6. Il Peso del Passato💜

56 9 4
                                    

Lilith's POV

Come geloso, io soffro quattro volte: perché sono geloso, perché mi rimprovero di esserlo, perché temo che la mia gelosia finisca col refire l'altro, perché mi lascio soggiogare da una banalità: soffro di essere escluso, di essere aggressivo, di essere pazzo e di essere come tutti gli altri.
-Roland Barthes

Il cuore può fare male? Non nel modo poetico in cui lo si descrive nei libri o nelle canzoni, ma letteralmente, come se qualcuno lo stringesse in una morsa sempre più stretta, senza tregua. Ogni battito diventa un tormento, e la notte, quando il mondo sembra spegnersi, il dolore si fa insostenibile. È come un peso insopportabile che cresce, una catena che si stringe intorno al petto. E mentre mi rigiro sul letto, cercando disperatamente un sollievo che non arriva, mi chiedo se mai riuscirò a liberarmi. Ma so che non c'è via d'uscita. Il peso dei ricordi, della vergogna, dell'inadeguatezza che ho accumulato nel tempo è un fardello troppo pesante, impossibile da scrollarsi di dosso.

Sono cambiata, e non in meglio. La bambina impaurita che si nascondeva nell'angolo non è scomparsa: si è solo trasformata in una ragazza che tutti vedono come normale, forse addirittura impeccabile, mentre dentro continua a sentire il vuoto, la lotta costante. Non importa quanto cerchi di mascherarlo, quella bambina è sempre lì. Quando mi guardo allo specchio, non vedo altro che una versione distorta di me stessa, la stessa che un tempo non riusciva nemmeno a sostenere il peso del proprio respiro.

Ogni complimento che ricevo, ogni volta che qualcuno mi dice quanto sono "perfetta", non riesco a fare altro che sentire l'eco di quelle parole che mi hanno spezzata. Come posso essere perfetta, quando dentro di me c'è solo rovina? Quella frase... quella frase pronunciata tanto tempo fa, forse senza nemmeno pensarci, mi ha condannata. Non so se lui, quell'ombra del mio passato, si ricorda di quel giorno, di quel momento in cui le sue parole hanno inciso un solco nel mio cuore. Forse per lui è stato solo un attimo, una battuta infelice dimenticata subito dopo. Ma per me è stata l'inizio di una lenta distruzione, il punto in cui ho cominciato a disgregarmi.

Vorrei gridare, ma non ci riesco. La mia voce è intrappolata nella gola, soffocata dalla consapevolezza che nessuno potrebbe davvero comprendere questo dolore che mi divora. E le lacrime, quelle non ci sono più. Le ho esaurite, consumate da anni di tormento silenzioso. Il mio corpo è vuoto, svuotato di ogni forza, mentre il mondo intorno a me continua a girare, indifferente. Nessuno sa quanto sia difficile mettere un piede davanti all'altro, mentre il cuore si frantuma a ogni passo.

Ogni movimento diventa un atto di resistenza. Ogni respiro, una vittoria amara. Non perché sia forte, ma perché non ho altra scelta. La vita non si ferma per nessuno, nemmeno per chi è spezzato. E così, continuo a indossare la mia maschera, a far finta che tutto vada bene. Ogni sorriso è una menzogna, ogni parola una bugia per nascondere il caos che ho dentro. Nessuno sa delle mie notti insonni, delle battaglie che combatto ogni volta che chiudo gli occhi. Nessuno sa che dietro ogni gesto c'è un dolore che non passa mai.

Eppure, continuo a camminare. Non so come, ma lo faccio. Anche se ogni passo mi costa più di quanto gli altri possano immaginare. Anche se il peso di quelle parole mi schiaccia ogni giorno di più. Mi giro ancora una volta sul letto, cercando una posizione che allevi almeno un po' quel dolore che si fa sempre più lancinante. Non c'è sollievo, non c'è tregua. Solo il vuoto e la consapevolezza che, alla fine, il dolore è solo mio. Nessuno può portarlo per me. Nessuno può salvarmi.

Mi chiedo spesso se lui ricordi quel giorno. Se si renda conto di quanto possa fare male una parola. Se abbia mai pensato a come le sue frasi, gettate con noncuranza, abbiano potuto distruggermi. Eppure, anche se lo sapesse, cosa cambierebbe? Il danno è fatto. Le cicatrici sono lì, a ricordarmi ogni giorno quanto sono fragile, quanto sia facile spezzarmi.

E mentre la notte avanza, e il sonno sembra ancora lontano, mi lascio andare al dolore. Forse, accettarlo è l'unico modo che ho per sopravvivere. Forse, permettere a questo tormento di scorrere dentro di me è tutto ciò che posso fare. Sperando che, in qualche modo, mi consumi abbastanza da alleggerire il peso che mi porto dentro. Forse domani sarà più facile. O forse no.

"Questo capitolo è stato difficile da scrivere, perché a volte i ricordi più dolorosi sono quelli che ci accompagnano per tutta la vita. Ci sono momenti in cui il passato sembra insormontabile, ma ognuno di noi lotta ogni giorno per trovare la propria forza interiore.

Vi siete mai trovati in situazioni simili a quelle di Lilith? A volte le parole lasciano segni più profondi di quanto possiamo immaginare.

Scrivetemi nei commenti come vi sentite dopo aver letto questo capitolo, e ricordate sempre: anche nei momenti più bui, non siete soli. 💜"

NOTHINGDove le storie prendono vita. Scoprilo ora