4. Hope Rivera

115 13 6
                                    



Ezekiel Rivera

"Il CDA si riunirà fra cinque giorni, entro quella data abbiamo necessità di conoscere chi prenderà in mano le redini del nostro impero, Hope! Non possiamo più aspettare." disse un uomo corpulento, dai corti capelli brizzolati, occhi neri e mano enormi quanto la mia faccia.

Si chiamava Josh Mason Kane, il socio di mia madre. Da vent'anni contribuiva al benessere e alla salute degli affari della Rivera Empire, dando una grossa mano ai miei genitori. Era sposato con una donna bellissima e facoltosa, Jasmine Kross, in pratica lui era diventato ricco grazie a lei, e avevano due figli. Gregory e Eloise Kane, entrambi davvero insopportabili.

Due vipere con le gambe!

Squadrai Josh con rabbia, che cercai di controllare. Lui non mi rivolse nemmeno uno sguardo, era come se non ci fossi.

"Certo Josh, saprai cosa deciderà mio figlio, nel frattempo salutami la tua cara famiglia. La cara Jasmine e i vostri adorabili figli. "

Non provai nemmeno a difendermi, non serviva. Non ero più un bambino...e sapevo che con quell'adorabili figli, mia madre stesse esprimendo tutta la delusione che aveva nei miei riguardi.

"Ci vediamo al ballo in maschera, sarà divertente. Ti ringrazio per aver organizzato questa festa in onore di mia figlia Eloise, non fa che parlarne."

"E' il minimo che io possa fare, siamo ormai soci in affari. Il suo compleanno doveva essere festeggiato nel migliore dei modi. Le devo molto, le sue idee nel nostro settore marketing sono davvero utili."

"Mia figlia ci tiene davvero molto..."

Ecco l'altra stoccata.

No, non avevo la coda di paglia, queste cose le dicevano sempre in mia presenza, per poi scoccarmi occhiate di rimprovero con la coda dell'occhio.

"E' ora che io vada, Hope saluta Ray e Gwen da parte mia..." e finalmente quel dannato rospo girò i tacchi, assieme alla sua inquietante guardia del corpo, Boris. Un essere senziente, sì, ma con la faccia che sembrava un zombie, uno spettro o vampiro? Beh, a giudicare dal suo aspetto era sicuramente un morto vivente. Occhi infossati e cerchiati di rosso e viola, alto, corpulento, dalla carnagione olivastra...e vestiva sempre di nero, tipo un boia sul patibolo.

"Oh, sei qui! A cosa dobbiamo la tua presenza? Si può sapere dove sei stato?" fece finta di non essersi accorta della mia presenza, che dolce mamma!

Guardai mia madre senza dire una parola, non sarebbe servita, qualsiasi cosa avessi detto per giustificarmi lei avrebbe sempre sostenuto di avere ragione!

Era affaccendata, non faceva che muovere voluminosi fascicoli sulla sua scrivania e ad adocchiare l'orologio che aveva al polso sinistro, quello che le aveva regalato papà a Natale di due anni fa.

Ci trovavamo nel suo ufficio, nella Presidenza, al penultimo piano del Palazzo di Vetro, appena al di sotto dell'attico enorme dove venivano organizzate feste e ospitate occasioni di rilievo per il nostro impero, e precisamente due piani sotto un magnifico terrazzo in cima, dove si poteva ammirare la nostra città dall'alto, come se noi fossimo gli dei dell'olimpo.

"Quindi? Non hai nulla da dire?" aggiunse nervosa, finalmente spostando i suoi occhi azzurri su di me, che continuavo a fissarla senza aprire bocca.

"Ezekiel, sto parlando con te! Questo CDA è importante, sai benissimo quanto ci tengo. Si decideranno le sorti di questo impero, il mio successore!"

Sei il mio rifugioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora