiore ripeterà all'infinito alla piccola ragazza che porta nel cuore.
"Vale!"
Lucrezia bussò con le nocche delle dita sul finestrino che la bionda tirò giù subito.
"Si?"
"Vi voglio bene."