Un'alba alternativa

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POV Anonimo

Le luci si sono spente e io mi avvicino sempre di più alla villa, aspettando il segnale. Mi apposto vicino ad un albero guardando in alto, quando vedo che da una finestra esce un fazzoletto bianco. Ecco il segnale, vuol dire che la porta è aperta e posso entrare.

Faccio il giro per entrare dal retro, dove solitamente entra la servitù e mi introduco in casa. Mi guardo attorno e non vedo nessuno, che fortuna! Sorrido e con passo felino entro nel salotto per poi salire le scale e dirigermi verso l'ala est.

Ana si sarà sicuramente già addormentata e la sorellina se ne sarà andata a scopare con Ramon. Non vedo l'ora di averla tutta per me.

Svolto nel corridoio che porta alla sua camera ma mi blocco all'istante, c'è una guardia. Uno dei bodyguard di Reyes, porca puttana da quando è lì? Non l'avevo previsto. Me ne devo andare prima che qualcuno mi scopra, ma appena mi giro sbatto contro qualcosa di duro "porca puttana" esclamo tenendomi la fronte "ma non c'era un muro prima" dico e sento la voce che mai mi sarei sognato di sentire così presto "chi cazzo sei e chi cazzo ti ha fatto entrare".

Alzo la testa e lo sguardo incazzato, forse anche infuriato, di Reyes mi sta trafiggendo. Lo guardo e deglutisco, porca puttana non me lo ricordavo così grosso.

"Ehi Reyes come va amico?" tento di buttarla sulla battuta ma l'unica cosa che sento è la mia faccia schiacciata contro il muro e la sua mano grande che mi tiene fermo "io sono parecchio incazzato, amico" mi dice vicino al mio orecchio "chi cazzo ti ha fatto entrare in casa eh?" sento la presa farsi più forte contro la mia testa.

Se continua così mi spappolerà il cervello "possiamo parlarne civilmente" dico alzando le mani "no, non ne parleremo civilmente idiota, finché non mi dirai chi sei e come hai fatto ad entrare non ti staccherai da questo muro" mi sussurra all'orecchio "ti consiglio di non giocare con me" conclude lasciandomi la parola.

Non so cosa fare, non sono mai stato beccato e se il capo dovesse scoprirlo mi ammazzerà. Nel frattempo anche il bodyguard è arrivato qui e non mi sta guardando con una faccia tanto amichevole.

"Va a dare un'occhiata ad Ana se sta dormendo ancora, non vorrei che per colpa di questo casino si svegliasse" gli ordina Elijah. Colgo l'occasione di sentire la presa allentarsi e cerco di divincolarmi urlando "Anais, aiutami" muovendomi velocemente cosicché Elijah non riesca a tenermi.

"Sta zitto, smettila" dice Elijah mettendomi una mano davanti alla bocca "se ti azzardi a svegliarla, ti spezzo il collo così non urlerai per il resto della vita. In questa posizione posso tranquillamente farlo. Non. giocare. con. me" mi minaccia marcando ogni singola parola, ma a me non interessa e continuo a farfugliare qualcosa di incomprensibile contro la sua mano sbattendo i piedi a terra.

Ad un certo punto, ancora prima che il bodyguard riuscisse ad aprire la porta, questa si spalanca rivelando la figura della mia piccolina.

È bellissima con la coda spettinata, il viso assonato e il pigiama di seta che abbraccia le sue curve meravigliosamente.

"Cos'è questo trambusto?" dice stringendosi nella vestaglia procedendo verso di noi con il bodyguard a seguito. Accende le luci del corridoio e guarda prima me e poi il marito.

"Che cosa sta succedendo Elijah?" chiede con voce roca "questo idiota stava venendo nella tua stanza" dice togliendomi la mano dalla bocca bloccandomi le braccia dietro la schiena.

I suoi occhi mi guardano e quello che vedo non mi piace. È terrorizzata e indietreggia "no" sussurra "no, no, no. Perché sei qua?" dice mentre gli occhi le se riempiono di lacrime "io ti conosco, sei tu. Sei tu quello che mi appare in sogno. Quello che non mi lascia stare. Sei tu" dice andando in iper ventilazione guardando Elijah e si appoggia al muro scivolando con la schiena abbracciandosi le ginocchia.

Bride or DieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora