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Se volete lasciate una stellina o un commentino se la storia vi piace, per me fa una gran differenza 

🌠♠️INDIA POV♠️🌠

Sono le quattro e, come al solito, io e Alba siamo al nostro parco, dopo quello che è successo stamattina, Dylan è sparito. Non lo abbiamo più visto nemmeno a pranzo.

È una giornata splendida. Il cielo è terso, illuminato da un sole fresco di un autunno ancora giovane. I raggi brillano in tutte le direzioni, rendendo i colori più intensi: l'erba è di un verde accecante, interrotta solo da macchie di ranuncoli gialli e qualche foglia secca caduta dagli alberi, che mostra mille sfumature rosse lungo le sue nervature.

Un soffio di vento sposta una di queste foglie, che finisce sulla mia scarpa. Mi chino, la raccolgo e la osservo da vicino, impressionata da quanti colori possano esserci in una piccola foglia.

<<Alba, devo andare, vado a trovare mia mamma>> dico, mentre metto la foglia in tasca. Alba alza lo sguardo dal mazzetto di ranuncoli che ha appena colto e mi risponde, <<Se vuoi, vengo con te>>. Le vado vicino, la abbraccio stretta e le dico che non c'è bisogno. Le stampo un bacio caldo sulla guancia e mi dirigo verso la mia moto nera.

Arrivo all'ospedale. Il cielo è un po' più coperto di prima: nuvoloni bianchi, simili a batuffoli di cotone, spezzano l'azzurro. In lontananza, verso nord, si vedono nuvole scure avvicinarsi, segno che un temporale è imminente.

La struttura grigia dell'ospedale si staglia tra il verde degli alberi intorno. Mi faccio coraggio ed entro, preparandomi psicologicamente ad affrontare mia madre.

Mi fermo davanti al bancone e chiedo alla solita infermiera antipatica se posso fare una visita. Lei ha gli occhi incollati al computer, completamente indifferente a quello che sto dicendo. Devo ripetere la domanda, questa volta più forte e con insistenza. Alla fine, mi risponde con tono seccato, <<Certo che puoi fare una visita, siamo in orario di visita!>> e mi fa segno di andarmene.

Entro nella stanza. Mamma sta dormendo, ha tanti tubi intorno a lei. Il suo viso sembra diverso, con qualche ruga in più e dei capelli bianchi che spuntano tra la sua chioma nera. Eppure, nonostante tutto, è bellissima.

Le prendo la mano, è tiepida. Mi viene in mente quando ero piccola e mi coccolava sul divano mentre papà mi faceva le trecce. Eravamo una famiglia felice e unita. Non avrei mai immaginato che saremmo arrivati a questo punto: mamma attaccata a delle macchine in ospedale con un colpo di pistola al fianco e papà a casa, ubriaco.

Mamma si sveglia e mi sorride, <<Ciao mija, come stai?>>. Mi chiama così da quando ero bambina, grazie alle sue origini spagnole da parte del nonno.

<<Io sto bene, mamma. E tu?>> le stringo la mano più forte. Ma prima che possa rispondere, continuo,

 <<Volevo chiederti una cosa... riguarda la famiglia Jones>>

Mamma fa una smorfia triste, <<Oh, mija, no... no. Non cercare informazioni su quella storia. Porteresti alla luce solo cose brutte. Sei interessata per il tuo nuovo ragazzo?>>

Noto che le rughe di preoccupazione sul suo viso si fanno più profondo

<<Non è il mio ragazzo>>, rispondo

Mamma mi sorride dolcemente, <<Devi stare attenta a quella famiglia. Non ti impedirò certo di vederlo, ma ti voglio bene e non posso non avvisarti. Quella è una famiglia di manipolatori. Spero tanto per te che il figlio non abbia preso dai genitori>>.

Sono preoccupata. Continuo a chiedermi cosa possa essere successo.

Parliamo per mezz'ora. Provo a convincerla a dirmi qualcosa, anche solo un piccolo riferimento, ma niente. Mamma non dice una parola.

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