Seraphine's POV
"A volte, il caos esterno è solo
uno specchio del tumulto interiore."La sua presenza emanava una sicurezza che mi metteva a disagio, una sicurezza che sembrava voler dire che il mondo girava intorno a lui. Come mi aveva detto che si chiamava, Lilith? Ah, Asher. Stava lì, imponente e distaccato, la sua aura dominava lo spazio. Ogni movimento del suo corpo, ogni gesto, era un promemoria costante del suo dominio.
Non disse nulla subito. I suoi occhi scuri, penetranti, si posarono su di me con una scrutatrice intensità, come se cercassero di leggere ogni mio pensiero, ogni segreto nascosto. Era come se potesse intuire che non avevo alcun diritto di essere lì. Quella sensazione sgradevole di essere esposta, vulnerabile, mi avvolse come una morsa invisibile. Ma non potevo permettermi di mostrarmi debole; non ora, non mai.
Finalmente, fu lui a rompere il silenzio. Il suo tono oscillava tra sarcasmo e divertimento, un misto velenoso che mi fece rabbrividire. «Non sei qui per Adrian, vero?» chiese, e la sua voce aveva un sottotono di disprezzo nascosto.
Lo fissai, sorpresa dalla sua audacia, ma cercai di non farmi sopraffare. «In realtà sì,» risposi con fermezza, «devo solo consegnargli una cosa.»
Il sorriso di Asher si allargò, e un'ombra di divertimento attraversò i suoi occhi scuri, come se trovasse tutto questo estremamente divertente. «Ah, quindi sei una delle sue... amiche, immagino. Non pensavo che il mio caro fratellino avesse amicizie così interessanti. Di solito è un po' più selettivo, sai.»
Quelle parole mi colpirono come un pugno nello stomaco. Il sottinteso era chiaro: mi stava insinuando che fossi solo una delle tante ragazze che orbitano attorno ad Adrian, irrilevante e insignificante nella sua vita, una comparsa destinata a essere dimenticata. Ma non era così, e non avrei permesso a nessuno di farmi sentire inferiore.
«Non sono qui per quello.» La mia voce era più ferma di quanto mi aspettassi. «Ho solo una camicia da restituirgli.»
Asher alzò un sopracciglio, il suo sorriso si fece quasi maligno. «Una camicia, eh?» replicò, con un tono che sembrava trovare la situazione incredibilmente ridicola. «Quante altre ragazze, secondo te, gli hanno riportato qualcosa che avevano accidentalmente preso?»
L'ironia nelle sue parole era palpabile. In un altro contesto, avrei potuto trovare quella scena ridicola, ma in quel momento mi sentivo come se il pavimento sotto di me stesse per crollare. Era tutto così surreale, e la sua sicurezza era un veleno che sembrava avvelenare l'aria.
«Non mi interessa quello che pensi,» replicai, stringendo la borsa con una forza che non sapevo di avere. «Non sono una delle sue... Come le chiami tu? Amiche?»
Per un attimo, pensai di vedere una scintilla di rispetto nei suoi occhi, ma fu subito oscurata da un ghigno sarcastico. «Sei tosta, mi piace,» disse, il tono per nulla affettuoso. «Peccato che la tua determinazione sia sprecata. Adrian non è tipo da ricordare i volti, e tu non sembri far eccezione.»
Le sue parole mi colpirono più duramente di quanto volessi ammettere. Non volevo essere una di quelle ragazze, non volevo essere dimenticata così facilmente. «E tu?» ribattei, cercando di mantenere un tono di sfida. «Tu invece ricordi tutti i volti delle ragazze con cui stai? O sei solo bravo a dimenticare?»
Lui mi guardò per un lungo momento, come se cercasse di capire se la mia fosse una vera sfida o solo una provocazione. La tensione tra di noi era palpabile, come una corda tesa al limite. Alla fine, scrollò le spalle con noncuranza. «Non mi interessa ricordare. Tutto quello che conta è il momento.»
«È per questo che sei così vuoto dentro?» chiesi, senza riuscire a fermarmi. Le parole mi uscirono cariche di rabbia e disprezzo, come se avessi trovato un modo per esorcizzare la frustrazione che mi tormentava.
Il sorriso di Asher scomparve in un istante, e il suo volto assunse una durezza che non avevo mai visto. Fece un passo avanti, riducendo lo spazio tra di noi, e io sentii il mio respiro farsi più corto. La sua voce diventò un sussurro minaccioso. «Attenta a quello che dici, principessa. Non sai nulla di me.»
Mi trovai a stringere la borsa con ancora più forza, il cuore che batteva all'impazzata, come se volesse uscire dal petto. «So che dietro tutta questa sicurezza nascondi solo il vuoto. E so che non ti piace sentirlo.»
Per un lungo istante, ci fissammo, il silenzio tra di noi diventò opprimente, quasi tangibile. Il confronto tra noi era un campo minato, e qualsiasi parola o gesto poteva scatenare un'esplosione. Poi, prima che potessi rendermene conto, la porta si spalancò dietro di lui, e una voce familiare interruppe la tensione tra di noi.
«Che sta succedendo qui?»
Mi voltai di scatto, il cuore che sembrava fermarsi per un attimo. Adrian era lì, appoggiato allo stipite della porta, con un'espressione confusa e leggermente infastidita sul viso. Il contrasto tra la sua apparente indifferenza e l'intensità del momento era stridente, e per un attimo, il peso della situazione sembrò alleggerirsi, come se una parte della pressione fosse stata sollevata, solo per fare spazio a un'altra forma di caos.
Adrian mi guardò con un'espressione interrogativa, e il suo sguardo si spostò tra me e Asher, come se cercasse di decifrare il motivo di quell'improvvisa esplosione di tensione. La mia borsa sembrava diventata più pesante, e il freddo che avevo avvertito in presenza di Asher sembrava ora amplificato dalla presenza di Adrian.
Asher non sembrava particolarmente preoccupato per l'interruzione. Al contrario, la sua espressione rimase imperturbabile, ma con un'ombra di curiosità nei suoi occhi, come se l'arrivo di Adrian avesse solo aggiunto un ulteriore livello di intrigo alla situazione.
«Oh, guarda chi si fa vivo,» disse Asher, la sua voce fredda e priva di emozione. «Finalmente abbiamo il tuo cavaliere in armatura. Sei fortunata, sembra che il tuo tempismo sia perfetto.»
Adrian si avvicinò, il suo sguardo severo posato su di me, ma anche su Asher, come se cercasse di capire cosa fosse successo. Il silenzio che seguì era pesante, carico di aspettativa. Sentivo l'ansia montare, come se l'aria stessa stesse aspettando che qualcuno rompesse il ghiaccio. E io, in quel momento, ero intrappolata in un limbo di emozioni contrastanti, cercando di mantenere la mia dignità mentre tutto intorno a me sembrava sull'orlo dell'esplosione.
"Le tensioni stanno aumentando, e sembra che Seraphine stia entrando sempre più nel mondo complesso e oscuro dei fratelli White. Cosa succederà adesso che Adrian è entrato in scena? Sarà lui a spezzare la tensione tra Seraphine e Asher, o le cose prenderanno una piega inaspettata?
Secondo voi, cosa si nasconde davvero dietro l'atteggiamento freddo e sicuro di Asher? E cosa pensa Adrian di questa situazione? Sono curiosa di sapere cosa ne pensate!
E poi... secondo voi, Seraphine riuscirà a mantenere il controllo o finirà per essere travolta da questo caos? Non perdetevi il prossimo capitolo!
Lasciate un commento e fatemi sapere le vostre teorie. ❤️"
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NOTHING
RomanceChi mai chiamerebbe un locale a Los Angeles, "Los Angeles"? E soprattutto, chi sono questi cosiddetti "angeli"? Gli angeli di Los Angeles non hanno nulla di divino. Sono i fratelli White: Asher e Adrian, insieme a Raven, una ragazza priva di sentime...