Capitolo Undici

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«Forza, colpiscimi!»
«Cosa? Sei impazzito?»
«Avanti, Wonnie! Tirami un pugno sul volto!» Jisung continua a stare fermo davanti a me, aspettando il tanto atteso pugno in pieno volto. «Voglio testare la tua forza. Avanti!»

Sospiro e gli tiro un pugno, mentre lui atterra sul divano.
«Merda, credo che tu mi abbia rotto il naso.» Mi avvicino a lui allarmata, cercando di spostargli le mani dal viso.
«Fammi vedere. Potrebbe essere davvero rotto.»
Jisung mi afferra dal braccio e finisco sul divano.

«Fregata!» scoppia a ridere e sbuffo infastidita. Quando vuole scherzare nessuno lo ferma.
Un colpo di tosse mette fine alle sue marachelle e i suoi occhi scivolano sulla figura di Seungmin che è appena entrata in salotto, portandolo così a togliere la mano dal mio polso.

«Serata film, chi si unisce?» Felix entra felice in salotto, fra le braccia tiene una ciotola di popcorn. Mi alzo dal divano e mi schiarisco la voce.
«Io no. Credo di voler andare a fare una passeggiata.» annuncio.
«Oh, andiamo! Potevamo vedere il tuo film horror preferito.» mette il broncio Changbin.
«Lo vedremo un'altra volta, divertitevi.» sorrido, sistemando una felpa leggera sul busto, prima di uscire di casa.

Il fresco estivo mi solletica la faccia e mi fa sorridere, ricordi che tornano in mente, come quando da bambini c'era sempre la serata film: c'erano anche i nostri genitori, che però giocavano a carte sul tavolo della cucina o parlavano di robe da adulti troppo difficili da capire a quell'età. Io e gli altri vedevamo sempre un film e dato che non avevano mai un genere in particolare, finivamo sempre per vedere un film horror scelto da me, con il disappunto di Min-Seo che finiva per nascondersi dietro le spalle di mio fratello, il più grande fra di noi. All'inizio pensavo che a Min-Seo piacesse Chan, invece lei mi aveva detto che amava follemente un bambino che andava nella sua stessa classe a scuola.

«Soowon.» il richiamo del mio nome mi sveglia dai pensieri, mentre mi volto per trovare il volto di Seungmin illuminato dal chiarore della Luna.
«Kim Seungmin, mi sembrava strano che tu non mi avessi seguito.»
«La serata film è noiosa se ci sono Jisung e Hyunjin a scegliere qualcosa da guardare, soprattutto se si tratta di un K-Drama.» borbotta, infilando le mani nelle tasche dei jeans.

«Quindi, invece di chiuderti nella tua stanza, hai preferito seguirmi?»
«Io non ti seguo.» dice serio, ma riesco a vedere la risata trattenuta nei suoi lineamenti.
«Kim Seungmin, dovrei proprio tirarti un pugno in faccia.» sorrido e lui imita il mio gesto, sorridendo genuinamente.

Affrontiamo cinque minuti di camminata in silenzio, ascoltando il fruscio delle foglie sull'asfalto. Mi accorgo poco dopo di aver camminato un po' troppo e che in realtà quei cinque minuti erano trenta. Guardo la città illuminata sotto di noi: una collina, due persone e un albero di ciliegio privo di fiori.

Seungmin guarda il cielo costellato, la testa poggiata al tronco dell'albero. I ciuffi d'erba mi fanno il solletico sulle gambe, mentre rivolgo un altro sguardo al cielo.

«Perché diavolo esistono le stelle? Non servono a nulla.» dico, giocando con un legnetto.
«Guardi le cose come osservi la pagina piena di equazioni matematiche, con il solito sguardo annoiato. Se guardi bene, le stelle formano costellazioni e a volte assomigliano a delle facce buffe.»

«Io non vedo niente.» dico, mentre mi distendo sul prato. Seungmin mi rivolge uno sguardo divertito, sistemandosi accanto a me e portando un braccio dietro la sua testa e uno rivolto verso il cielo.

«Guarda quelle stelle, non ti sembrano una faccia arrabbiata?»
Socchiudo gli occhi e mi soffermo a guardarle, ed effettivamente ha ragione. «Quelle ti stanno facendo l'occhiolino.» continua, mentre mi volto a guardarlo: i lineamenti perfetti illuminati da una luce fioca, gli occhi pieni di fantasia.

Kim Seungmin è un ragazzo pieno di immaginazione e io non me ne sono mai accorta?

SEUNGMIN

Continuo a guardare le stelle con il braccio rivolto verso il cielo.
«Quelle stanno sorridendo!» strepita Soowon, muovendo il mio braccio. Osservo le stelle che ha appena indicato e sorrido anch'io, guardandola muovere i piedi felice come una bambina.

«Cazzo, adesso sembra che abbiano senso.» dice, continuando a guardare il cielo, mentre io mi volto ad osservarla.
«Quella stella è così bella!» esclama, indicando un'altra stella, che io però non guardo, perché ho la stella più carina al mio fianco e non me ne sono mai accorto.

«Già, davvero bella.» dico, guardandola sorridere.

*ੈ✩‧₊˚

[ 🎲 ] 𝐀𝐋𝐋 𝐒𝐄𝐀𝐒𝐎𝐍 𝐂𝐎𝐌𝐄 𝐓𝐎 𝐎𝐍𝐄 - 𝗸.𝘀𝗺Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora