17. Resta con me

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*Buon martedì*

Piccolo aggiornamento, ma è il massimo che sono riuscita a fare <3 spero vi piaccia ugualmente, con il cuore. Grazie per seguirmi con tanto affetto. 

Vi voglio bene, 

Al prossimo capitolo, 

Un bacione grandissimo

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Ezekiel Rivera

Furono due settimane indimenticabili! Ogni notte trascorsa insieme, in sua compagnia, fu meravigliosa, fatta di passione, amore, sorrisi...

Cose che non avevo mai immaginato di poter vivere così intensamente e profondamente. Sin dal mio ritorno dall'ospedale, non c'eravamo mai posti il problema di chi eravamo l'uno per l'altra, cosa eravamo diventati, volevamo solo trascorrere il nostro tempo insieme, non appena potevamo, liberi dai nostri impegni giornalieri. Avvinghiati l'uno all'altra, senza proferire parola di troppo. 

C'era un tacito accordo tra noi. 

Nessuno dei due faceva nota dei propri sentimenti che nutriva per l'altro! Per non rovinare in alcun modo quei momenti da sogno. Entrambi avevamo bisogno di questo silenzio, per continuare a vivere, per sconfiggere pian piano i nostri sensi di colpa, e per guarire ciascuno dalle proprie ferite. 

Con Céline al mio fianco mi stavo riprendendo alla grande, la voglia di possederla, la costante voglia di averla, annientava ogni forma del mio dolore, fisico e mentale. La struggente attesa che mi attendeva il giorno, spariva magicamente la sera al suo ritorno, e superava di gran lunga la sofferenza che provavo. Non ero mai stanco o esausto quando si trattava di fondermi dentro di lei, insieme alle sue mani, al suo sorriso, ai suoi occhi color tempesta. 

Sì, credevo di amarla. 

Io amavo Céline Adams, e lei amava me. Ma al contrario di lei, ancora non ero riuscito a dirglielo apertamente.

Orgoglio? Paura?  

Forse entrambe le cose. Non avevo mai avuto una storia così seria in vita mia, e non volevo rischiare di rovinare qualcosa. Ma dovevo saperlo che tutto non poteva dipendere da me, dalle mie intenzioni e azioni, e lo scoprii proprio quella mattina d'inizio Dicembre. 

La radio era accesa a palla, una discreta compagnia in mezzo al traffico cittadino. 

Ero a bordo della mia adorata e bimba Mercedes per raggiungere il Palazzo di Tormalina. Non avrei ancora dovuto mettermi al volante, o rientrare a lavoro. La ferita dietro la schiena si stava lentamente rimarginando, la spalla si muoveva con più scioltezza di prima, ma era ancora presto per parlare di completa guarigione!

Il fatto era che stavo per impazzire dentro casa, fermo, senza far nulla d'importante, in attesa di guarire e che lei tornasse da me dopo una giornata piena di lavoro! Era arrivato il momento di riprendere in mano la vita, che avevo messo in stand-by, e perché no? Approfittare anche del fatto che al lavoro ci fosse anche lei! 

E poi, odiavo avere un'autista personale, al contrario di mia madre. Su questo assomigliavo decisamente a mio padre, Ray. Io amavo guidare, quando ero un'adolescente mi divertivo a correre su piste di ogni tipo! Go kart, auto da rally...ero sempre stato uno spericolato!

Notizia di questa settimana, non ci crederete gentili ascoltatori.

La voce dello speaker radiofonico era fastidiosa, ma non c'era alcuna voglia in me di cambiare stazione radio, o attivare il computer di bordo per far scorrere la mia playlist preferita. Ero un po' annoiato e pigro da quel traffico allucinante che mi stava risucchiando ogni entusiasmo!

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