Capitolo 15

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Come sempre, allo scoccare dell'ora per cenare vengo guidata sino la solita sala.

Ceniamo, ma questa volta, Hades non è presente.

Meglio così, devo solo sopportare i gemelli e le loro battute.

Colgo l'occasione e chiedo al re in cosa consiste il suo piano, ma la sua risposta è fredda come il giacchio.

"Lo saprai a tempo debito...quando arriverà il momento stai certa che saprai come agire."

Serro le labbra in una linea e continuo a magiare.

Finita la estenuante cena, fatta di silenzi e tensione, i gemelli mi trattengono.

Sembra che prima si siano consultati con il re.

"Vorremmo farti passare un po' di tempo fuori da quella camera."

È la loro premessa, ed io credo di poterne approfittare.

Per non risultare diversa dal solito, rispondo con freddezza, così che non capiscono che la loro proposta in realtà mi ha fatto piacere, anche perché se potessi scommettere su qualcosa di certo, scommetterei su di loro e la loro falsità e che se lo fanno non è per farmi passare del tempo fuor dai metri quadrati con cui sono diventata una cosa sola, ma perché hanno intenzione di darmi fastidio.

Accetto sperando di sembrare controvoglia.

Val diversamente dal suo solito è serio, mentre Arn sembra essere entusiasta.

Li seguo per i corridoi mentre Val nella sua serietà mi pone domande stupide, come: che hai fatto oggi? Pri ma di arrivare qui che facevi?

Io indifferente e insospettita dalla sua velata curiosità, rispondo con indifferenza.

Arn cammina avanti, mentre Val butta passi leggeri alla mia destra.

Si fermano entrambi, come se una barriera li bloccasse, si guardano per una manciata di secondi prima di proseguire.

Sembra abbiano parlato tra loro con il pensiero, o molto probabilmente con lo sguardo.

Una lunga scala a chiocciola ci conduce in alto, gradini su gradini, estenuanti da proseguire.

Seguo val, che questa volta è avanti, mentre sento la presenza di Arn dietro di me.

"Ti prometto che ti piacerà ciò che vedrai."

Mormora il ragazzo dietro di me, mentre con delicatezza mi pone una mano vicino le scapole per continuare a salire gli ultimi gradini.

Arrivati in cima, siamo tutti e tre con il fiatone.

Mi tocco il petto per sentire il cuore, ma il tremore delle gambe non mi permette di pensare ad altro.

Sento il bisogno di sedermi, ma non posso, perciò continuo solo camminare attorno ciò che sembra una stanza circolare, guidata dai due e solo adesso mi accorgo che siamo a cielo aperto.

Guardo in alto e vedo le costellazioni, le infinite costellazioni, che prendono vita e si muovono nel cielo oscuro.

Ricordo di essere stata in una cittadina qualche mese fa, dove la famiglia che mi accolse qualche giorno, mi raccontò di come gli animali e le creature creatosi dalle costellazioni potessero vederci e osservarci, avendo una vasta, vastissima, visuale su tutto, quindi anche su di noi, minuscoli e insignificanti.

Sul momento non credetti alle loro parole, ma adesso che le vedo nella loro bellezza, penso di volerci credere, forse solo per avere una piccola speranza, quella di essere sotto gli occhi di qualcuno, per sperare di essere una delle poche che potrebbero decidere di guardare con un po' di attenzione,

Ma forse solo perché ho sempre e solo avuto bisogno di questo, essere vista.

Vado verso il bordo che mi separa dall'altitudine, guardo la foresta innevata, e ciò che si vede dopo, ciò che mi aspetta quando tutto sarà finito.

Una ventata di aria fresca mi arriva sul volto ed un gemito mi arriva all'orecchio.

Mi giro di scatto e dietro di me una finestra sottile mi divide dalla figura seminuda di Hades e due ragazze, che invece sono del tutto spoglie di vestiti.

Sgrano gli occhi e guardo alla mia sinistra, dove Arn con un sorriso compiaciuto mi guarda entrare in piena confusione.

Non vorrei essere qui adesso, ma scommetto che il punto sia proprio questo, mettermi in difficoltà e in imbarazzo.

Torno alla mia solita espressione, ma credo si sia capito come mi sento adesso.

Arn mi poggia una mano sulla spalla e mi sussurra qualcosa all'orecchio ma sono troppo concentrata ad osservare ciò che ho davanti.

Mi costringo a distogliere lo sguardo ma la sua mano ancora attaccata alla mia spalla si fa velocemente strada verso il mio volto, che lentamente gira e così mi obbliga a guardare ciò che ho davanti, ma questa volta, lo sguardo è ricambiato.


Hades mi osserva mentre bacia il ventre della ragazza che ha davanti a lui.

Sdraiati sul pavimento, con solo delle coperte leggere a dividerli dalla pietra.

Una quindicina di candele illuminano la piccola stanza mentre ansimi pesanti e rumorosi arrivano sino a noi, che stiamo all'esterno.

Ho la pelle d'oca per il freddo e credo le guance rosse per la vergogna, ma rimango impassibile.

Oltrepasso Arn e senza essere trattenuta inizio a scendere per le scale.

Il rumore dei passi leggeri di Val mi arriva all'orecchio, stringo i pugni e continuo per la mia strada, ma la sua mano calda mi blocca tirandomi per il braccio.

"Sbaglio o è una cosa di famiglia prendersi gioco degli altri?"

"Non mi ritengo della famiglia in verità. Non come Arn, almeno."

Sembra voler fare il cane bastonato, ma non mi importa.
"stai cercando di lavartene le mani?!"

Non risponde, perciò continuo a camminare, sapendo già come arrivare alla mia camera.

Sono quasi giunta a destinazione quando il moro con autorità, l'autorità che credo si sia imposto da solo, adesso, per essere ascoltato, mi si posiziona davanti.

"Scusami." mormora.

"Credimi se ti dico che non volevo finisse così, sin dall'inizio."

Mi lascia di stucco con quelle poche parole.

Entro in camera e chiudo la porta alle mie spalle, sperando rimangano fuori anche le immagini di poco prima. 

Bull Bones'//ossa di toroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora