Capitolo Otto

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Una settimana.

È passata una fottutissima settimana da quello che è successo con Yong-Soo e...Seungmin. È passata una settimana da quando non mangio nulla, servendomi solo con dell'acqua. È passata una settimana da quando non ho parlato con nessuno: né con i miei genitori, né con Chan, né con la mia migliore amica e né con i ragazzi.

Passo le giornate nella mia stanza, alcune volte sotto le coperte, altre portando avanti i compiti estivi. Non credevo che le estati monotone come questa potessero esistere.

Finisco letteratura inglese e sistemo la piccola borsa di tela che avevo portato con me per conservare i libri scolastici.
Sciolgo la crocchia che avevo fatto due ore fa e guardo i miei capelli allo specchio: necessito di una doccia. Troppo stanca, decido di rimandarla a domani e mi distendo sul letto, sfogliando le pagine del mio libro preferito e leggendo qualche capitolo. 

Un colore accesso cattura la mia attenzione: un post-it giallo fluo passa da sotto la porta.
Posiziono il segnalibro fra le pagine e mi alzo, anche se controvoglia, dal letto. Afferro il post-it che era rimasto fermo sul parquette.

"Mi dispiace."

Prendo la penna e inizio a scarabocchiare nello spazio sottostante: "Mi pulisco il culo con le tue scuse."
Lascio cadere il bigliettino fuori dalla porta e mi siedo sul pavimento, poggiando la schiena al muro.
Dopo qualche secondo, il bigliettino compare nuovamente.

"Non dovevo dirti quelle cose."

"So che sei tu, Seungmin. Puoi continuare a scusarti per tutto il tempo che mi rimane prima di andare a dormire, ma non cambierò idea su di te e sul tuo conto."

Una lacrima mi riga la guancia, i ricordi di quel giorno riaffiorano.

"Soowon, non scherzo. Apri questa porta. Non ti vediamo da una settimana, è una cazzo di agonia."

"Il resto dell'anno vivete lo stesso senza la mia presenza."

"Soowon, ti prego."

"Seungmin, se ti ha mandato qualcuno, fai prima a non sprecare il tuo tempo."

"Sono qui di mia spontanea volontà. Non voglio vedere gli altri star male per colpa mia e può suonare stupido detto da me."

"Va' via, Seungmin."

Quello è l'ultimo messaggio che lascio, prima di tornare a leggere sul mio letto.

*ੈ✩‧₊˚

Mi rigiro nel letto, sono quasi le tre e io non ho ancora chiuso occhio perché tutti i miei pensieri volano a lui e a quanto possa star male perché non gli rivolgo nemmeno uno sguardo.

Mi hanno sempre insegnato di non fermarmi davanti alle difficoltà e di reagire, ma io sto facendo l'esatto opposto: sto facendo la codarda.

Mi metto a sedere, mordicchiandomi l'unghia del pollice. Poi, non mi rendo più conto delle mie azioni e in poco tempo sono davanti alla porta della sua stanza.

Busso due volte, un sorriso mi spunta sulle labbra ricordandomi l'imbarazzo di quel giorno, quando Jeongin aveva aperto l'armadio.
La porta finalmente si apre e noto la sua figura alta e assonnata sull'uscio.

Lui mi guarda, io lo guardo. Qualche lacrima gli riga la guancia: Seungmin sta davvero piangendo?
«Sei...vera? Cioè tu...insomma...non sei solo un sogno?» mi tocca la testa, i capelli, le guance e il mio corpo si riempie di brividi quando passa il pollice sul mio labbro inferiore.

Gli posto le mani dal mio viso e prendo un respiro.
«Volevo solo dirti scusa, non farti strane idee.» indietreggio una volta terminata la frase, sperando di riuscire a dormire in pace questa volta. «Buonanotte.» borbotto, voltandomi e continuando a camminare nel corridoio.

Due braccia mi avvolgono la vita, mi stringono in un abbraccio stretto e sento il cuore esplodere.
«Mi dispiace, sul serio.» sussurra Seungmin al mio orecchio, il suo petto contro la mia schiena e il mento sulla mia spalla.

Un semplice gesto che ha creato in me i fuochi d'artificio.

*ੈ✩‧₊˚

[ 🎲 ] 𝐀𝐋𝐋 𝐒𝐄𝐀𝐒𝐎𝐍 𝐂𝐎𝐌𝐄 𝐓𝐎 𝐎𝐍𝐄 - 𝗸.𝘀𝗺Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora