Capitolo 15: Un brutto sogno

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Sara
<<Esco ma resterò qui fino a quando non sarai pronta a parlarmi>> Lo sguardo di Michele è spento, come se quelle sue parole fossero una richiesta di aiuto.
Si chiude la porta alle spalle, Marco fa un sospiro di sollievo. La tensione che si è creata tra di loro è veramente alta, da non sostenerla neanche attraverso un respiro.
<<Sara tutto bene?>>
<<Marco sto bene, non devi preoccuparti per me.>> Tuono di nuovo.
Nonostante gli sia molto grata per quello che ha fatto, non mi piace il comportamento durante la mia discussione con Michele. Non sono una bambina, so difendermi da sola e so benissimo che non mi avrebbe mai fatto del male, poiché questa volta sono stata io a ferire lui.
<<Non voglio che ti parli in quel modo. Non voglio che lui possa farti uscire anche solo una lacrima. Ne ho viste già abbastanza. >> incalza di nuovo Marco, accarezzando la mia mano e intrecciando le dita alle sue.
La mia reazione a quel suo contatto è veramente fastidiosa, tanto da farmi scattare e ritrarre la mano.
<<Hei piccola, sono io.. va tutto bene..>> sussurra con lo stesso sguardo che fino a giorni prima mi attraeva e che adesso improvvisamente mi stava allontanando.
<<Marco perfavore voglio rimanere da sola. >> chiedo in sussurro
<<Non ti lascio sola, sei mia adesso.>>
Mi afferra il polso stringendolo con forza sopra alla ferita. Sto per piangere, il dolore è fortissimo.
<<Marco mi fai male, ti prego vattene.>> sbotto con la voce tremante e dolorante dalla sua stretta.
<<Questo è quello che ti succederà se non farai come ti dico io. >> Lascia la presa continuando a sostenere il suo sguardo inquietante.
Esce dalla camera e io non posso fare a meno di crollare.
Piango di paura, piango per aver mandato via la persona sbagliata ed essermi fidata di qualcuno che ha solo fatto di finta di tenere a me.
Non riesco a contenere le mie lacrime, anche il mio corpo ha ormai deciso di prendere direzioni diverse.
Allungo il braccio verso il bottone di emergenza. Ho il respiro affannato, la vista appannata e non riesco a non smettere di tremare.
Premo il pulsante, lasciandomi andare alla mia paura e al mio panico del momento.
<<Sara che ti succede? Perché perdo sangue dalle ferite? Dottore perfavore venga subito.>> la voce dell infermiera mi sembra lontanissima. Abbasso lo sguardo verso la fasciatura e vedo il sangue delle mie ferite superare le bende.
<<Sara guardami, respira piano e cerca di calmarti. Infermiera le faccia subito una flebo. >> Una luce bianca mi è appena passata davanti agli occhi, riesco a riconoscere il colore. È La piccola lampadina del dottore di questo reparto, sta controllando se io sono cosciente.
Sento la testa girare di continuo, le forze che stanno esaurendo piano piano e il mio corpo abbandonarsi a uno stato di trans..
Non so cosa mia sia successo realmente, credo di essere svenuta.
<<Sara mi senti? >> di nuovo la voce dell infermiera
<<Si..>> sussurro debolmente
<<Bentornata tra noi. >> esclama sorridendo il Dottore Fazzi.
È un uomo di mezza età, piuttosto alto e brizzolato con degli occhi scuri e la barba corta tenuta alla perfezione.
<<Che ti è successo? Perché piangevi?>>
Il mio sguardo viene improvvisamente attirato da due occhi non lontani dal medico. Marco è nella mia stanza e sta aspettando solo che io risponda come vuole lui.
<<Niente ho fatto solo un brutto sogno. >> Mento ritraendo lo sguardo e fissando altrove.
<<Dottore se vuole posso stare io a farle compagnia... >> Il solo sentire la stessa voce che mi ha minacciata è creato tutto questo, mi fa terrorizzare di nuovo, pregando con tutta me stessa in una risposta negativa.
<<No sarebbe meglio che riposi da sola. Non si preoccupi ci siamo noi con lei. >> A quanto pare le mie preghiere sono state ascoltate o il mio medico mi legge nel pensiero.
I medici lasciano la stanza, mentre Marco si avvicina di nuovo a me. Sfiora di nuovo la mia ferita, premendo ancora una volta con forza.
<<Hai paura di me ? Adesso sono io a farti paura? Se farai la brava prometto che non ti succederà niente, ma devi essere brava capito? >> ringhia sottovoce.
<<Ho sentito il campanello, che è successo ? Sara tutto bene ? >>
Alessio entra nella mia stanza, facendo allentare la presa a Marco ma non cambiando il suo sguardo.
<<Si tutto bene, ha solo fatto un brutto sogno e le sue ferite hanno perso un po' di sangue.>> si rivolge a mio fratello fingendo un sorriso.
<<Tranquilla sorellina è solo stato un brutto sogno. >> Alessio mi accarezza il viso, sorridendomi dolcemente. Non ho mai visto mio fratello così preoccupato nei miei confronti. È sempre stato protettivo, ha sempre cercato di mettermi in allerta se qualcosa non gli piaceva, ma si fida molto di me.
Il mio sguardo va verso la porta incrociando due occhi inconfondibili. Michele è seduto in attesa della mia richiesta di parlargli. Vorrei tanto poterlo abbracciare, chiedergli scusa e sentirmi sua. La paura che Marco si renda conto dei nostri sguardi mi fa rabbrividire e sposto velocemente gli occhi su di lui.
La sua mano è ancora sulle mie fasce.
<<Non farmi del male ti prego>> sussurro.
<<Chi ti fa del male Sara ?>> sbotta Alessio. Non pensavo di averlo detto ad alta voce.
<<Sta delirando, sono i farmaci. Ha bisogno di riposare vero piccola ? >>
Dietro a quelle sue finte parole di dolcezza, tremo all idea di passare anche soli due minuti con lui.
Michele continua a fissarmi cercando di percepire qualcosa da ogni mio sguardo.
Faccio cenno con la testa per rimanere sola, con la speranza che sia veramente così.
Chiudo gli occhi addormentandomi con L idea che tutto questo sia veramente solo un brutto sogno.

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