capitolo 41

21 0 0
                                    

*Pov Renzo*

Erano passate settimane da quel giorno.

Ero arrivato a Milano nella prima mattinata, accompagnato dai primi raggi del sole.

Iniziai a camminare fino ad arrivare in centro e non ho mai visto un posto così affollato come quello.

Non ricordo che giorno fosse ma ricordo che c'era una rivolta in cui mi sono intromesso.

Gli abitanti di Milano vivevano nelle nostre stesse condizioni se non peggiori.

Vagando per le strade notai molti bambini con vestiti stracciati o famiglie ridotte sul lastrico, li guardavo e i miei occhi si inondavano di lacrime.

Non ricordo bene come iniziò tutto ma feci parte di una rivolta che si era innalzata per il costo del pane e finì quasi in prigione per questo.

Ricordo bene le urla dei rivoltosi e il menefreghismo del governante Ferrer che fece di tutto per non aiutare la popolazione. Ogni giorno venivano arrestate più di cento persone solo perché lui detestava le rivolte.

Ciò che non ricordo bene però è come riuscì a scappare, forse è perché ho tentato di togliere quei ricordi il più possibile per via della paura provata in quei giorni.

Ricordo solo di esser riuscito a sorpassare il confine fra la Lombardia e le regioni vicine e di esser arrivato a Bergamo. Mi nascosi lì per dei giorni per poi tornare a Milano con un altro nome.

Ero diventato Angelo Alfieri ma durò poco perché mi scoprirono e dovetti di nuovo scappare finché un giorno non mi imbattei in una ragazza.

Ricordo benissimo quel giorno, stavo correndo e lei camminava con velocità, aveva un vestito bianco con dei fiori ricamanati sulla gonna e i capelli sciolti spezzavano quel bianco che la facevano sembrare un angelo.

Mi guardò e arrossì subito, si scusò e senza lasciarmi proferir parola mi lasciò da solo in quel piccolo vicolo.
Il giorno dopo tornai per rivederla e quello dopo ancora, e poi di nuovo...la mia mente si stava lasciando contaminare da quella visione celestiale.

Il giorno in cui mi notò non tardò ad arrivare e mi disse di chiamarsi Caterina. Sorrisi sentendo quel nome e il mio cuore iniziò a battere sempre più velocemente ogni volta che lei si trovava vicino a me.

Ricordo che alcuni momenti della giornata li passavo sentendomi uno schifo perché ero promesso ad una donna per cui avevo capito di provare così tanto affetto che non potevo negarlo ma allo stesso tempo questo affetto non poteva essere chiamato amore.

Mi sono sentito molto spesso un codardo perché per quanto avrei voluto scriverle una lettera non sapevo dov'era perciò non avrei mai avuto la certezza che le fosse arrivata.

Eppure nonostante ciò mi ero perdutamente innamorato di Caterina.


*Pov Lucia*

Arrivai a Milano in tarda serata e la prima cosa che notai erano le lucine che illuminavano le strade.

Avevo trascorso tutto il viaggio a pensare a Rodrigo e a ciò che sarebbe potuto succedere una volta ritornata a Lecco eppure non avevo trovato una risposta certa.

Da un lato pensavo che sarebbe tutto finito, che lui avesse smesso di provare qualcosa, che avrebbe negato tutto persino il sentimento che vedevo nei suoi occhi e di cui sentivo l intensità.

Da un altro lato speravo che lui capisse e che mi amasse ancora nonostante tutto.

Non so quanti mesi ci avevo messo per capire che lo amavo ma anche solo il pensiero che potesse essere stato tutto vano mi uccideva.

Scesi dalla carrozza e mi diressi verso l osteria più vicina.

Non fu difficile trovarla poiché mi trovavo nel centro di Milano e c'erano tanti edifici e localini intorno a me.

Entrai con timidezza e mi diressi dal proprietario

Lucia: Salve vorrei alloggiare qui *chiesi*

Sentì il suo sguardo addosso e dovetti abbassare il mio per via della soggezione che il suo mi procurava.

Renzo: Lucia...*Sentì dietro di me*

Mi girai di scatto e lo vidi, dopo chissà quanto tempo lo rividi

Lucia: Renzo...*sussurrai*

Obsessed with you/ Lucia x Don Rodrigo FanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora