Capitolo 6: Evasioni proibite

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Michele

Sento il suo profumo e il suo respiro prendersi possesso di tutto il mio corpo, il nostro battito accelerato fa da sottofondo a tutto questo spettacolo.
Le sue mani stringono ancora di più le mie, la bacio sulla fronte per far sì che si rilassi, continuo a esplorare il suo corpo con il mio stesso stringendola a me.
<<Michele...>>sussurra tra un sospiro e L altro...
<<Dimmi piccola>>
<<Fermati..>>
L unica parola che non volevo sentire, mi stacco guardandola negli occhi cercando dal suo sguardo un motivo o una paura, ma quello che vedo è solo buio.
<<Ok.. Scusami >>
Mi sposto di fianco tenendo ancora i nostri corpi a contatto, respirando ancora tutta quella sua bellezza.
<<Ne vuoi parlare ? >> Chiedo rompendo quel silenzio creato tra di noi
<<Non voglio che tutto questo finisca, non voglio che sia solo un ricordo di un pomeriggio qualsiasi. Non voglio essere per te l'Alessia o la stronzetta di turno.>>
<<L Alessia di turno? Oddio ancora con questa storia? È stato solo un bacio ! Sara io ci tengo a te credimi, non sei niente di tutto quello che pensi, questo era un modo per farti sentire più mia. Ma se per te è ancora paura, aspetterò.>>
Cerco ancora nel suo sguardo, una lacrima scende dolcemente sulla guancia, scorrendo ancora sul mento e sul cuscino. So quanto odi piangere, so quanto la mette in difficoltà mostrare certi suoi lati davanti ad altre persone ma è la parte che io amo di più.
Velocemente asciuga gli occhi con la mano ritraendosi dal mio abbraccio fissando di nuovo le mie labbra.
<<Non pensare che non ho voglia di te, che non ho voglia di sentirmi tua, voglio solo lasciare che le cose prendano il loro tempo che tutto non vada perso.>>
La sua voce è seria e sincera come il suo sguardo, i miei occhi stanno accarezzando e possedendo ogni parte del suo corpo scoperto dalle lenzuola e in questo momento contenere le mie fantasie non è semplice. Se fosse stata un altra ragazza forse avrei fatto quello di cui lei ha così tanta paura, ma con Sara è diverso non riesco a fargli del male, non riesco ad avere un rapporto che non sia qualcosa di vero.
Mi avvicino alla sua bocca baciando le sue labbra, questa volta è dolce, vero un bacio travolgente ma non sessualmente.
<<Andiamo piccola o perderai il treno.>>
Ci vestiamo lasciando il letto ancora disfatto da un inizio di quello che sembrava il "nostro momento".
In macchina è come se non fosse mai successo niente, come se quei corpi non fossero mai stati scoperti e noi non avessimo mai provato così tanto desiderio L'un L' altro.
Aspetto che il suo treno si allontani per lasciare andare qualsiasi emozione ancora rimasta in circolo nel mio corpo.
Il telefono mi stacca da ogni singolo ricordo o sogno di quel momento, lo sfilo dalla tasca e vedo il nome di Andrea sullo schermo. Tocco il verde per rispondere alla chiamata.
<<Michele ? Sei solo o c è sempre Sara con te ? Sara giusto? >>
Rido sentendo la sua voce, sopratutto dopo la grande paura che ho avuto di poterla non sentire più.
<<Si si chiama Sara Andrea, comunque no ha appena preso il treno e io sto tornando in macchina, ti serve qualcosa? Tutto bene ?>>
<<Tutto bene tranquillo, volevo solo sapere com è andata perché lei è bellissima e come diavolo hai fatto trovarla lo sai solo tu. Per non parlare di come faccia a sopportarti. Io spero per te che la tratti bene altrimenti dovrò diseredarti dalla famiglia mio caro.>>
Ridiamo entrambi
<<Devi smettere di farti di morfina endovena, i tuoi effetti collaterali sono devastanti. Le cazzate che spari sono ancora peggio. Comunque è andato tutto bene, la tratto come una principessa stai tranquillo. Non ho voglia di far cazzate.>>
Sospira, come se avesse sentito qualcosa di bello da togliergli un peso.
<<Comunque ti ho chiamato per dirti che mi piace non fartela scappare. Stammi bene fratellino. A presto.>>
Attacco ridendo come un idiota dalla telefonata. Sullo schermo del telefono vedo una notifica di whatsapp, con un tocco apro il messaggio.
Ci sono due foto. Siamo io e Sara abbracciati e coccolati sul mio letto. Le abbiamo fatte prima di accompagnarla alla stazione.
Arriva Un altra notifica e il telefono vibra di nuovo, questa volta però non è la stessa conversazione, penso subito che sia Andrea, alle prese con altre sue stronzate.
Messaggio da Alessia
<<Sono sotto casa tua, devo parlarti.>>
Tutto quello che in questo momento era così positivo è vero adesso si è trasformato in paura e emozione scura. Metto in moto alla macchina senza neanche rispondere a quel messaggio, sperando con tutto me stesso che al mio arrivo lei non sarà lì ad aspettarmi. Non ho paura che accada di nuovo qualcosa per attrazione, ho paura che non riesca a controllare quel mio lato maschile incontrollabile e insoddisfatto. Placo il mio testosterone cercando di pensare solo a chi mi fa stare veramente bene, ma la cosa non migliora anzi la voglia diventa ancora più incontrollabile. Premo con ancora di più forza L acceleratore superando le macchine. Apro il finestrino per colmare quel calore sul mio corpo con L aria fresca. Sono cambiato non sono più quello che tutti hanno sempre visto. Ho dei sentimenti forti verso quella persona, non voglio deluderla, allora perché il pensiero che Alessia sia lì ad aspettarmi mi provoca sesso. Si perché è sesso, quel gesto o atto che si limita solo al piacere e al soddisfare le voglie del singolo e al piacere del momento. Prima di Sara andavo a caccia di queste cose, quando non riuscivo a trovare niente pagavo pur di colmare tutto questo. Mi rendo quanto sia una cosa maschilista e egoista ma dio quanto mi piaceva. Approcciavo, ottenevo e scartavo con un semplice "È stato bello, adesso devo andare."
Sono davanti casa, tutte le mie paure crollano al suo sguardo dietro il vetro della mia auto.
<<Rispondere a un messaggio è troppo per te? >>
Abbasso lo sguardo chiudendo velocemente lo sportello.
<<No stavo guidando, non ho molto tempo quindi dimmi in fretta>>
<<Michele non sono stupida ho capito tutto. Sei fidanzato e forse ci tieni anche alla tua ragazza ma questa attrazione non la puoi evitare per sempre, come non puoi evitare me.>> Sbotta seria.
sento i suoi occhi spogliarmi, abusando di ogni parte del mio corpo e solo con lo sguardo provoca piacere e voglia immensa.
Mi avvicino al portone inserendo la chiave.
<<Alessia non sto evitando niente, quello che c è stato è stato solo uno sbaglio in un momento debole per entrambi. Io ho una persona che ha bisogno di me e io di lei. Basta ti prego. E poi cristo sei la ragazza di mio fratello.>>
Alzo lo sguardo convinto di tutto quello che le ho appena detto, convinto a chiudere quella porta e lasciare lì con lei ogni desiderio più intimo fatto solo alla sua vista.
<<Non è quello che ho sentito nei baci e nel tuo toccarmi. E poi adesso ti ricordi di tuo fratello? Non mi sembra ti sia mai importato niente fino adesso.>>
La rabbia a queste parole sale veloce al mio cervello, riuscendo quasi ad annebbiarmi la vista. Respiro perché potrei fare una cazzata di cui so di poterci passare guai in seguito e pentirmene.
<<Tu non sai niente di me, tanto meno del rapporto di mio fratello o di Sara. Io per te non sono nessuno come per il resto del mondo. Si è vero saresti stata una scopata magnifica, una delle migliori. Mi avresti dato piacere ma niente di più. >>
Il suo sguardo convinto adesso è passato al confuso e incredulo dalle mie parole. Si morde il labbro inferiore fissando le mie. Tolgo di colpo gli occhi dalle sue labbra ritorno agli occhi.
Ho bisogno di andare in camera mia, ho bisogno di evadere da queste situazioni. Ho bisogno di alcool.
Apro e chiudo il portone lasciando Alessia sul marciapiede, correndo in casa. Cerco negli sportelli qualcosa che mi possa essere utile in questi casi, i miei so che non torneranno fino a domani. Prendo la prima bottiglia che trovo e mi ci attacco, come se fosse acqua data a un esploratore che ha appena attraversato il deserto. Mi butto sul letto ancora con la bottiglia fra le mani, sorseggio Un altra volta, sentendo il fuoco scendermi nella gola. La vista è sempre più annebbiata tra un sorso e L altro e i miei pensieri sono bui o forse non ci sono neanche più. Qualcuno sta bussando alla mia porta, dopo la seconda volta non sento più niente. Credo che il mio visitatore abbia lasciato il suo intento di entrare in casa. Chiudo gli occhi e viaggio in quei mondi oscuri dove la mia maschilità e il mio piacere sono un tutt uno con il mio corpo perché sono io a provocarlo.
Immagino ciò che non abbiamo fatto quel pomeriggio con Sara, immagino di fare tutto per provocargli emozioni forti, o che sia lei a fare. Anche se le mie mani sono ferme, il mio corpo reagisce ad ogni pensiero.
Un piccolo dolore mi fa sobbalzare da tutto. Apro di scatto gli occhi ed è di nuovo lì a fissarmi mordendosi vogliosamente il labbro. Alessia.
<<Che cazzo ci fai qui? >>
Le urlo contro coprendomi velocemente con i pantaloni.
<<Hai lasciato le chiavi nella porta. Vedo che ti sei dato da fare tra alcool e lavori manuali. >>
Sorride maliziosa
<<Esci immediatamente da casa mia, vattene. >>
Sbottò di nuovo.
<<Dai Michele stava andando tutto secondo i nostri piani.>>
La stoppo prima che possa continuare mettendogli una mano davanti alla bocca.
<< Devi andare via hai capito? Non farmi pentire di cose che non voglio fare e non è del sesso quello di cui parlo. Vattene Alessia ti prego.>>
Mi guarda schifata, questa volta so di aver colpito nel centro. Non gli avrei mai fatto nulla di male ma so che se non ricorrevo alle maniere drastiche lei non si sarebbe fermata. Sbatte la porta di camera e più quella di casa, lanciando prima le chiavi con molta rabbia. Mi alzo cercando di riprendere quel poco di sobrietà che mi è rimasta dallo shock di averla vista.
Prendo il telefono dalla tasca dei pantaloni mi metto le cuffie alzando il volume alla musica che sta per partire. La bottiglia nel letto quasi
vuota è tutto quello che mi rimane per dimenticare ancora di più questa ragazza. Arrivo all ultima goccia e chiudo di nuovo gli occhi questa volta però mi lascio addormentare.

Sento la sveglia del telefono squillarmi nelle orecchie e il mal di testa salirmi ancora di più ad ogni singola nota della musica. Lo afferro sotto al cuscino, stoppando la sveglia e guardando L ora. Sono le 22.30.
Riguardo l orario e anche la data, rendendomi conto di aver dormito per due giorni. E di non aver risposto per un intera giornata alle chiamate e ai messaggi di Sara.
Ripenso a ciò che è successo dopo che sono salito a casa e la bottiglia vuota di Jack Daniels schiarisce ogni mio ricordo. L ho fatto di nuovo.
Guardo i messaggi e le chiamate e richiamo subito Sara sperando non sia già a letto.
Squilla e risponde al primo.
<<Ma si può sapere dove cazzo eri finito? Sopratutto dove avevi il telefono?>>
La sua voce è bella anche se arrabbiata.
<<Scusa piccola ho dormito per una giornata intera senza neanche rendermene conto. >>
Non stavo mentendo alla fine era la verità solo che non era proprio tutto così.
<< Hai dormito da ieri sera alle sei fino a oggi ? Michele stai bene ? La tua voce è abbastanza oscena e non è perché ti sei svegliato ora >>
Domanda severa
<<Si sto bene ho solo un mal di gola terribile, e forse anche qualche linea di febbre. Tranquilla. Tu come mai ancora sveglia ? >>
Cambio velocemente discorso prima che lei possa fare conclusioni a cui so di non poter essere pronto per dare risposte.
<<Sto studiando e finendo la tesina. Ma non mi torna neanche mezzo discorso. Non riesco neanche a mettere due parole create insieme. >>
<<Bene allora chiudi quei libri e parla con me, vedrai che starai meglio.>>
Sento una sottile risata, come se volesse nasconderla.
<<Pensavo che non volessi più parlarmi..>>
<<Scema e per quale motivo non dovrei parlarti? >> chiedo in tono scherzoso ma sicuro di quello che lei mi risponderà
<<Beh forse del fatto di non aver esaudito i tuoi piani. O meglio i nostri piani. E questo per le mie stupide paure o insicurezze.>>
Sbuffo perché l ultima cosa che voglio è che lei si senta colpevole di quello che non è accaduto solo perché io non gli ho risposto a delle chiamate.
<<Non ti ho risposto perché dormivo. Sai quando non ci sei devo andarti a cercare in mondi diversi.>>
<<in mondi diversi? Nei tuoi mondi ? >>
<<Esatto. Nel mio mondo.>>
Rido all idea di aver definito i sogni con il mio mondo perché non è proprio così, lo diventa solo se in quei sogni Sara ne è la protagonista.

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