Capitolo Sette

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Quando apro gli occhi, cerco di abituarmi alla luce accesa che entra dalle tapparelle. Mi guardo intorno e mi ricordo di essere nella stanza di Seungmin.

Lui mi da' ancora le spalle e sembra star dormendo.
«Smettila di guardarmi.» borbotta con la voce roca, cogliendomi di sorpresa.
«N-non ti stavo guardando.»
«Non mi piace essere preso in giro, Soowon.» il tono serio nelle sue parole mi fa impietrire. È evidente che non è cambiato di uno sputo, e io stupida che pensavo che aveva fatto tutto questo solo per mettere fine ai nostri litigi.

Mi alzo dal letto, mentre sento il materasso cigolare al movimento brusco che ha compiuto Seungmin per voltarsi.
«Dove vai?»
«Fuori da qui.» sbotto, prendendo la bacinella d'acqua.
Poco dopo il panico mi assale, o meglio dire, ci assale. La voce che richiama il nome del ragazzo si fa più vicina e credo sia proprio quella di mio fratello.

Seungmin si alza dal letto e apre l'anta del suo armadio, mi tira per il braccio e per poco non rovescio la bacinella. Un sussulto lascia le mie labbra quando ci ritroviamo entrambi in quello spazio ristretto. I nostri respiri si mescolano, qualche goccia d'acqua scivola sui nostri piedi scalzi e i corpi sono premuti l'uno contro l'altro.

Sentiamo la porta della stanza aprirsi e riesco a vedere Chan dal piccolo spazio aperto. Si guarda intorno, cercando il suo migliore amico che, a suo discapito e in un certo senso anche a mio, è nell'armadio insieme a me.
Con una scrollata di spalle e il volto rassegnato, Chan lascia la stanza.

Quando la porta si chiude, Seungmin rilascia un sospiro sollevato.
Mi fermo a guardarlo, anche se noto poco dei suoi dettagli nei lineamenti data la luce buia.
Una versione di Seungmin che non avevo mai visto: i capelli scuri scombinati per colpa del sonno, le palpebre abbassate e le labbra schiuse per il sospiro. Cerco di non abbassare lo sguardo sul suo petto ancora nudo e ben scolpito. Ho bisogno di uscire da qui dentro, perché improvvisamente sento caldo in ogni parte del corpo.

L'anta viene aperta, ma non è lui a farlo. Jeongin ci guarda, il viso scioccato e allo stesso tempo curioso.
«I-io...» balbetta.
«Merda, Jeongin. Quante volte ti devo dire di bussare prima di entrare nella mia stanza?» lo rimprovera Seungmin. Jeongin mi guarda, poi sposta lo sguardo sulla schiena nuda di Seungmin.

«Voi...» inizia, ma mi affretto subito a interromperlo.
«No!» esclamo, facendolo sobbalzare per il mio tono di voce.
Fa qualche passo indietro e ridacchia nervoso. «Scusate, tolgo il disturbo adesso!» esclama, correndo fuori dalla stanza.
Le mie guance iniziano ad illuminarsi di rosso e sento la gola secca.
«Sembri un cazzo di pomodoro.» mi fa notare Seungmin, uscendo dall'armadio.

Una volta fuori dal piccolo spazio, continuo a prendere le compresse dal comodino e il panno ormai asciutto.
Mi avvicino alla porta, mentre lo sento sussurrare un "Grazie" che probabilmente pensa che non abbia sentito.

Un angolo della bocca si alza. Un mezzo sorriso compare sulle mie labbra non appena lascio la stanza.

*ੈ✩‧₊˚

"Ce la puoi fare, Soowon." mi ripeto in mente, mentre aspetto l'autobus e quando mi avvio verso il luogo dove ho detto
a Yong-Soo di incontrarci.
Lo vedo, seduto sul prato e con la schiena poggiata ad un albero. Ha l'occhio sinistro nero e gonfio, un taglietto sul labbro inferiore.

Quando mi nota, si alza e mi saluta con un sorriso abbastanza tirato, quasi di circostanza. Dopo esserci salutati con un "Ciao" freddo e imbarazzato, lui si ferma ad osservarmi.
«Mi avevi detto che volevi parlarmi, è successo qualcosa?»

Con quale coraggio mi chiede se è successo qualcosa. Diamine, sì che è successo qualcosa!
«Yong-Soo, non voglio fare giri di parole, perciò andrò dritta al punto: ti ho visto con una ragazza ieri mattina e voi vi stavate...baciando.»
«Per questo hai mandato lo stronzo del tuo amichetto a spaccarmi la faccia?»
«C-cosa? No.»
«Sai, penso che questi giorni siano riusciti a farmi capire che in realtà fra noi due non c'è niente. Era così ubriaco che probabilmente mi era venuta voglia di baciare una come te.» Yong-Soo compie dei passi verso di me, portandomi ad indietreggiare finché la mia schiena non sbatte contro un altro albero.

«Avrei potuto baciare altre ragazze, invece l'ho fatto con te e tu...mi ringrazi in questa maniera?» si avvicina al mio viso, portando una mano sul mio fianco coperto dalla maglia. Lo stringe in una maniera possessiva, ma prima che riesca a baciarmi contro la mia voglia, un pugno gli atterra in pieno volto, facendolo barcollare.

Il respiro inizia a diventare irregolare, il mio petto si alza e si abbassa costantemente. Seungmin mi afferra per mano, guardando il ragazzo con il labbro sanguinante.
«Toccala un'altra volta e ti gonfio anche l'occhio destro.» sbotta, il tono acido e pieno di disprezzo. Ci allontaniamo, il moro mi continua a stringere la mano. Sento il pollice accarezzare il dorso della mia mano in una maniera gentile e calmante.

Nell'auto il fresco dell'aria condizionata si insinua nel mio corpo, mentre mi lascio andare sul sedile dopo aver allacciato la cintura.
Seungmin si mette alla guida e prima di partire mi chiede se stessi bene. Mi sono limitata ad annuire, perché le parole mi sono morte in gola.

Con una mano sul volante, Seungmin allunga il braccio destro verso i sedili posteriori, poi lascia una busta di plastica sulle mie gambe.
«Mangia. Sono due giorni che non fai un pasto come si deve.» borbotta, quasi fra sé.
Deglutisco e apro il sacchetto, dove al suo interno trovo un bubble tea e dei biscotti.

Richiudo la busta, con il nodo allo stomaco che ho in questo momento mi è impossibile mangiare.
«Che c'è? Non ti piacciono?» chiede, guardandomi per qualche secondo.
«No. Non ho fame, tutto qui.» gioco con l'elastico che ho al polso, facendolo sbattere contro la pelle del mio polso.

«Soowon, ieri non hai pranzato e cenato. Stamattina sei uscita senza fare colazione. Cazzo, non puoi stare a digiuno per uno stronzo del genere.»
«Posso decidere cosa fare nella mia vita? Perché dovete tutti trattarmi come una bambina? Non mi sembra che voi siate più maturi di me.»
«Non sarò maturo, ma tu puoi anche smetterla di guardarti allo specchio ogni volta che esci di casa. Non hai nulla da mostrare, perché alla fine sei solo la solita ragazza che pensa a sé stessa.»

Il mio cuore viene frantumato da una stretta forte, quelle parole sono come uno pugno nello stomaco.
«Accosta.» sbotto. Mossa stupida perché ha iniziato a piovere, ma non m'importa: non voglio stare in auto con lui.
«Cosa?»
«Accosta ti ho detto.» Seungmin non mi contraddice, si ferma e io ne colgo l'occasione per slacciarmi la cintura e scendere dalla macchina.

«Che diavolo fai? Sta diluviando!» urla con la testa fuori dal finestrino, ma continuo a camminare imperterrita.
Sento lo sportello sbattere, la sua mano avvolgermi il polso mentre mollo la presa con un gesto brusco.
«Non mi toccare.» sibilo ogni parola, gli occhi mi bruciano di rabbia e risentimento per aver assecondato Kim Seungmin.

«Hai gli sbalzi d'umore per caso?»
Premo le mani sul suo petto e lo spingo, mentre lui barcolla all'indietro.
«È la seconda volta in una fottuta giornata che mi sputi addosso cose orribili! Non tutti sono forti e spavaldi come te!» esclamo, mentre l'acqua continua a scorrere fra i miei vestiti, sul mio viso.

Seungmin mi afferra per le spalle, le nostre labbra quasi si toccano, ma non si uniscono, e sento il mio cuore fare le capriole.
«Che ti ho fatto?» sbotta, cerco di sostenere il suo sguardo.
«Niente. Kim Seungmin è il figlio di papà che non fa mai un cazzo.»
Mi stacco dalla sua presa e continuo a camminare.
«Soowon, entra in auto!»
«Lasciami perdere

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[ 🎲 ] 𝐀𝐋𝐋 𝐒𝐄𝐀𝐒𝐎𝐍 𝐂𝐎𝐌𝐄 𝐓𝐎 𝐎𝐍𝐄 - 𝗸.𝘀𝗺Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora