Oggi, domani e per sempre

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POV ANAIS

Il giorno che temevo arrivasse, è giunto. Se papà ha il telefono di Vicky vuol dire che è a casa nostra.

"Esatto piccolina, ho incontrato per caso la fuggitiva nel giardino. Stava raccogliendo delle rose, forse per il suo fidanzato?" mi dice "o forse per la sorella paladina della giustizia che tradisce i propri genitori" dice urlando.

Allontano il telefono dall' orecchio e sbuffo, Elijah è davanti a me in un secondo e le sue sopracciglia sono aggrottate.

Riporto il telefono all'orecchio "quando la smetterai di urlare allora potrò avere considerazione di te, fino a quel momento scordatelo" dico e chiudo la chiamata.

Deglutisco chiudendo un attimo gli occhi "Ana, ti senti bene?" mi chiede Elijah, li riapro e lo guardo "no, per favore, ho bisogno di tornare a casa. Se tu devi lavorare non c'è problema, prenderò un taxi" dico sorpassandolo andando verso la fermata.

In un attimo mi ritrovo contro il petto di Elijah e lui che mi guarda. L'ultima volta che mi ha guardata così è stata quando ho interrotto il suo divertimento nel seminterrato con l'uomo che mi aveva aggredita. Lo guardo e deglutisco "tu non andrai proprio da nessuna parte" dice e io schiudo le labbra pronta a dirgli quanto fosse coglione, ma ciò non avviene "da sola" aggiunge "quella è anche casa mia e lì dentro c'è anche mio fratello che potrebbe fare qualcosa di cui potrebbe pentirsi" mi dice "andiamo, Kyle ci aspetta già davanti all'azienda".

Siamo in macchina, il nostro autista sta superando qualsiasi limite di velocità e bruciando i semafori rossi. Io guardo la città sfrecciare affianco a noi e mi mordicchio il labbro, torturo con le unghie le pellicine e penso che dovevo aspettarmelo.

Dovevo sapere che prima o poi sarebbe arrivato, che prima o poi avrebbe reclamato la figlioletta scappata di casa, ma non credevo così presto.

L'ansia mi sta salendo e ho paura di non riuscire ad affrontarlo, ho paura di scoppiare in lacrime, ho paura di non riuscire a salvare Vicky. Lei è venuta lì proprio per non rivederlo più, lei ha chiesto rifugio in casa nostra e se io non ce la facessi? Se non riuscissi a proteggerla? A farla rimanere.

Ho un nodo alla gola che non mi permette né di parlare né di respirare regolarmente. Il mio cuore sta galoppando e se non mi calmo adesso, farlo con mio padre davanti sarà difficile.

Mi giro verso Elijah che è ancora più nervoso di me, lo sento. A me non importa, ho bisogno di lui. Sgancio la cintura e mi avvicino facendo passare il suo braccio sulle mie spalle. Appoggio il viso al suo petto e porto il braccio attorno alla sua vita, chiudo gli occhi e inspiro quel profumo di muschio e menta che mi rilassa.

Mio padre è qui. È qui sicuramente per riprendersi Vicky e riportarla a casa, ma io non posso permettere questo.

Sento le labbra di Elijah appoggiarsi tra i miei capelli e io prendo un respiro profondo "per un po' lo puoi spegnere il cervello Ana, siamo ancora in macchina. Cerca di rilassarti" sussurra tornando a guardare fuori. Alzo la testa e guardo il suo viso, la barba leggermente incolta, la mascella serrata e l'espressione corrucciata.

E' bellissimo, vero?

Sì, lo è. Elijah è davvero un bell'uomo, uno di quelli che affascina e che ti rende vulnerabile con uno sguardo. Credo anche che, nonostante la sua corazza di uomo burbero e brontolone, farebbe di tutto per le persone che ama. Anche per Ramon, nonostante non ci va troppo d'accordo, io penso che sotto sotto lo ami profondamente. Infondo, sono dello stesso sangue, potrebbero mai odiarsi realmente?

"Signore, siamo arrivati" dice Kyle aprendo il cancello con il telecomando. Il mio corpo reagisce immediatamente a quelle parole, mi stacco dal calore che il corpo di Elijah provocava e mi metto seduta composta. Finisco di torturarmi il labbro e anche le pellicine delle dita, devo apparire forte e distaccata non può vedermi debole.

Bride or DieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora