PLOT

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🌷AVVERTENZE 🌷

Consigliato a un pubblico consapevole. Sconsigliato a lettori sensibili, poiché il testo contiene linguaggio esplicito, descrizioni di violenza, atti estremi e sesso. Verranno trattate tematiche molto sensibili, non adatte a un pubblico di minori.

DA COSA TUTTO EBBE INIZIO?

A volte mi chiedevo: "Vuoi scrivere? Ma cosa vuoi davvero scrivere?" La risposta è arrivata quando ho capito che volevo creare qualcosa che facesse male, che lasciasse un segno, che ti svuotasse dentro, ma che allo stesso tempo riempisse il vuoto che si è creato, come un'eco silenzioso che non ti abbandona nemmeno dopo l'ultima parola. Un vuoto che inizia a crearsi lentamente, con l'andare della storia, quindi non un vuoto percepibile sin dalle prime pagine. Non perché voglio dipingere un mondo tragico, ma per aprire una finestra sulla mente di chi ci sta accanto. A volte, molte persone nascondono un cuore fragile dietro la durezza o la cattiveria. Ma cosa succede quando la cattiveria non è una maschera, ma la vera natura di qualcuno?

Avete mai sentito parlare della teoria dell'attaccamento? Di come i genitori, anche senza volerlo, possano segnare profondamente la vita dei propri figli? Le esperienze dell'infanzia tracciano ferite invisibili che ci portiamo dietro per tutta la vita, influenzando il modo in cui vediamo noi stessi e il mondo.

Mi sono ritrovata spesso a riflettere sulla rabbia, quell'emozione che conosco così bene. Non è solo un'esplosione, ma una fiamma che arde lentamente, un dolore muto che si nasconde dietro sorrisi e sguardi indifferenti. La rabbia non è semplice da controllare, e quando arriva sembra travolgerti, schiacciarti. È facile dire "controlla la rabbia", ma è una prigione che tiene imprigionate le emozioni, trasformandole in un grido soffocato.

E non è facile gestire questi sentimenti, e per chi pensa di non averne, lo è ancora di più. C'è una lotta interiore che si combatte in silenzio, dove il vuoto sembra sempre più profondo e ogni passo è più pesante.

Poi ci sono le bugie e i segreti, quelli che nascondiamo agli altri e, a volte, anche a noi stessi. Un modo per sopravvivere, per nascondere parti di noi che ci spaventano. Ma più le bugie si accumulano, più si finisce per costruire un muro che ci separa dalla verità. Una verità che, quando arriva, può essere devastante, lasciandoci soli con il nostro dolore.

E se dessimo voce ai pensieri di chi si sente perso, di chi cerca solo di essere capito, non dagli altri, ma da se stesso? Forse scopriremmo che a volte il dolore è così grande da non lasciare nulla.

Perché...

Alla fine della strada, ti guardi indietro e non rimane che NIENTE.

Detto questo, allacciate le cinture e preparatevi.

Benvenute a Los Angeles.

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