Capitolo 20: Noi siamo Bianco e Nero

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Sara

Michele è appena andato via, avrei voluto che restasse ma non voglio creare problemi, i medici sono stati fin troppo permissivi.

È appena arrivata la cena e non so davvero se la fame mi sia passata al vedere il vassoio o se in realtà il mio appetito è in vacanza ultimamente.

"Buonasera.. Sara giusto? "

Un sorriso e voce dolce attira la mia attenzione.

È un infermiere, giovane capelli scuri e occhi marroni, avrà qualche anno più di me.

"Si giusto!" Rispondo

"Vedo che non hai apprezzato la cena, non starò qui a chiederti il motivo ma, devo dirti che almeno qualcosa devi mangiare."

Si avvicina controllando i miei dati e la mia cartellina.

"Si, solo che non ho molto appetito ultimamente" sorrido timida.

Il suo sguardo è passato velocemente dai miei occhi a tutto il resto del corpo, per poi tornare fisso sulla cartellina a scrivere.

"Sei debole e devi riacquistare le forze, altrimenti non sarà possibile rimandarti a casa. Non penso tu voglia stare altri giorni in questo ospedale giusto?"

Sorride di nuovo risquandromi un altra volta da capo a piedi. Ho come la sensazione che mi stia facendo una lastra solo con lo sguardo.

Brivido.

"No, o meglio si almeno salterei l esami di maturità. Fra un po' avrò la prova orale e non..."

Sto cercando di finire la frase quando lui mi interrompe con una risata, quasi fastidiosa per me.

" La maturità ? Cavoli ricordo benissimo quei giorni, non ti biasimo. Ma alla fine sono cose che prima o poi tutti dobbiamo superare" Conclude.

"Beh io in quella scuola meno tempo ci passo meglio è! È stato un anno d'inferno!"

"Problemi in classe?" Immediamente il suo tono ironico cambia.

"Bah se per classe intendi chi ha tentato di lanciarti una sedia, ok si ho avuto problemi in classe!"

"Ed è per questo che sei qui? "

Mi porto il cuscino al petto e cerco di stringerlo il più possibile, quasi come se volessi proteggermi.

"No o forse si anche. In realtà sono qui per qualcosa che ho fatto io a me stessa"

Mi accarezzo il braccio fasciato e una lacrima scende velocemente.

"Tranquilla, non devi parlarne a me. Anzi scusa magari sono stato troppo invadente. Ma non capisco perché una ragazza così bella sia finita qui per una motivazione come la tua. Secondo me hai molto di più di quello che credi. Devi solo circondarti di persone che ti fanno stare bene."

Mi asciugo le lacrime, portandomi il cuscino questa volta davanti al volto. Odio piangere. Soprattutto davanti alla gente.

"Non devi coprirti, piangere è normale. Dovresti farlo più spesso." Aggiunge di nuovo.

Per la seconda volta ha capito come mi stavo sentendo.

"Scusami non sono abituata a farlo davanti agli altri, in realtà non lo faccio proprio." Ammetto.

"Beh comunque i tuoi parametri sono buoni, devi solo rilassarti. Buona notte Sara"

Sorride di nuovo e esce dalla stanza.

Le sue parole mi ritornano in mente per tutta la notte ma la stanchezza prende la meglio e in poco tempo riesco a dormire.

"Buongiorno piccola addormentata!"

Noi: Bianco e NeroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora