IX

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🌅🍁ALBA POV🍁🌅

È tarda notte, sono distesa a letto, ma non riesco a dormire, continuo a pensare a Dylan e ai due episodi che mi sono capitati in questi giorni. Con la mia famiglia e i miei amici faccio sempre finta di essere tranquilla, non voglio preoccuparli, ma nel silenzio della mia camera non riesco a far tacere quelle voci che mi ronzano in testa, ho questa strana sensazione, qualcosa non va, non ho mai sofferto di particolari mal di testa, figuriamoci di epilessia.

Penso anche alla mia migliore amica, questa è la prima notte dopo l'incidente che passerà con entrambi i genitori, allora decido di scriverle un messaggio, per sapere come sta. 

La mia testa viaggia troppo velocemente da un problema a un altro, mi sento sopraffatta, inizia a girarmi, allora decido di trovare un modo per calmarmi, afferro dal comodino il libro che sto leggendo in questo periodo, un vecchio romanzo francese, lo avvicino al naso e comincio a far scorrere le pagine lentamente, assaporando fino all'ultima molecola quel profumo che riesce a trasmettermi una serenità senza precedenti.

Il profumo dei libri, così lo chiamo, è un misto tra odore di enciclopedie impolverate, muffa, carta ingiallita, detto così non sembra molto invitante, ma questo mix sa creare un profumo che per me significa ricordi, emozioni, pelle d'oca, pianti, sorrisi, sensazioni, e ogni volta che lo assaporo riesco a calmarmi.

Decido di ricominciare il libro dal punto in cui ero arrivata, così da smettere di pensare a tutti i miei problemi, finché non mi viene sonno e mi addormento.


Il giorno dopo mi sveglio in ritardo, mi sento poco riposata e stordita, sto ancora facendo colazione quando arriva Dylan, pronto per andare a prendere India. Molly lo fa entrare e comincia a parlargli, 

<<Oh ciao caro, oggi Alba è un po' in ritardo, perdonala, non voleva proprio svegliarsi>>

 Dylan sorride e mi guarda, io alzo le spalle come per scusarmi, 

<<ci sono ci sono mamma, finisco la tua crostata e mi alzo>>

è strana l'idea che tra qualche minuto mi troverò da sola con lui, a camminare verso casa dell'amica, come una volta, come se nulla fosse successo.

Finisco con calma la torta, indosso un maglioncino leggero e oversize color crema e un paio di jeans marroni, saluto mia mamma ed esco di casa, lui dietro di me.

Ci incamminiamo sul vialetto di casa mia, entrambi in silenzio, sto ripensando a come le cose si sono evolute la sera della festa, dall'orribile scena con i motociclisti, a me e Dylan che balliamo, a Harry, a India e sua mamma.

<<Come stai oggi?>> mi chiede lui. 

<<Meglio, ieri ho fatto fatica ad addormentarmi e oggi mi sento un po' stanca ma per il resto bene>>.

<<Se hai bisogno di qualcosa, sappi che io ci sono>>, mi dice, guardandomi finalmente negli occhi. 

Gli faccio un sorriso timido, so che non potrei parlarne con lui, perché è proprio lui la causa dei miei problemi.

Camminiamo in silenzio, uno accanto all'altro, le giornate si sono decisamente raffreddate, le foglie di quasi tutti gli alberi cominciano a ingiallirsi, rendendo il paesaggio una visione magica che ricorda vagamente i colori dei tramonti estivi.

Dylan ha un passo deciso, probabilmente vuole raggiungere casa di India il più in fretta possibile, io invece mi sto godendo quegli attimi di tranquillità, sto passeggiando con il mio migliore amico, come ho sempre fatto fin da bambina, l'autunno mi mette di buonumore, la nebbia, il freddo, i colori, mi rispecchio molto in quella stagione, non voglio ritornare alla mia vita, ai miei problemi, alla mia crisi con Dylan, mi sto aggrappando con tutte le forze a quegli attimi di silenzio a fianco del mio amico.

Il profumo dei libriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora