Prologo

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Gabriele Angeli non poteva essere più nervoso.
Seduto alla sua scrivania color bianco lunare continuava a tamburellare le dita sulla superficie perfettamente liscia mentre fissava il vuoto sospirando.

La tazzina di caffè che aveva appena tracannato aveva lasciato un semicerchio marrone sul tavolo di vetro e metallo. Cattivo presagio e segno che fosse così distratto da aver dimenticato il sottobicchiere, cosa che non gli capitava mai.

L'ampio studio in cui si trovava era il perfetto connubio di due colori. Bianco e nero. Una scacchiera costituita da scrivanie, sedie, cuscini, mensole e librerie a ricoprire ogni parete. Effetto visivo insolito per molti, compromesso fondamentale per i due editori cui quell'ufficio apparteneva.

Si slacciò la cravatta viola, unico elemento a colori in quella foto in bianco e nero in cui posava.
Altro che Grande Piano, con le lettere maiuscole, come lo definiva lei.
Finora lei aveva sempre meritato la sua più cieca fiducia, ma stavolta un campanello d'allarme sembrava continuare a suonare nella testa di Gabriele, minaccioso e senza fine.

È una stronzata. Una stronzata colossale. Riusciremo a perdere i due autori più brillanti e redditizi del catalogo e finiremo in bancarotta.

Era per lui una situazione nuova. Fino a quel momento aveva sempre sentito di avere tutto sotto controllo, aveva dimostrato fin dall'inizio dei tempi un ottimo spirito imprenditoriale, non aveva mai avuto grossi dubbi su romanzi, autori, collane, eventi cui partecipare, personale da assumere o con cui collaborare. Tutto era sempre andato come aveva deciso che andasse e, senza falsa modestia, era sempre andato tutto ottimamente.

Dopo una lunga e soddisfacente carriera da piccolo editore a capo della Angeli Edizioni (forse la fantasia nei nomi non era esattamente il suo forte) aveva accettato di buon grado (ma anche dopo notti di infiniti calcoli) la doppia proposta della sua controparte lavorativa e affettiva. Ed era stato un duplice successo. Un doppio matrimonio. Quello in pompa magna in completo bianco con l'editrice più perspicace e affascinante con cui avesse mai collaborato (che quel giorno aveva attraversato la navata con un completo simile al suo nel taglio, ma totalmente nero). E quello tra le loro due piccole case editrici, per pagare meno tasse,certo. Ma anche per avere qualcuno con cui condividere non solo mutui e camera da letto. Ma anche idee, progetti, sogni.

E così era sorta l' Alpha Centauri. Una casa editrice nata come piccola, ma che in pochi anni era divenuta una degli astri (era proprio il caso di dirlo) più luminosi della media editoria italiana. Il catalogo si era via via esteso ad abbracciare quasi ogni genere e tra i numerosi autori, di cui diversi degni di nota, due spiccavano in particolar modo per vendite, fama e successo.

I loro romanzi erano stati tradotti nelle più svariate lingue e pubblicati da colleghi esteri. Certo, il fatto che entrambi gli autori fossero bilingue e scrivessero di norma sia in italiano che in inglese era un grande punto in favore e forse l'unico che li accomunava, a parte il successo. Per qualcuna delle loro opere avevano addirittura ricevuto telefonate per accordi per future trasposizioni televisive, anche se era ancora tutto in "forse" e in "poi".

Il primo di questi gioielli era Aziraphale Fell: il diamante della casa editrice, che Gabriele conosceva da decenni. Era l'ex professore universitario, già autore di numerose pubblicazioni specialistiche, dedicatosi e concessosi negli ultimi anni a opere storiche a carattere divulgativo sull'antica Roma sia repubblicana che imperiale. Aveva uno stile fresco che affascinava sia i giovani che i suoi coetanei e condiva il tutto con un aggraziato romanzare senza mai sfociare in eccessi antistorici data la sua formazione ultra specialistica e la sua benedetta pignoleria. Una garanzia per l'Angeli Edizioni prima e per l' Alpha Centauri, poi.
La sua serie più famosa era quella che descriveva e in qualche modo rivalutava le vite degli imperatori romani più controversi: Caligola, Nerone, Commodo, Eliogabalo.

Negli ultimi sei mesi però, devastato dal nuovo ruolo di direttore di uno dei parchi archeologici romani che si era sudato, aveva una sorta di blocco, non aveva più nulla in cantiere, a malapena rispondeva alle mail.


L'altro autore di punta era Anthony J. Crowley: la perla nera dell' Alpha Centauri. La penna impazzita, come lo definivano alcuni critici. Lo scrittore misterioso. Evitava come la peste quasi tutti gli eventi di promozione e quando non aveva modo di sfuggirvi appariva sempre con cappello e scuri occhiali da sole. Non conosceva nemmeno nessuno dei suoi colleghi in Alpha Centauri.
E pubblicava con lo pseudonimo di Antonio Crolli. Un insolito nome esotico con un ancor più insolito pseudonimo italianissimo.
In pochi, tra cui Gabriele, sapevano del suo passato,

Ex pugile professionista (noto col soprannome di The Snake), dopo aver appeso i guantoni al chiodo per una serie di vicissitudini di salute prima e più oscure poi, aveva preso in mano una tastiera e nell'arco di sei anni scarsi aveva prima fatto suo e poi ribaltato totalmente il genere noir alzando sempre più l'asticella verso il thriller. Dopo un primo romanzo narrato dal freddo e cinico punto di vista di una serial killer, con cui si era guadagnato da subito l'interesse di Isabella, ne aveva scritto due seguiti. Tutti e tre i romanzi erano stati dei successi editoriali impressionanti, resi ancor più degni di nota dal fatto che l'autore fosse un esordiente.
In seguito aveva partorito l' oscurissimo thriller con cui si era guadagnato il nomignolo di Penna impazzita, un thriller psicologico estenuante dove, dopo 468 pagine, nel capitolo finale si scopriva che l'autore degli efferati omicidi che terrorizzavano una cittadina intera era un bambino di undici anni.
E infine era riuscito ad avere un incredibile successo di vendite persino con una raccolta di racconti (già di per sé un miracolo) uno più insolito dell'altro: alcuni narrati dal punto di vista delle armi dei delitti, alcuni in seconda persona, un esperimento addirittura tutto al futuro.
Per Isabella un vero genio, per Gabriele una scommessa dannatamente vinta da sua moglie.

E proprio a causa di sua moglie si trovava in quella situazione mentale estenuante. Lui che nervoso non lo era mai.
Mentre si disegnava cerchi concentrici intorno alle tempie con i polpastrelli, la porta a scacchi si aprì di colpo.

Una donna minuta, anticipata da una prominente pancia di quasi sei mesi, completamente vestita di nero dal berretto agli stivali entrò nell'ufficio saltellando e canticchiando.
"Everyday it's a gettin' closer, goin' faster than a roller coaster, love like yours will surely come my way, hey hey hey hey heeeeey".
"Buongiorno Bella".
"Buongiorno amore mio! Ci pensi? Domani è già...domani!!! Il 9 gennaio!! Quella data che abbiamo segnato in rosso sul calendario da settimane! Ancora non ci credo!"

L'entusiasmo di Isabella Zebu era così elettrizzante che Gabriele non si sarebbe stupito se ogni luce artificiale dello studio avesse iniziato a vibrare come per magia.
La donna si tolse il cappello, sbottonò il lungo cappotto premaman e si avvicinò al marito. Gli stampò un bacio in fronte e il rossetto nero lasciò un lieve alone sul volto dell'uomo. Isabella ridacchiò poco elegantemente e si sedette sulla sedia nera a fianco a quella bianca del marito.

"Dormito bene, cara? Sei arrivata prima del solito."
"Macché. Un inferno, come al solito. Questa bestiola è proprio figlia tua. Scalcia come una dannata, si stiracchia ed è pure mattiniera. Sicuramente andrete molto d'accordo."
Gabriele finalmente si sciolse in un sorriso e accarezzò con dolcezza il ventre della moglie.

" Tu piuttosto, sei uscito prestissimo. Ancora nervoso? Non sei ancora convinto, vero?"
Il tratto grafico dell'eyeliner rendeva ancora più profondi gli occhi neri della moglie che lo guardava con dolcezza.

"Non è che non sono convinto... Solo che... Se non dovesse andare il... Grande Piano. Potremmo poi tornare al piano iniziale?"
"Intendi il romanzo esclusivamente di Crolli con la sola prefazione di Fell? La collaborazione per il semplice quadro storico e i luoghi?"
"Esatto."
"Ma certamente. Ma non ce ne sarà bisogno. Fidati." Rispose con un ghigno.

"E se non si piacessero?"
"Si adoreranno. Anthony è già in fibrillazione. Mi ha scritto alle 8 stamattina per chiedermi consiglio su quale romanzo portare domani per farselo autografare da Fell. E dire che non ha mai voluto conoscere altri autori. Poi non vedo come uno come Anthony potrebbe non piacere ad Aziraphale. Anzi, sono più che sicura che potrebbe sbloccare la sua situazione di... beh, di stallo" Sorrise con malizia.

"Ma sono due uomini abituati a scrivere per conto loro, hanno un rapporto molto intimo con la scrittura. Non hanno mai scritto con nessuno."
"A parte le pubblicazioni scientifiche del tuo amico."
"Quelle non sono esattamente a più mani, Bella, sono solo... E poi hanno due stili così differenti. Come potrebbero scrivere un romanzo insieme?"
"Amore mio, respira. Ne abbiamo già parlato. Vedremo strada facendo. Se loro preferiscono torneremo al tuo piano. Fell aiuterà Anthony per il contesto storico, l'ambientazione ostiense e stop. Ma se dovesse scoccare la scintilla... Avremo un romanzo noir storico scritto a quattro mani dai due autori più in gamba e redditizi con cui abbiamo mai avuto l'onore di collaborare. Arriveremo davvero alle stelle!" e si alzò di scatto tornando a saltellare.

Anche Gabriele si alzò. La sua splendida moglie aveva sempre avuto un grande ascendente su di lui. E finora tutte le sue intuizioni si erano rivelate ottime. Perché stavolta non riusciva a rilassarsi?

"D'accordo cara. Andiamo a fare colazione insieme, che ne dici?"
"Certo, tesoro. Più che volentieri. Tu però niente caffè, sono sicura che tu abbia già abbastanza caffeina in circolo."
"Prenderò una cioccolata allora." Gabriele sorrise e infilò il berretto alla donna che amava e che tornò a canticchiare "Love like yours will surely come my way. Hey hey hey hey hey".



Penna d'angelo, penna di demoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora