Capitolo Dodici

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Fisso un punto fermo con la mano sotto il mento, uno sbuffo lascia le mie labbra.
«Signorina Bang, perché non viene lei a svolgere l'esercizio?»

Mi sveglio dal mio sogno ad occhi aperti e guardo il professore che impugna il gessetto della lavagna fra le dita sottili. Deglutisco e mi alzo dal mio banco: le gambe sembrano gelatina al solo pensiero di fare brutta figura davanti a tutti i miei compagni di classe. Ero distratta e probabilmente adesso farò schifo.

Mentre inizio a muovere il gessetto sulla lavagna, la porta si apre e il collaboratore scolastico fa capolino dallo stipite.
«Professore, c'è un nuovo alunno.» borbotta l'uomo basso, sistemandosi la giacca della sua divisa.

«Oh, davvero?» il prof si alza incredulo, mentre il collaboratore annuisce.
«In realtà, ne sono arrivati altri sei, ma li hanno portati in classi diverse.»
«Va bene, faccia entrare il nuovo arrivato.»

Strizzo gli occhi quando vedo la figura di Seungmin entrare in classe, nella mia classe. È uno scherzo?
«Piacere di conoscerti, io sono il professor Ming.» si presenta il professore, stringendo la mano al ragazzo, che non perde tempo a spostare lo sguardo su di me e sulla mia figura avvolta nella divisa scolastica.
«Il piacere è tutto mio, prof.»

Il solito falso.

Il professore sorride a trentadue denti, ammaliato dalla sua gentilezza.
«Puoi prendere posto accanto a...oh, accanto a Soowon c'è un posto libero. Siediti pure lì.»

Qualcuno mi faccia fuori.

Seungmin sorride, mi rendo conto dopo che ha sorriso non guardando il professore: sta guardando me.
Si sistema lo zaino in spalla e va' al suo posto, facendo tornare l'attenzione del professore a me.

«Signorina Bang, non ha ancora svolto nulla?»
«I-io...n-non...» le parole mi muoiono in gola quando vedo Seungmin alzare la mano per parlare. Il professore gli concede la parola e lui schiude le labbra rosse e sottili.

«Posso darle una mano?»
«Certo. Vediamo come se la cava in matematica.»
Il rumore della sedia mi provoca i brividi lungo la spina dorsale, come il suo respiro vicino al mio, come il suo profumo.
Seungmin sfiora le mie dita per prendere il gessetto e inizia a scrivere sulla lavagna.

Rimango ferma a guardarlo scrivere ordinatamente. Quando termina l'equazione, si volta verso il professore, il quale lo guarda incredulo.
«Davvero molto bravo. Credo che si meriti un bel dieci e magari, potrebbe dare qualche lezione di ripasso alla signorina Bang, servirà anche per aumentare i suoi crediti per un ampio accesso agli studi universitari.»

Seungmin annuisce con un sorriso di circostanza, mentre il professore si volta a spiegare ai miei compagni di classe l'equazione. Il ragazzo ne approfitta di quel momento di distrazione generale per avvicinarsi al mio orecchio e sussurrarmi con la voce più bassa e roca del solito.

«Puoi anche smetterla di sognare ad occhi aperti su di me. Sono qui adesso

*ੈ✩‧₊˚

Esco finalmente dall'aula e vado verso la mensa, prima di scontrarmi con qualcuno.
«Dio, scusami.» borbotto, mentre il ragazzo si gira e mi rivolge un sorriso che conosco fin troppo bene: Felix.

«Guarda che coincidenza, stavo proprio venendo a trovarti.» dice, toccandomi la punta del naso con il dito. Lo stringo in un abbraccio.

«Sapevo che eravate pieni di sorprese, ma non fino a...questo punto.» gli scombino i capelli e lui ridacchia.
«In realtà...è stata un'idea di Seungmin. Ci ha convinti dicendo che qui in Australia le scuole sono migliori e che ci siete tu e Chan.»
«Seungmin vi ha proposto di trasferirvi in Australia?»
«Sì, esatto. Ieri eravamo impegnati nel sistemare la casa, per questo non vi abbiamo detto nulla. Perciò, sorpresa! E che rimanga fra noi: Seungmin sembrava giù di morale quando siete andati via, invece prima l'ho visto uscire dalla classe di matematica e aveva un sorriso enorme sul viso.» 

Sento le guance bruciare e la gola improvvisamente secca.
«Che ne dici di andare a mangiare qualcosa? Gli altri sono già in mensa.»
Annuisco, lieta del suo cambio d'argomento.

*ੈ✩‧₊˚

«Jeongin, possibile che tu sia così scarso?» Changbin guarda lo schermo rosso della televisione, la scritta "Loser" che lampeggia su esso, mentre Jeongin lascia cadere il controller sul tavolino davanti alla televisione.

Ridacchio, masticando altri popcorn insieme alla mia migliore amica.
Abbiamo deciso di ritrovarci tutta a casa dei ragazzi per mangiare una pizza e festeggiare il loro arrivo in Australia durante la stagione invernale. Sembra quasi strano stare insieme quando non è estate.

Sentiamo la porta d'ingresso aprirsi, mentre Hyunjin, Jisung e Chan entrano in casa con i cartoni delle pizze fra le braccia, seguiti poi da Minho, Felix e Seungmin, che impugnano molteplici buste piene di cibo da tenere in dispensa e qualche sacchetto di patatine e delle birre.

«Finalmente. Qesti popcorn non mi stavano saziando abbastanza!» si lamenta Min-Seo, alzandosi dal divano.
«Scusate il ritardo, c'era una fila immensa al supermercato.» spiega Minho, lasciando una delle buste sul tavolo.

Corro verso il cartone della pizza con lo stomaco che brontola. Apro la scatola di carta e Chan mi richiama.
«Wonnie, sai qual'è la regola! Prima si apparecchia e poi si mangia.»
Sbuffo. «Andiamo, io ho fame!»

«Sempre la solita piccola peste.» Seungmin se la ride appoggiato al bancone della cucina e bevendo l'acqua da un bicchiere di plastica.
«Fottiti.» rispondo, afferrando i tovaglioli, i piatti e i bicchieri.

Sistemo tutto sul tavolo con l'aiuto di Jeongin e poi tutti si siedono ai propri posti. Sorrido al ricordo del primo giorno d'estate.

I ragazzi scartano i cartoni di birre e ne passano una a ciascuno.
«Soowon, non bere troppo. Sei minorenne.»
«Chan, rilassati. Siamo a casa e non credo di vedere la polizia nel giardino di casa nostra.»
Ridacchio alla frase di Felix, stappando la mia bottiglia di birra.

*ੈ✩‧₊˚

Ogni luce è spenta e l'unica cosa che mi illumina il viso è la televisione. Ho avviato un film, ma non riesco a capire nulla date le immagini sfocate e i suoni ovattati per colpa delle troppe bottiglie di birra.

«Soowon, perché sei ancora sveglia?» Seungmin entra in salotto con una mano nei capelli scombinati e gli occhi socchiusi.
«Io...non lo so.» deglutisco, grattandomi la fronte.
Il ragazzo avvolge la mano attorno al mio polso, cercando di farmi alzare dal divano con scarsi risultati.

«Domani dobbiamo andare a scuola. Dovresti dormire.»
«Io non ho sonno e poi dovrei andare a casa.»
«Chan è rimasto a dormire nel letto libero nella stanza di Changbin e non puoi andare a casa da sola in queste condizioni.»

Mugolo versi che non riesco a capire nemmeno io, mentre riporto lo sguardo sulla televisione che viene spenta poco dopo. Due braccia calde mi avvolgono i fianchi e mi sento improvvisamente più alta, poi mi accorgo di essere fra le braccia di Seungmin. Stringe le mani sui miei fianchi per non farmi cadere e attraversiamo il corridoio in silenzio per non far svegliare gli altri.

Quando arriviamo in quella che credo essere la sua stanza, mi fa sedere sul letto e apre l'armadio, cercando qualcosa fra suoi vestiti.
Rimango ferma a guardare l'ambiente circostante fino a quando non vedo lo schermo del suo telefono illuminarsi per via di una notifica da parte di sua madre.

Fisso lo sfondo del cellulare, dove sembra esserci il volto di una ragazza che sorride allegramente, ma non riesco a capire chi è perché Seungmin sposta il telefono dal letto.
«Tieni, mettiti questi.» mi porge una sua felpa e un pantalone della tuta, poi si siede sul letto e mi dà le spalle.

Con una punta di imbarazzo, mi sfilo la divisa e indosso subito le robe da lui scelte. Il suo solito profumo entra nelle mie narici, mentre mi sistemo sotto le coperte e lui spegne la luce.
«Seungmin.» lo richiamo, voltandomi nella sua direzione.
Lui mi guarda e mi incita ad andare avanti.
«Chi è quella ragazza nello sfondo del telefono?»

Lui sposta lo sguardo sul soffitto e noto il suo pomo d'Adamo slittare per aver deglutito.
«Una ragazza che mi ha invaso i pensieri

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[ 🎲 ] 𝐀𝐋𝐋 𝐒𝐄𝐀𝐒𝐎𝐍 𝐂𝐎𝐌𝐄 𝐓𝐎 𝐎𝐍𝐄 - 𝗸.𝘀𝗺Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora