Capitolo 3

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Un tonfo mi sveglia.

Apro gli occhi e la porta della camera è aperta.

In controluce vedo una figura possente.

Sempre Krim.

"Il re Flamecut vuole parlarti."

Attraversiamo nuovamente il palazzo ma questa volta ci fermiamo nella sala più grande.

La sala del trono.

Due troni la governano in fondo.

Su uno di essi vi è un uomo anziano, dai capelli e dalla barba brizzolati.

Così come la maggior parte delle persone che ho incontrato anche lui ha la pelliccia sulle spalle, ma la sua sembra essere più possente.

Mentre al suo fianco, vi è il ragazzo dai capelli scuri e dal copricapo inquietante, che no, non è il re, ma il principe.

Il vecchio inizia a parlare seraficamente.

"Faye Hellaxe? Giusto? Una dei pochi manipolatori rimasti?"

Per quale motivo credi io ti abbia convocata qui?"

Sospiro.

La presa di Krim è più forte del dovuto.

"Immagino per espormi come un trofeo, in quanto una delle poche manipolatrici rimaste, e chissà magari per sfruttarmi a vostro piacimento."

Non so che altro dire se non la verità.

"Sei sveglia, forse un po' troppo. Hai detto bene.

Sei qui perché puoi aiutarci, noi ti daremo sostegno, una camera accogliente qui al palazzo, una famiglia, amici, stabilità e tu in cambio farai ciò che ti chiediamo."

Sbuffo e replico.

"A me andava benissimo la mia vita solitaria, non ho bisogno di tutto ciò."

Il ragazzo ghigna al suo fianco.

"Quindi, sire?"

Sorrido in cerca di una risposta.

Ma risponde il ragazzo.

"Non si parla di te, e di cosa vuoi, si parla della tua collaborazione, oramai sei qui e come ti ho già detto ti conviene abbassare la testa, ascoltare e collaborare"

"Codardi." Sussurro.

"Come?" Ha parlato Hades.

"Ho detto: codardi. Mi private dei miei poteri che probabilmente potrò utilizzare solo sotto comando. Fosse per me avrei già portato il mio popolo alla ricchezza assoluta, sarei stata spietata, cattiva, pur di farvi capire che se non avete nulla è solo grazie ai miei poteri. Ma poi uscirei fuori dagli schemi e questo noi manipolatori, non lo facciamo, perché siamo umili e buoni."

"Non farmi ridere! Sai bene com'è fatto il tuo popolo, e sai che nessuno di loro utilizzerebbe i poteri per scopi cattivi, ma tu sei diversa! O mi sbaglio?!

Parla Hades giocando con le sue collane.

Mi infastidisce il fatto che ha ragione, così cambio discorso.

"E se io non volessi aiutarvi?'

"In quel caso resterai comunque qui fino a quando non deciderai di voler vivere meglio, e quindi collaborerai."

Parla di nuovo il re, che mentre si è alzato in piedi.

Mi osserva dall' alto, ma i miei occhi cadono su Hades, soddisfatto e sadico.

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