Capitolo 9

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16 marzo



Sette giorni.

Sette giorni erano trascorsi dal suo compleanno. Da quella serata incredibile.
Sette giorni da quando Crowley aveva per la prima volta potuto verificare che sì, i capelli di Aziraphale Fell erano davvero morbidi come una nuvola. Che la pelle del suo viso era davvero seta e alabastro. Che le sue labbra erano davvero il soffice scrigno di un tesoro fatto di carne e miele (e nutella e zucchero a velo e...). Sette giorni che conosceva davvero il suo odore (e non solo quello che lasciava su federe e lenzuola che aveva sniffato a lungo il mese prima), il calore della sua pelle tra orecchio e collo e come era un cravattino tartan sotto la lingua.

Sette giorni che, tra revisione e stesura di altri due capitoli e convivenza con suo padre (e jogging, tanto, troppo jogging), erano passati rapidi ma impietosi, senza potersi rincontrare.

Si erano sentiti, certo. Anzi, Aziraphale aveva scritto per primo la domenica sera, informandosi su come fosse andata la gara di suo padre. Era sempre così fastidiosamente gentile. Anthony gli fu grato. Lui una conversazione, dopo quella serata, non sarebbe stato in grado di iniziarla.

Ma poi la quotidianità da dirigente aveva di nuovo preso il sopravvento e aveva inghiottito l'adorata persona del suo... del suo... Non più collega. Non più amico. Amante, forse? Cosa erano? Cosa sono due che si sono baciati per mezza serata?
Ne aveva baciati a bizzeffe di uomini per una sola serata. Ma mai aveva sentito l'esigenza di dare un nome a una situazione simile. Esigenza che invece in quel momento sentiva. Dopotutto era Aziraphale Fell, diamine.

Nemmeno quel sabato potevano vedersi. Stava iniziando la primavera e con lei un corollario di eventi da introdurre al Parco archeologico. Forse il giorno seguente ci sarebbe scappata una revisione insieme del sesto e del settimo capitolo ma
Non ti assicuro niente, scusami. Ma farò di tutto per liberarmi il prima possibile, promesso. Emoticon di occhiolino e cuoricino.
Il primo cuoricino in quella chat.

Quel pomeriggio il telefono trillò nuovamente. Ma il mittente era ben diverso.
Bez.
Urgente. Al laghetto tra mezz'ora. Sanzioni estreme se non vieni.

Sbuffando uscì di casa a piedi. Tanto non aveva di meglio da fare.

"Immagino ti starai chiedendo perché ti ho convocato qui." Isabella Zebu lo invitò a sedere su una panchina del parco del laghetto dell'Eur, sotto un ciliegio che iniziava la sua fioritura.
"In effetti. Non mi sembravi una da hanami, laghetti, tiepidi raggi di sole..."
"Taci. Devo chiederti un favore. O darti un ordine, scegli tu cosa preferisci di solito." Lo fissò provocatoria.
"Senza Gabriele?"
"Proprio perché sono senza Gabriele sono qui a parlarti. Non voglio che lo sappia. Non ancora." Si sistemò meglio sulla panchina. Era davvero tutta pancia ormai.
"Cosa? Un segreto!? Non è sua la bambin..."
"Antonio. Te lo avrei detto mesi fa se fosse stato qualcosa di così peccaminoso, no? No. È decisamente sua e gli somiglia già tantissimo. Il ginecologo l'ha stimata già tre chili e oltre precisamente venti minuti fa, se non smette di crescere rischio davvero di... Uffff. Quanto ti invidio, Cro. Pretendo di rinascere uomo." Sbuffò così forte da far muovere la bombetta che aveva in testa.
"Ti ci vedrei benone."
"Mi farei chiamare Lord."
"Mi inchinerei al vostro cospetto."
"Senti non voglio tediarti ancora. Mi servi."
"Per cosa?"
"Per... su."
"Su?"
"Su."
"Su dove, Isabella, per favore non ti seguo."
"Torino."
"Torino? Di già?"
"Sì."
"NO. Torino no!!"
"Torino sì."
"Bez abbiamo degli accordi. Io non partecipo a queste cose. L'ho sempre detto e messo per iscritto. I circhi, gli eventi, queste cose fatele voi editori e gli autori come..."
"Esatto."
"No. No no no no. Tagliami fuori da questa cosa. Il Salone del libro è un evento mastodontico. Te lo puoi scordare. E poi, perché io?"
"Antonio Crolli, io non potrò esserci, te ne rendi conto! Tra un mese sgraverò e ammesso che sopravviverò alla grande capoccia della figlia di Gabriele Angeli non potrò mica fare l'editrice in fiera. Non come un tempo, almeno. Ho bisogno di qualcuno di forte, qualcuno che... E poi ascolta il tema dell'anno ti prego!"
Crowley mugolò un'imprecazione.
"Il tema sarà La vita nel passato. Ieri e oggi."
"È perfetto per Fell, portate lui come al solito e andrete benissimo."
"Antonio, l'ultima uscita di Fell l'abbiamo portata lo scorso Salone! Non ha scritto altro! A parte..."
"Tu sei fuori di testa! Siamo nemmeno a metà romanzo! Non pretenderai mica..."
"Assolutamente no. Se continuate a procedere così siete confermati per fine autunno e con la prima vera presentazione qui a Più libri più liberi, però..."
"Non voglio nemmeno ascoltarti."
"Sai quanto hype si creerebbe? Immagini? La prima volta che ti intravedono. Il misteriosissimo Antonio Crolli. E ti intravedono con Fell. Il beniamino dei lettori. Iniziamo a lanciare un'esca, cominciamo a dare qualche indizietto sul romanzo, sul fatto che sarà in tema col tema del Salone e che..."
"Gabriele non accetterà mai una cosa del genere. Non è da lui. Non lo sarà mai."
"Certo che no, è della vecchia scuola lui, non vede i tempi che corrono. Per questo siamo qui! Mi serve prima la conferma tua! E del tuo amico! Se gli presento questa proposta con già voi due concordi sarà molto più facile estorcergli.... A proposito" sembrò annusare l'aria e tirò su col naso avvicinandosi col viso ad Anthony. "È cambiato qualcosa?"
Crowley deglutì.
"Dai!!!! E non mi hai detto niente! Posso prendere una stanza matrimoniale unica? Veramente?"
"Certo. Verrà solo Fell." La schernì Crowley.
"Stabilisci tu il prezzo. Una suite! Un castello piemontese! Qualsiasi cosa il tuo cuoricino malvagio desideri."
Anthony sbuffò.
"Dai, fallo per me, per la bambina. Sarei molto più serena a immaginare Torino già così sistemata anche senza la mia insostituibile presenza. Consideralo un regalo per la nascita. Non avrò bisogno di tutte quelle cose per neonati che in genere la gente regala, io ho bisogno solo di te e Fell al Salone del Libro. Anche solo allo stand. A scaldare le sedie."
"..."
"E se la cosa decolla come credo giuro che vi farò padrini della creatura."
"Padrini? Non credevo nemmeno fossi tipa da battesimi, chiese, affini..."
"Il matrimonio è un compromesso continuo, Antonio. A proposito, quando vi vedete?"
"Domani, forse. Il direttore è super impegnato. Chissà se avrà davvero modo di andare al Salone."
"Parlagliene prima tu, per favore. Te lo sto chiedendo con gentilezza."
Poi guardò l'ora sul telefono, si alzò di botto e stampò un bacio sulla guancia di Crowley.
"Una suite in un castello. Con la Iacuzzi." Rise salutandolo con la mano.
"Piantala."
E nonostante il pancione la donna corse via saltellando.


Rimasto solo, Anthony poggiò la testa sulle mani, scoraggiato.
Perché proprio io? Lo sapevo che prima o poi avrebbero fatto richieste strane. Ma Torino? Torino è un incubo. È una vetrina troppo grande. Davvero rischio che qualcuno mi riconosca... "Oh, guarda là, il vecchio pugile. Il pugile dopato, checca, sfasciamatrimoni... Adesso scrive pure!"
Che cazzo. Adesso che finalmente... Perché non le ho detto di no? Perché perché perché? E come lo dico ad Aziraphale?

Si alzò e per distrarsi fece qualche passo verso il laghetto, dove svariate persone stavano nutrendo, come consuetudine errata, le anatre con del pane.
Fu lì che sentì il suo smartphone squillare.
Aziraphale Fell.

"Pronto?"
"Anthony, dove sei?"
"Angelo, ciao. Al parco del laghetto dell'Eur. Perché? Non avevi quella presentazione oggi?"
"Ci credi? Sono riuscito a scappare!" Anthony lo sentì ridacchiare.
"Grande! Come hai fatto?"
"Nella maniera più semplice del mondo, dopo un paio d'ore ho detto che avevo un altro impegno e avrebbero proseguito con Maggie e gli altri funzionari. Una liberazione. Non lo avevo mai fatto!"
"Segna un punto per la squadra degli angeli."
"Uh uh. Sono sotto casa tua. Ho visto la Bentley parcheggiata, ma al citofono non hai risposto."
"Ero con Bez, qui al laghetto. Puoi raggiungermi? Prendiamo un gelato, se ti va."
"Assolutamente. Ci vediamo alla gelateria del laghetto."
Crowley sorrise al display del telefono. Non aveva dubbi che quell'angelo sapesse esattamente dove fosse localizzata la gelateria.
Si sistemò giacca e cravattino e sciolse i capelli.

Vide la Smart gialla da lontano e osservò dove andò a parcheggiare. Quando lo raggiunse, Fell era raggiante. Sembrava davvero un ragazzetto che per la prima volta marinava la scuola. Crowley si avvicinò per salutarlo con i due consueti baci sulle guance, ma il biondo fece un sorrisetto strano e gli rubò un bacio a fior di labbra. Lì, nel parco.
"Buonasera" lo salutò con l'aria più innocente del mondo.
"Ngk. C-c-ci... A-a...O, angelo" non riusciva nemmeno a parlare.

Dieci minuti dopo stavano passeggiando per il parco del laghetto tra i ciliegi in fiore. Aziraphale leccava timidamente il suo cono alla stracciatella, mentre lui alla fine aveva optato per un ghiacciolo alla fragola, di cui si era però pentito dopo pochi secondi. La forma lo imbarazzava ed era talmente freddo da avergli gelato anche i pensieri.

"E insomma, Bez è una da ciliegi in fiore? Non lo avrei mai detto."
"Saranno gli ormoni impazziti."
"A proposito, come sta? La bambina?"
"Bene, bene. A parte che pare sarà un pachiderma. E lei fa discorsi strani."
"Definisci strani."
"Estorce cose. Fa leva sulla maternità, sulla bambina."
"Cosa? Ha letto già i nuovi capitoli?"
"No. Peggio, molto peggio."
"Non farmi soffrire e spara."
"Non è il luogo adatto. I muri hanno le orecchie. Beh qui gli alberi hanno le orecchie. Le anatre hanno le orecchie."
"Almeno un indizio. Una parola."
"Torino."
"Oh."
"Eh."
"Vuole che ci vada tu?"
"Noi."
"Ah, voi?"
"No, noi. Noi."
"Cazzo."
"Angelo, non ti avevo mai sentito imprecare." Avrebbe riso se la situazione non fosse stata tragica.
"Scusa, hai ragione, non volevo ma... Cioè noi? Ma saremo a metà romanzo per maggio, forse a tre quarti!"
"No non intende esattamente presentare il libro. Solo, bah, anticiparlo, far sapere alla gente tipo che uscirà in autunno..."
"Oh good Lord. E Gabriele è d'accordo?"
"Gabriele ancora non lo sa e non lo deve sapere. Bez voleva prima il nostro sì."
"E tu glielo hai accordato?" adesso il viso di Aziraphale era una maschera di sofferenza.
"Scusa, tu non sei il tipo da eventi, presentazioni, mondanità?"
"Crowley, lo scorso Salone fu tremendo. Tu non hai idea della gente che passa anche solo a..."
"No ti prego non dirmelo." E morse il ghiacciolo per provare un po' di dolore anche fisico.
"Ma poi è maggio! Devo verificare le date. Ho anche il Salone del Restauro di Ferrara a maggio. Ci andiamo con i progetti nuovi del Parco, non potrei assolutamente..."
"Oddio ti prego, non lasciarmi solo con Gabriele Angeli. Gabriele Angeli neopapà. Dovrai ripescarmi dal Po."
Aziraphale si sciolse in una risata. "Dai se è solo da gettare qualche indizio non sarà così drammatica, senza interviste o presentazioni. Controllerò le date e ci organizziamo. Cerco di non lasciarti solo."
"Grazie, ti ho per caso già detto che sei un angelo?"
Fell rise e iniziò a spezzettare il cono del gelato.
"Cosa stai...?"
"Volevo darlo alle anatre."
"Il cono? Del gelato? Oh non fa loro bene."
"Veramente? Tutti danno pane o simili, pensavo... Cosa dovrebbero mangiare?"
"Piselli. Piselli surgelati."
"Un po' scomodi da portare dietro, non credi?"
"Dunque vuoi rivederli oggi il sesto e il settimo o rimaniamo per domani?"
"Andiamo adesso." Disse quasi perentorio. E Crowley non si tirò indietro.

In macchina si scambiarono poche parole. Molti sguardi. Anthony si tolse gli occhiali e li infilò nella tasca della giacca. La guida di Aziraphale pareva più scorrevole del solito. Crowley si soffermò a lungo a guardare le sue mani, quella sul cambio, quella al volante, poi entrambe sul volante, poi la destra a muovere la leva della freccia. Anthony sarebbe rimasto ipnotizzato a guardare quelle mani fare qualsiasi cosa.
Fell parcheggiò non lontano dalla Bentley e per la prima volta fece le scale con lui.

Anthony, aprì la porta di casa sua, la tenne aperta per il suo ospite e a malapena fece in tempo a chiuderla dietro di sé che si ritrovò avvinghiato dal biondo angelo.
Le mani di Aziraphale tra i suoi capelli, le labbra sulle sue, tutto il corpo che lo teneva immobilizzato sulla porta.
Crowley si abbandonò totalmente a quell'assalto, alla bocca affamata di Fell che perlustrava ogni angolo della sua, a quelle mani che lo accarezzavano dappertutto.
"Scusami, non ce la facevo più."
Si staccò per una frazione di secondo ma poi ripresero. Anthony provò a guidare i giochi per un po'. Sentì il gusto alla vaniglia e al cioccolato del gelato, mentre con le dita iniziò ad accarezzare il collo di Aziraphale. Lo trovò ancora più sensibile.
"To... togliamo almeno i cappotti?" Propose il rosso.
Aziraphale rise come un bambino e invece di togliersi il suo si lanciò a sfilare la giacca a Anthony che allora reagì togliendo finalmente con le sue mani quel cappotto che tante volte gli aveva visto addosso. I due capi di abbigliamento rovinarono al suolo ma nessuno se ne curò.

Era un momento che talmente tante volte aveva immaginato in quella settimana che ad Anthony non sembrava vero che stesse accadendo sul serio.
Poteva benissimo essere un sogno, l'ennesimo, che lo costringeva a chiudersi in bagno a proseguire quello che aveva iniziato tra le braccia di Morfeo.
E invece no, era tutto vivido, vero, Fell dalle gote arrossate e dal respiro accelerato, i capelli sempre più scompigliati, gli occhi chiusi e le lunghe ciglia bionde, quel naso perfetto sul suo zigomo e le labbra che non si staccavano più. E l'odore di quella colonia che già aveva sentito mescolato a quello del gelato.

Anthony, di spalle, provò almeno a trascinarlo verso il soggiorno, verso i divani, senza mai staccarsi, anzi tenendolo per le spalle.
"Abbiamo fretta, eh?" lo provocò il biondo.
"No, no, nessuna fretta. Solo per ... ngh... stare più comodi."
"Oh io invece ne ho, non hai idea di cosa mi hai fatto... Vederti mangiare quel ghiacciolo a quel modo, temevo di dovermi buttare nel laghetto."
Crowley rise di gusto, non riusciva ancora a immaginare Aziraphale fare quei pensieri. Su di lui! Si sentì bruciare dal collo, alle orecchie, alle gote.
"Sei uno spettacolo quando ridi. E anche quando arrossisci."
"Bastardo." E Anthony riuscì a spingere il biondo sul divano a forma di L.

Aziraphale sorrise provocatorio, si tolse le scarpe e si accomodò sul lato lungo.
"Le tapparelle..."
Crowley corse ad abbassarle e iniziò a regolare la luce del lampadario led schioccando le dita. "Quanta luce preferisci? Calda o fredda? O buio o..."
"Così va benissimo. Voglio guardarti."

Crowley tornò sul divano. Su di lui. Fell prese i capelli rossi con entrambe le mani e trascinò di nuovo il viso di Crowley sul suo.
Ora pareva baciarlo piano, il bastardo.

Fu allora Crowley a irrompere con foga nelle labbra dell'altro e a prendersi tutto quello che finalmente iniziava a credere di poter ricevere.
Era quindi la lingua dello scrittore a guidare, ma le mani a guidare erano decisamente quelle dell'archeologo.
Dai capelli si erano spostate gradualmente sulle spalle e poi via via in basso attraversando e percorrendo ogni vertebra della colonna vertebrale fino ad arrivare al punto in cui il sottile maglione andava a confinare col jeans nero ovviamente skinny.

Crowley si pentì di quella scelta di abbigliamento, sentì la ferma esigenza almeno di sbottonare quel dannato pantalone, si sentiva costretto, quasi senza ossigeno.
Portò le sue mani all'inguine per andare ad aprire quel capo di vestiario infernale, ma le mani di Fell furono prontamente sulle sue, gli afferrarono i polsi e portarono le mani di Crowley tra i suoi riccioli platino.
"Posso pensarci io?"
Crowley sibilò un verso di assenso.
Le mani di Fell raggiunsero la sua vita e in un solo deciso gesto sbottonarono il jeans. Non contento, Fell tirò giù la parte alta del pantalone fino a oltre metà coscia, lasciando respirare meglio il sesso ormai duro di Anthony che trasalì.
E Fell lo guardò. Anthony sarebbe potuto venire anche solo guardando il modo con cui Fell lo osservava attraverso i boxer.
Ma Fell non si limitò a osservare. Una delle sue mani andò a toccare il rigonfiamento delle sue mutande. Fu un tocco deciso, avvolgente, che fece gemere il rosso.
"Posso?"
"Puoi tutto, per Satana." Replicò con un filo di voce.
Aziraphale sorrise, gli stampò un bacio sotto la mandibola e infilò la mano nei boxer. Una mano calda, liscia e della misura perfetta avvolse il suo cazzo quasi dalla base dell'asta, lasciando libero tutto il glande. L'altra mano lo liberò del tutto dalle mutande. La mano sul pene iniziò a muoversi raggiungendo anche il glande e Crowley non riuscì a evitare di iniziare a sgocciolare.
Oddio, oddio, oddio. Sta succedendo. Sta succedendo sul serio.
Non sapeva dove guardare, se avesse guardato Fell negli occhi sarebbe venuto in cinque secondi. Sarebbe stato poco dignitoso.
Si concentrò allora sull'abbigliamento dell'altro, con una mano andò a prendergli la base del collo facendolo leggermente inarcare e mugolare, con l'altra provò a sciogliergli quel dannato papillon. Non pensava sarebbe stato tanto facile.
Mentre Aziraphale lo masturbava e lasciava senza fiato lui finalmente poté assaggiare la parte anteriore del suo collo. Vi passò le labbra, poi la lingua, poi i denti. Anche Fell iniziò a gemere e rischiò di perdere il ritmo sul suo pene.

Ma non aveva importanza. Anche Crowley aveva il suo obiettivo.
Guardò Aziraphale negli occhi e li vide quasi scuri, le pupille dilatate dal desiderio. Desiderio che gli diede il coraggio di sussurrargli in un orecchio: "Posso ricambiare i tuoi gesti, angelo?"
Aziraphale deglutì e annuì. Crowley lo baciò di nuovo sulle labbra, quelle labbra che mormorarono Sì.

Crowley si sollevò e con decisamente meno maestria rispetto a quella del biondo riuscì gradualmente a sfilargli l'elegante pantalone color cammello. Del tutto. Non aveva alcuna intenzione di rischiare di rovinare il pantalone di Aziraphale.

Istintivamente mosse il bacino, sfregando lui il cazzo nella mano di Fell quando finalmente ne vide le mutande. Uno slip bianco e anonimo se non fosse stato per il volume spropositato al centro.
Porco cazzo.
Non riusciva più a rialzare lo sguardo.

Aziraphale ne interpretò lo sguardo e sorrise sornione.
Lasciò un secondo il pene di Crowley e liberò del tutto la sua erezione massiccia e prorompente.
Crowley avrebbe fischiato.
"È... È sempre così con e per tutti o devo sentirmi onorato...?"
"Diciamo che era molto tempo che non si faceva vedere da qualcuno così in forma, possessore a parte." E tornò a circuire il cazzo di Anthony.
"Veramente un grosso spreco, se mi permetti."
Aziraphale rise. "Non mi pare tu abbia niente da invidiare" pronunciò portando anche l'altra mano sul pene del rosso senza riuscire a coprirne tutta la lunghezza.
Crowley espirò. "Ah, a proposito io non... non... non pensavo... non ti aspettavo oggi. Credevo domani, perciò non... sono attrezzato, ecco."
"Nemmeno io ho dei preservativi se intendevi quel genere di attrezzatura."
Aveva usato il plurale.
"Ngk. Esatto. Se è un problema possiamo anche... Oppure solo... Però ho rifatto tutte le analisi sei mesi fa ed era ok anche... e da allora non ho proprio mai..."
"Neanche io. Da secoli."
"Non si direbbe."
Fell ghignò e lo afferrò con più vigore con entrambe le mani e Crowley non riuscì a trattenere un verso gutturale. Nel frattempo allungò una delle sue mani e toccò per la prima volta il cazzo di Fell. Credeva di avere delle dita affusolate eppure nemmeno a malapena si chiudevano intorno alla sua asta. Decisamente non aveva mai avuto a che fare con nulla del genere. Si immaginò penetrato da una simile possenza e fu attraversato da un brivido.

Mentre le loro mani scorrevano frenetiche e raggiungevano via via un ritmo ottimale e quasi sincronizzato tra loro, le bocche erano nuovamente l'una sull'altra.
"Sei incredibile" gli mormorava in bocca Fell.
"Tu.. di.. più" riuscì a malapena a rispondere, un monosillabo alla volta.

L'obiettivo non era più venire o non venire in due secondi o concentrarsi sul piacere di Fell. Era sopravvivere a tutto questo. Stava facendo sesso con Aziraphale Fell. Aziraphale Fell che aveva le mani di fata.
Aziraphale Fell di cui aveva il grosso arnese tra le mani.
Aziraphale Fell che mentre si masturbavano a vicenda gli baciava il collo e le orecchie e sussurrava complimenti. ("Sei un incanto Anthony, tu non hai idea da quanto ti voglio... Ti prego continua, ti prego...")
Sopravvivere almeno fino alla fine dei giochi. Poi sarebbe anche potuto morire, Il suo l'aveva fatto.

Anthony nel guardare l'espressione di piacere del biondo, le labbra semichiuse, gli occhi concentrati, si sentì dannatamente vicino.
"Aziraphale" invocò diverse volte mentre si sfregava come un dannato sulla mano dell'altro.
"Aziraphale io sto per..."
"Vieni. Vieni per me Crowley." Anche la sua voce era tremante e febbrile. Ma la sua mano salda e implacabile.
"Vieni con me, angelo."
"Oh, Crowley." Pronunciò iniziando a spingere vigorosamente col bacino il pene nella mano del rosso.
"Vieni con me?"
"Vengo con te."
"Vengo per te." Riuscì a mormorare.
"Vengo per te." La voce di Fell era un'armonia celestiale.

L'orgasmo fu intenso e quasi simultaneo. Fell con entrambe le mani accolse tutto il piacere di Crowley che si arrese per primo a quell'onda che lo lasciò sfinito e senza fiato. Le ultime energie le tenne per accompagnare il piacere di Aziraphale Fell con precisione sul suo maglione. Non avrebbe mai voluto lavare quelle gemme brillanti, quei gioielli, prova tangibile di quello che c'era stato. Di quello che aveva appena fatto con Aziraphale Fell.

Crowley credeva di averne avuti di orgasmi. Ma non ricordava affatto nulla di lontanamente paragonabile. Se vent'anni prima gli avessero detto che sarebbe stato così dopo una sega avrebbe riso.

Crowley si alzò e in tre passi fu nel cucinino a prendere della carta per Fell. Dopo aver trafficato per mezzo soggiorno tornò invece con anche delle salviette igienizzanti.
Poi si accasciò sul divano a fianco a lui.
Aziraphale lo ringraziò per i fazzolettini e dopo essersi sistemato, si girò sul fianco verso di lui. Lo guardò negli occhi, pareva leggergli dentro. Anthony si sentì totalmente vulnerabile in un momento simile e senza gli occhiali a nascondere i suoi occhi che erano sicuramente imploranti e riconoscenti. Ma la sensazione gli piacque. Andava bene. Era giusto che Fell potesse leggergli dentro. Si mise anche lui sul fianco verso l'altro.

Aziraphale sorrise e gli accarezzò il viso, con un solo dito gli sfiorò uno zigomo, la mandibola fino al mento. Crowley accompagnò quella carezza andando incontro alla sua mano.
"È stato meraviglioso. Tu sei meraviglioso." Non aveva dubbi che Fell fosse il tipo di persona che anche dopo l'orgasmo continua con complimenti e coccole, ma poterlo verificare lo lasciò quasi senza parole. E felice. Di una felicità che non provava da ere.
"Ng... Anche tu. Anche per me. Scusa non credo di saper più parlare."
"Spero tu sappia ancora scrivere però."
"Fortuna che ero arrivato già al settimo capitolo, prima di beh, tutto questo."
"Dimostramelo."
"Andiamo di là? Nello studio. Accendo il bollitore, ti andrebbe un tè?"
"E da quando Antonio Crolli è un tipo da tè? Che miracolo è avvenuto?"
"Da quando un angelo gli ha lasciato una mensola completamente ricoperta da almeno otto diverse qualità. Nemmeno alla casa in Scozia abbiamo mai avuto una dispensa così fornita."
"Passo in bagno e ti aspetto nello studio." Lo baciò sulla fronte.
Anthony gli scoccò invece un bacio sulle labbra "Inizia pure a leggere se vuoi."


Quando entrò nel suo studio col vassoio su cui troneggiavano tazze, teiera e ogni sorta di bustina di tè (e con una maglietta pulita) Anthony trovò Aziraphale seduto sul trono a giocherellare col mappamondo.
"Non hai...?"
"No, ti aspettavo."

Crowley prese lo stesso tè (per lui uno valeva l'altro, ma ad Aziraphale non l'avrebbe mai detto) di Fell ma senza i due cucchiaini di zucchero e dopo aver bevuto si immersero nella lettura. Invece di guardare e leggere il suo stesso word, Crowley andò prima a posare il vassoio e poi si incantò a guardare e interpretare le microespressioni dell'archeologo. In base al tipo di espressione cercava di indovinare quale riga stesse leggendo esattamente.
Fell gli fece giusto un paio di correzioni e si informò su alcuni dettagli della storia, aggiunse alcuni paragrafi e mentre scriveva Anthony lo trovo più bello che mai. Con l'espressione distesa, il farfallino sciolto, i capelli più scompigliati che mai (a causa tua Anthony, sono state proprio le tue mani).
Si trovò di nuovo eccitatissimo.

Invece Fell trovò un'altra svista nell'ultimo paragrafo del testo.
"Sopraffitto?" e fece un risolino.
"Scusa come è il participio passato di sopraffare? Sopraffitto? Sopraffetto?"
"Sopraffatto, credo. Stai facendo lo sciocchino." E fece un sorriso che Crowley avrebbe ricordato per sempre.
"Te l'avevo detto che non so più né scrivere né parlare, siamo rovinati, Fell."

E si alzò dalla sua sedia per andare a sedersi sul trono, sulle gambe di Aziraphale, rivolto verso di lui.
"Sviste a parte... Soddisfatto professor Fell?"
"Penso proprio che abbia svolto un lavoro eccellente, Crolli."
Anthony riprese ad accarezzare i capelli d'oro e d'argento e cominciò a baciare nuovamente Aziraphale. E non lo trovò impreparato.
Crowley lo avvolse con le gambe e Fell lo cinse con le braccia.

Si baciarono intensamente per minuti, forse ore o giorni, Anthony sarebbe rimasto così a vita.
Ma il contatto non riguardava solo le bocche, perciò un altro bisogno lo chiamò e Crowley si voltò, rimanendo seduto sulle gambe di Fell ma dandogli le spalle.
Aziraphale lo cinse meglio e iniziò a baciargli un orecchio e a sussurrare il suo nome.
Anthony si sedette provocatoriamente più in alto appoggiando il suo sedere all'altezza del bacino di Fell. E fu orgoglioso di sentire la sua erezione premere sui pantaloni nuovamente ben chiusi.
"Buon Dio, mi farai impazzire."
"Pensavo volessi sentire la consistenza anche del lato B, angelo. Prima eri concentrato altrove."
"Pensiero nobile e apprezzato, in effetti." E mentre lo disse lo sollevò un po' e palpò quelle natiche perfette con tutte le dita.
"Vorrei complimentarmi personalmente con lo scultore."
"Detto da un archeologo di grande fama è davvero d'effetto come complimento."
"È la verità."

Anthony inclinò la testa e le loro bocche tornarono ad assaporarsi.
Aziraphale lo afferrò per i capelli e lo trascinò più indietro.
"È dunque così che ti piace, Crowley? Sei sicuro?"
Anthony gemette: "Con te mi piacerebbe tutto."
Aziraphale lo baciò con maggiore irruenza, poi lo spinse verso il tavolo che avevano di fronte. Con delicatezza chiuse e spostò il portatile. Poi spinse Crowley a piegarsi e gli fu alle spalle.
"Sicuro?"
"Ho detto di sì, cazzo."

Dopo pochi gesti chirurgici di Fell, Anthony si ritrovò senza pantaloni e senza mutande. Piegato a novanta, sulla scrivania del suo studio. Completamente esposto.
"Cristo santissimo non è possibile." Mormorò l'altro.
Anthony si irrigidì. Cosa aveva, un brufolo tra le chiappe? Troppi peli? Di essere pulito era sicurissimo, almeno.
"Sei perfetto."
"Oh."
"Te lo diranno in tanti, ma credo di non aver visto mai un sedere simile. Vivo."
Crowley rise. "Tanti, tantissimi, come no."
"Allora , per citarti, un grosso spreco se permetti."
Poi si risedette sul trono e si avvicinò alle chiappe sode di Crowley.
Iniziò a toccarle, a palpeggiarle, poi lentamente allargò i glutei del rosso e si avvicinò col volto.
Pochi secondi dopo Anthony pensò di avere bisogno di un cardiologo.
La lingua di Aziraphale Fell era scesa gradualmente dallo spacco del suo sedere fino a sfiorare delicatamente il suo ano. Si muoveva circolarmente in maniera sapiente, sapeva esattamente dove, come e quanto muoversi, rilassando completamente l'anello dei muscoli di Crowley.
E Anthony si sentiva morire. Mise le braccia sotto alla faccia per coprire dei versi che stavano uscendo senza ritegno e dignità dalle sue labbra.

Poi quella lingua esperta iniziò a penetrarlo, tastando ogni angolo e trovando il punto più sensibile.
L' acuto di Crowley si sentì nonostante le braccia a coprire la bocca. E Aziraphale insistette proprio lì, a sciogliere ogni tensione dal corpo e dall'anima di Anthony.

Poi tutto d'un tratto smise, si fermò e Anthony si sentì dannatamente vuoto.
Fell si era alzato e gli infilò due dita in bocca. Il gesto lo stupì e si sentì ancora più duro. Succhiò le dita con vigore e intuendone il fine le bagnò di abbondante saliva.
"Bravo ragazzo."
Fell fu di nuovo sul suo culo, stavolta con le dita.
Iniziò col dito medio, gradualmente, una falange alla volta.
Era parecchio che Anthony non era passivo in un rapporto ma tutto quel rimming lo aveva perfettamente rilassato e non ci fu la minima tensione a quel'inserimento.
Fell passò dunque a inserire anche l'indice, lentamente, lentissimamente e vi fu stavolta un po' più di resistenza. Ma anche molto più piacere. Anthony stavolta non mascherò un "Cazzo".
"Tra poco."
"Poco? Dovrai infilarne almeno quattro prima, visto l'arsenale che porti in giro."
"Shhh, rilassati, ci penso io."
Oltre a penetrarlo con le dita iniziò lentamente a ruotare, a cercare di nuovo quel punto. E lo trovò.
"Oddio, oddio mi ammazzi Aziraphale."
"Ti sto facendo male?"
"Male? Cristo, Aziraphale avrò bisogno di un defibrillatore."
"Mi fermo?"
"Col cazzo."
"Anthony hai per caso del lubrificante?"
"No non ho un cazzo, continua così, va bene, va benone."
"Ma non andrà benone, poi. Olio? Burro? Qualsiasi cosa?"
"Ah aspetta, una cosa ce l'ho."

Aziraphale lo lasciò libero. Anthony impiegò due secondi a mettersi in piedi, aveva le vertigini. Si lanciò sulla borsa della palestra che aveva lì nello studio.
"Nella sacca della palestra? Interessante."
"Sta zitto." Disse esibendo trionfalmente un barattolino bianco.
"Vaselina."
"Esatto."
"Che ci facevi con la vaselina nel borsone della palestra, ragazzaccio?"
"Uff sei proprio un karateka. Voi non la usate? Possibile?"
"Cielo, non in palestra. Per cosa la usate, di grazia, voi pugili?"
"Sul ring, quando facciamo i guanti o del semplice sparring. La metti sul naso e devia un po' i colpi. Permette ai colpi da allenamento di scivolare senza..."
"Basta ti prego, ho capito." Gli prese il barattolino dalle mani e sussurrò: "Torna al tuo posto."
Crowley rise.

In maniera ordinata e sistematica Fell riprese con la penetrazione delle dita, di nuovo partendo da un dito solo, ma arrivando stavolta a inserirne tre, ben oliate di vaselina. Infilava e sfilava accuratamente, senza mai forzare, rispettando i tempi di quell'anello così piacevolmente stretto al tatto. Poi andò a puntare verso la prostata.
"Porco cazzo."
Crowley era durissimo, non si era nemmeno lontanamente toccato eppure iniziava già a perdere liquido pre-eiaculatorio. Fell aveva davvero le mani di fata, dovunque lo toccasse, sarebbe potuto venire anche così.
Poi si sentì di nuovo vuoto, percepì di nuovo quella sensazione di freddo proprio lì e udì un fruscio. Immaginò i vestiti di Fell cadere a terra.

Aziraphale gli separò di nuovo i glutei e iniziò a distribuire generosamente la vaselina intorno a tutto il suo ano, fuori e dentro.
Crowley si sentì senza fiato.
"Ti prego, se ti faccio male dimmelo, posso fermarmi in qualsiasi momento."
"Stai per...?"
"Solo se è quello che vuoi."
"Lo voglio tantissimo."
Anche se non poteva guardarlo in faccia, dal versetto che fece immaginò Fell sorridere e infatti sentì schioccare un bacio su una natica.

"Posso...?"
"Dimmi, Anthony. Tutto quello che vuoi."
"Posso... Possiamo cambiare posizione?"
"Certo, come?"
"Risiediti sul trono."
"Su questo? Sei sicuro? Non è che non ci regge o...?"
"Ci ha retti prima."
"Okay." Ed eseguì quanto richiesto.
Anthony lo guardò: era nudo dalla cintola in giù e il suo pene erettissimo sembrava ricoperto anch'esso di pomata. Si sentì ancora più pronto.

Si avvicinò al biondo e dandogli le spalle iniziò a sedersi su di lui, allargandosi sempre di più i glutei a mano a mano che scendeva. Fell lo abbracciò da dietro e quel contatto lo fece rilassare. Quando il suo ano iniziò a sfiorare il glande di Fell, Anthony prese aria e si abbassò lentamente ma senza fermarsi, in maniera fluida mentre espirava. Cercò di rilassarsi il più possibile. Fell era davvero molto grosso e le pareti iniziarono a bruciargli subito, ma tutta quella vaselina rendeva il processo tollerabile.
Si abbassò gradualmente fino a oltre metà asta. Più della metà dell'enorme cazzo di Aziraphale era dentro di lui.
E sentì Fell imprecare e imprecare ancora.
"Tutto bene, angelo?"
"Cazzo, dovrei essere io a chiedertelo."
"Mi fai preoccupare con tutti questi cazzo, cazzo, cazzo."
"Scusami, era tantissimo che non... E tu sei così stretto. Cazzo, sei il paradiso Anthony."
Quella frase lo eccitò ancora di più e con un solo gesto si adagiò del tutto. Si trovò completamente seduto su Aziraphale Fell.
"Oh mio Dio."
Si sentì totalmente aperto e pieno, la sensazione di piacere prevaleva di gran lunga sul bruciore. Appoggiò le mani sul tavolo e iniziò a muoversi su e giù sul pene di Fell, che lo cinse meglio intorno alle spalle e lo aiutava a spingersi fino alla base della sua asta. Anthony sistemò un paio di volte l' angolazione, fino a trovare quella che a ogni affondo faceva sbattere la sua prostata sul pene di Fell. Sarebbe durato pochissimo.
Aziraphale provò ad abbassare una delle sue mani sul pene di Crowley ma lui disse di no. Il suo pene era perfettamente eretto e duro come la pietra, anche se nessuno lo aveva minimamente toccato. Ma non aveva motivo di accelerare ulteriormente le cose.
"Voglio venire così."
Voleva venire così, solo grazie all'enorme cazzo di Fell nel suo culo mentre si faceva scopare su quel cavolo di trono che aveva trovato in quella casa e che finalmente aveva un senso e un fine. Era il trono di Fell.
Fell che mugolava e gemeva e che dopo un po' pregò: "Anthony scusa io sono... come dire, in dirittura di arrivo. Vorrei chiederti se..."
"Vieni dentro."
"Oh, grazie. No intendevo..."
"Anche io sono lì lì, in qualsiasi momento puoi..."
Fell lo avvolse con maggiore decisione e lo mosse lui su di sé, al ritmo che desiderava, ogni spinta più profonda, ogni spinta più forte.
Crowley emise un verso simile a un sibilato, poi invocò il nome di Aziraphale mentre schizzò sul tavolo e sul suo stesso addome.
Pochi secondi dopo Fell lo tenne fermo su di sé e lo riempì di un'ondata bollente anche lui invocando il suo nome.

Rimasero qualche secondo così, a riprendere fiato.

Anthony crollò indietro e si adagiò con la schiena sul petto di Aziraphale che si voltò e iniziò a baciargli piano la fronte. Finalmente si guardarono e stavolta anche Crowley riuscì a leggere qualcosa nello sguardo di Aziraphale. Qualcosa che forse non aveva mai letto nello sguardo di nessuno. Qualcosa che senza dubbio sentì di non meritare.




Penna d'angelo, penna di demoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora