Seraphine's POV
"A volte, le persone più enigmatiche e complicate sono quelle che ci attraggono di più, nonostante (o forse proprio per) i misteri che celano."
Il giorno proseguì senza troppe sorprese fino al pranzo. Decisi di dirigermi in mensa, dove avevo appuntamento con Lilith. La mensa era un caos di rumori e odori di cibo, con studenti che chiacchieravano animatamente e il rumore dei piatti che si mescolavano al clangore delle posate. Vidi Lilith seduta a un tavolo vicino alla finestra, con il suo piatto di insalata, frutta e un bicchiere d'acqua. Il mio vassoio, al contrario, conteneva un panino imbottito di prosciutto e formaggio e una porzione di patatine.
Mi avvicinai e mi sedetti di fronte a lei, notando che il suo cibo era decisamente più salutare del mio. «Ciao, Lilith!» dissi, mentre piazzavo il mio vassoio sul tavolo e iniziavo a mangiare. La differenza tra i nostri piatti sembrava riflettere le nostre diverse abitudini e stili di vita.
Lilith mi sorrise, un sorriso che sembrava sempre illuminare il suo volto. Cominciò a mangiare la sua insalata con calma, mentre io mordevo il mio panino con appetito. «Ciao! Come è andata la giornata?» chiese, mentre masticava lentamente un boccone di insalata.
«Beh, non è stata proprio una giornata perfetta,» risposi, mordendo un pezzo di panino e guardando il mio piatto. «Ho combinato un disastro stamattina: ho rovesciato il caffè addosso a un ragazzo.»
Lilith alzò un sopracciglio, incuriosita. «Davvero? E com'è andata a finire?»
«Beh,» cominciai, «la sua camicia si era completamente macchiata, e mi ha chiesto di prenderne un'altra dal suo armadietto. È stato un po' strano, perché poi è apparso in bagno a petto nudo non che fosse un problema, ma non me l'aspettavo.»
Lilith sembrava colpita. «Aspetta un attimo, come hai detto che si chiama?»
«Adrian,» risposi.
Lilith fece una smorfia di sorpresa e preoccupazione. «Adrian White?!»
«Non ne sono sicura, non mi ha detto il cognome,» dissi. «Perché? Lo conosci?»
Lilith sbuffò e scosse la testa. «No, non lo conosco personalmente, ma tutti sanno chi è Adrian White. È il classico tipo che non passa inosservato, e non solo per l'aspetto. Lui e suo fratello Asher possiedono uno dei locali più esclusivi della città, e si dice che lì dentro girino affari poco chiari. E poi c'è Raven.» Fece una pausa, sollevando un sopracciglio. «È praticamente cresciuta con loro, ed è come il braccio destro di Asher. È coinvolta in tutto quello che fanno, e si dice che sia lei a tenere insieme i pezzi. Di certo, non è una da sottovalutare.»
Mi sentii un po' confusa. «Che tipo di affari poco chiari?»
Lilith mi lanciò uno sguardo serio. «Io non sono mai riuscita ad entrare in quel locale, ma nessuno sa davvero cosa succede lì dentro; è come un mistero avvolto nella nebbia, e chiunque ci entri riesce a tenere la bocca chiusa. E poi c'è quella storia di Asher con la figlia del preside. Nessuno sa quanto sia vera, ma ha creato abbastanza scandalo da gettare ombre sulla loro reputazione.»
Fece una pausa, accennando un sorriso amaro. «Ma, alla fine, chi siamo noi per giudicare? Ognuno ha i suoi segreti.»
Mi venne subito un'idea, non delle migliori. «Lil, per caso sai dove abita Adrian? Dovrei portargli una cosa.»
Lilith sembrava riflettere per un momento, poi annuì. «Beh, se insisti. Abita in un appartamento vicino al centro città, in un complesso chiamato "Ocean View". Dovresti cercare il numero 12. Ma, onestamente, non ti consiglio di andare lì senza una buona ragione. Quei ragazzi hanno un bel giro di conoscenze e possono essere imprevedibili.»
«Va bene,» risposi, mentre mi alzavo e mi preparavo a lasciare il tavolo. «Grazie per le informazioni, Lilith. Ci vediamo domani!»
Tornai in albergo, misi subito la camicia in lavatrice e poi in asciugatrice. Decisi di farmi una doccia mentre aspettavo, cercando di rilassarmi un po'. La giornata era stata più turbolenta del previsto, e avevo bisogno di staccare un attimo. Dopo essermi vestita e aver piegato la camicia, la rimisi nella borsa, preparandomi a dirigermi verso casa di Adrian.
Guidai verso il complesso "Ocean View", seguendo le indicazioni che Lilith mi aveva dato. Arrivata al numero 12, parcheggiai e mi avvicinai all'ingresso dell'appartamento. Il posto sembrava piuttosto elegante, con i suoi edifici moderni e ben curati, ma anche un po' isolato, circondato da giardini e aree verdi.
Suonai il campanello e aspettai nervosamente. Ogni suono del campanello sembrava amplificato dalla mia ansia. Dopo qualche istante, la porta si aprì e mi trovai di fronte a un ragazzo con i capelli neri e un'espressione curiosa. Era il ragazzo che avevo visto al bar, e senza dubbio il fratello di Adrian. Non ci mise molto a squadrarmi con un sorriso storto, come se stesse cercando di capire cosa ci facessi lì e se stessi facendo parte di qualche scherzo.
Mi ritrovai a fissarlo, mentre la mia mente cercava di decifrare il sorriso enigmatico che si era formato sulle sue labbra.
Grazie per leggere e supportare la mia storia! Se vi è piaciuto, lasciate un commento e fatemi sapere cosa ne pensate. 🤍
STAI LEGGENDO
NOTHING
RomanceChi mai chiamerebbe un locale a Los Angeles, "Los Angeles"? E soprattutto, chi sono questi cosiddetti "angeli"? Gli angeli di Los Angeles non hanno nulla di divino. Sono i fratelli White: Asher e Adrian, insieme a Raven, una ragazza priva di sentime...