Ogni volta che la mia felicità è a un passo da me, arriva qualcosa che me la porta via. Quel qualcosa oggi è Sofia o, meglio, quella foto. Le prime che avevo visto erano tutte oscurate, ma ero riuscita in qualche modo ad associare un nome. A tutte tranne ad una, che ora ha deciso di parlare in diretta nazionale della faccenda. Chan è seduto davanti a me e mi richiama all'attenzione ma io non lo vedo, ho lo sguardo perso nel vuoto. Mi arriva un altro messaggio da Sofia.
18:35 Sofia: Sto venendo alla villa, passo prima a prendere tua zia.
Ci metto un po' a riunire i puntini del messaggio perché la mia mente non è del tutto concentrata su ciò che sta succedendo. Sento ancora la mano di Chan sulla mia guancia e le sue labbra sulla fronte. Non riesco a concentrarmi, mi ha mandata in corto circuito. Fottuta telefonata. Guardo di nuovo il messaggio e metto a fuoco: venendo alla villa – zia. Cazzo. Mi alzo di scatto e per poco non faccio cadere Chan dall'altro lato della stanza. Inizio a girare come una trottola dentro la casa in preda al panico, non so cosa fare prima. Chiamo lui? La zia lo sa?
-"DENIZ!" mi chiama Chan alzando la voce. Mi giro di soprassalto, non è arrabbiato solo...confuso. E preoccupato: mi avrà chiamato cento volte ma non l'ho sentito.
-"Mi dici che sta succedendo?" Che situazione di merda. Raccolgo il telefono dai cuscini e mi avvicino a lui.
-"Io...mi dispiace, ma non ora ok? Dobbiamo andare, la zia sta tornando e ci manca solo che faccia un infarto per colpa mia". Meglio correre ai ripari, almeno fin dove posso. Mi alzo in punta di piedi e gli do un bacio sulla guancia che sembra durare un'eternità. Mi tiene stretta per i fianchi e quando rimetto i piedi a terra, mi scruta. Mi guarda negli occhi per trovare...non lo so manco io cosa, un'informazione? Qualcosa che lo rassereni? Dio, che situazione del cazzo. Lo trascino via, visto che lui non si muove. Ci manca solo che la zia ci trovi qui.
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Mi aggiro per la cucina come un animale chiuso in gabbia. Continuo a fare avanti e indietro per la stanza, con gli sguardi dei ragazzi – tornati da Milano e arrivati nel mio inferno personale – sulla schiena. A turno mi chiedono qualcosa, ma non li sento neanche. Dove sono finite quelle due? So bene che Sofia guida piano, è così da quando ha preso la patente in quinta liceo. "Solo perché mi fido di me stessa, non vuol dire che devo fidarmi degli altri.", mi diceva sempre nei nostri giri notturni verso il McDonald di fiducia. Continuo a guardare il vialetto ma nulla: buio pesto. Non vedo passare manco una lucina, così per sbaglio. Quando finalmente vedo qualcosa corro fuori dalla stanza. Mia zia sta trasportando un po' di buste, mi saluta frettolosa e saluta Lee Know e Changbin che si sono avvicinati per aiutarla. Non lo sa. Poi, con tutta la calma del mondo vedo Sofia avvicinarsi ma non riesco ad essere arrabbiata con lei, non ce l'ho mai fatta. Le nostre discussioni durano 10 minuti e finiscono con entrambe che ci scusiamo e piangiamo abbracciandoci. È per questo che, quando vedo che apre le braccia mi ci fiondo a capofitto.
-"Ti sembra oggi il giorno giusto per guidare piano?" le chiedo, tirandomi indietro e guardandola in faccia. Arriverà il giorno in cui mi farà penare ancora di più per la sua guida.
-"Dovevo arrivare salva, no?" mi dice calma. È troppo calma, io sento il sangue ribollirmi nelle vene e lei è lì, tranquilla come se niente fosse. Il suo sguardo vaga alle mie spalle e spalanca gli occhi, stringendomi forte il braccio.
STAI LEGGENDO
Le stelle che ci guardano / bangchan
FanfictionLa vita di Deniz è agli occhi di tutti perfetta: è una donna di successo; ha delle amiche splendide e una zia che sono la sua famiglia; ha un fidanzato che la ama. Nulla potrebbe distruggere la sua bolla di felicità. Almeno così pensava. Quando la t...