Capitolo 5: Avro cura di te

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Michele

È così bella che ancora non realizzo che sia di nuovo qui con me.
Questa mattina ho promesso a mio fratello che gliel avrei fatta conoscere, così gli ho buttato la proposta, sapendo che dopo tutto il casinò successo con Alessia non sarebbe stato facile, ed il fatto che lei abbia accettato mi ha veramente sorpreso.
Stiamo andando in ospedale e facciamo fatica entrambi a resistere alla tentazione di restare attaccati.
Sto immaginando la faccia di Andrea quando conoscerà Sara, sono quasi sicuro che le piaccia e che inizierà a prendermi in giro su qualcosa davanti a lei. È il suo modo di darmi importanza che sinceramente io non ho mai condiviso e approvato.
Incrocio le mie mani con le sue per poterle baciare mentre guido, voglio che si senta al sicuro. La sua felpa si sposta di poco sul polso e si intravede una fascia bianca.
<<Perché hai la fascia sul polso ? Che è successo?>> Chiedo con lo sguardo puntato ai suoi occhi, rabbrividendo all idea che possa averlo fatto di nuovo.
<<Niente in palestra, una distorsione.>>
Abbassa lo sguardo, come se non volesse farmi capire che sta mentendo. So quello che ha fatto e non mi piace che continui a farsi del male senza motivo. Non ribatto nel discorso perché non voglio rovinare un altra volta qualcosa con lei, per lo meno non prima di essere stati da mio fratello.
Il telefono inizia a squillare, rispondo con il Bluetooth della macchina in modo da poter continuare la guida tranquillo.
<<Pronto>>
<<Michele ?>>
<<Mamma sto andando a trovare Andrea. >> Rispondo veloce per sperare che capisca che sto guidando e fare breve la conversazione
<<Ah bene io sono qui con Giorgio. Ti avevo chiamato perché stamani non ti ho sentito uscire, volevo sapere se avevi bisogno di qualcosa>>
<<No grazie mamma. Tra dieci minuti siamo lì non ti preoccupare.>> la tranquillizzo, tagliando di nuovo corto
<<Siamo? Ma sei con Alessia ?? >>
Se potessi sotterrarmi in questo momento giuro che lo farei volentieri. Domanda sbagliata, nel momento sbagliato, mia madre sa sempre quando farle.
<<No mamma sono con Sara la ragazza di cui ti ho parlato. Ho promesso ad Andrea di fargliela conoscere.>>
Rispondo facendo finta che il nome Alessia non sia stato mai pronunciato. Sposto lo sguardo per un secondo su Sara e percepisco perfettamente il suo fastidio.
<<Ah ok.. mi fa piacere conoscerla allora vi aspettiamo. E Michele mi raccomando fai piano..>>
Sorrido e vedo che anche lei lo sta facendo. La preoccupazione mista alla dolcezza di mia madre ha spezzato quel momento di ghiaccio che si stava creando.
La saluto anche io e chiudo la telefonata.
Siamo arrivati al parcheggio del policlinico e galantuomo quale sono gli ho appena aperto lo sportello porgendogli la mano. I nostri corpi sono talmente vicini che ho dovuto prendere le distanze per contenere entrambe le nostre voglie.
Ci incamminiamo abbracciati verso la stanza, e subito Giorgio ci viene incontro ad accoglierci.
<<Buongiorno Michele, tuo fratello è tuo madre sono in stanza che ti aspettano, io vado un secondo a fumare una sigaretta. >>
Sorride squadrando Sara da capo a piedi.
<< Va bene Giorgio ci vediamo dopo allora.>>
Ricambio il sorriso con un occhiataccia di gelosia, non sopporto quando osserva in quel modo, so perfettamente cosa sta pensando.
Raggiungiamo mia madre tenendoci per mano, la stretta di Sarà è particolarmente forte ad ogni passo che ci si avvicina.
<<Buongiorno piacere io sono Anna la mamma di Michele>>
<<Piacere mio>> sussura arrossendo ancora di più
<<L hai portata per me o per mamma? Povera ragazza non la lasciare nelle sue mani la uccidera di domande.>> Sghignazza Andrea all interno della camera.
<<Ecco Lui è Andrea e lei è Sara. Mi raccomando non guardarla troppo c ha già pensato il tuo amico.>>
Una risata da parte di entrambi risuona nella stanza.
<<Piacere di conoscerti Andrea, tuo fratello non mi ha parlato molto di te.>> Riprende Sara dandomi un occhiata maliziosa.
<<Non avevo dubbi sai ? Invece io ho sentito parlare molto bene di te, e non so come tu faccia a sopportarlo. Devi essere davvero una ragazza in gamba. >>
Passiamo la maggior parte della mattina a parlare di me e delle piccole marachelle fatte da piccolo con mio fratello. Mia madre non ha mai smesso di sorridere ad ogni nostro ricordo, era come se gli avessero stampato è incollato quell espressione sul volto. È la cosa più bella di lei, ed averla riscoperta mi sta solo facendo piacere.
Sara è piaciuta molto alla mia famiglia visto che L hanno già invitata per un pranzo la prossima volta che verrà a Roma. Ovviamente non so se sarò pronto a portarla così presto a casa, ma la felicità riflessa negli occhi dei miei non ha prezzo.
Siamo appena arrivati al nostro giardino, sulla nostra panchina.
È lì che è cominciato tutto. Mentre prima quel luogo era un posto che consideravo solo e soltanto mio, oggi lo sto condividendo con una persona che mi sta aiutando a crescere.
<<Sara quelle fasce sono veramente una distorsione? >>
La guardo negli occhi ed appena i miei si incrociano ai suoi, vedo che il suo sguardo è pieno di paura e lacrime pronte a scendere.
<<Se lo sai perché me lo chiedi?>> si stacca subito dal mio abbraccio, portandosi le ginocchia al petto.
<<Perché voglio che sia tu a dirmi la verità, sopratutto se lo hai fatto a causa mia e perché continui a farlo ? >>
Non voglio che si chiuda in se stessa, so quanto sia difficile per lei parlare di questo aspetto ma voglio fargli capire che sta sbagliando, che non è questo il modo di affrontare le difficoltà.
<<Michele tu perché prendi a pugni il muro quando ti arrabbi? >>
<<Perché mi sfogo, ma so che è sbagliato.>>
<<Si ma nonostante sia sbagliato tu continui a farlo. Io so che forse è sbagliato ma so di non far del male a nessuno. È una cosa che sfogo sul mio corpo, non sugli oggetti o su altre persone. >>
<<È proprio questo che sbagli, tu stai facendo del male ad una persona che dovrai averci a che fare tutta la vita. Una persona che se smetterà di esserci, smetterai di esserci anche te. Sara fare del male a se stessi per qualcosa provocato da altri è sbagliato. Hai mai pensato a cosa potrebbe succedere se sbagli a tagliare ? Basta che prendi una vena e non la racconti più. >> la guardo in modo deciso e duro, stringendogli le mani con tutto l amore o affetto che posso trasmettergli.
<<Quando sei in quei momenti è difficile che pensi a ciò che può succedere. Le conseguenze, le persone diventano niente. Hai il buio completo. È come se ti mettessero una maschera senza il foro degli occhi. Però non è una maschera come tante, è di quelle che quando ti si mettono addosso non le stacchi più. >> Finisce di parlare mentre una lacrima le ha appena attraversato la guancia. Odio vederla piangere.
<<Le maschere si tolgono tutte. C è solo un momento di dispersione all inizio, ma basta sapersi orientare. Ovvio che tu con il tuo senso dell orientamento fai più fatica. Ma ci sarò io a prendermi cura di te. >> Sorrido e vedo che anche lei sta ridendo.
<<io so orientarmi. E poi se ci sei tu non so se posso stare tranquilla.>>
Sghignazza dandomi un piccolo pugno sulla spalla.
<<Avrò cura di te te lo prometto. E sai che io...>>
<<Non sopporti le promesse lo so.>> dice finendo la mia frase.
Sposto una ciocca di capelli dietro il suo orecchio, avvicinandomi a lei sempre di più. La bacio dolcemente, quasi come se facessi L amore con le sue stesse labbra. Sento il suo respiro affannarsi ad ogni mio tocco, e i sui baci diventare più profondi.
La metto sopra le mie ginocchia, sentendo ancora di più tutto il suo corpo su di me. Le sue mani giocano con i miei capelli, i suoi baci scorrono dalla mia bocca al mio collo. Non credo di resistere a lungo.
<<Michele...>> mi sussurra all orecchio con la voce più sensuale che io abbia mai sentito.
<<Dimmi piccola.>> affanno
<<C è un posto che non sia così aperto? >> Chiede arrossendo dolcemente
<<Certo vieni con me.>>
Sapevo di avere casa libera, sapevo che non sarebbe arrivato nessuno fino all ora di cena, e sapevo che non desideravo altro che far L amore con lei.
Appena entrati in casa lei inizia a fare un giro te le varie stanze, mi piace come osserva la mia vita, non lo fa con curiosità eccessiva, per questo non mi da fastidio.
Entro in camera mia e la trovo di spalle appoggiata alla scrivania ad osservare i miei libri. Mi avvicino abbracciandola da dietro, sposto i capelli e gli bacio dolcemente il collo.
Lei si gira e mi bacia, mentre la mia mano è già persa oltre la sua pancia.
La giro verso di me continuandola a baciare sfilandogli il vestitino a felpa che aveva addosso.
Lei mi toglie in un gesto dolce e veloce la maglietta e mi tira sempre di più a se.
La faccio sdraiare sul letto posizionandomi sopra di lei ed in poco tempo siamo entrambi senza vestiti.

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