8. Conoscersi

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*Buon martedì*

Qui tuona, è un clima che mi piace, mi aiuta a ritrovare un po' di pace con me stessa, serenità, a riflettere di più sui miei errori e a trovare un modo per risolverli, se possibile. Perché non sempre è possibile trovare serenità in tutto e soluzioni ai problemi, ma ci si prova...

Spero che le vostre vacanze stiano andando bene <3 

Spero che il capitolo, seppur di passaggio, vi piaccia. Dal prossimo, ihihihi, ne vedremo delle belle <3 ;-)

Non vedo l'ora di sapere cosa ne pensate, 

Al prossimo capitolo, 

Un bacione grandissimo



 *****


Céline Adams


Lo guardavo attentamente mentre lavorava seduto alla sua scrivania in acciaio e legno, non perché avessi un motivo in particolare, ma solo per semplice e pura curiosità. Mi ero intrufolata nel suo ufficio, senza nemmeno bussare. 

E non mi era sembrata nemmeno una cattiva idea, fino a quando non mi ero resa conto che lui era proprio lì.

Alcune punte dei ciuffi dei suoi lisci capelli neri gli accarezzavano gli zigomi, mentre i suoi occhi dalle ciglia ricurve erano attenti a quel che stavano facendo, teneva in mano una matita come un'artista...

Sembrava che avesse la fronte imperlata di sudore freddo, come se fosse a disagio per qualcosa. I bottoni della sua camicia erano quasi del tutto sbottonati, lasciandolo per gran parte a petto nudo. E arrossii, non riuscendo a trattenermi dal farlo. 

Era automatico! Accidenti!

Avevo da poco attraversato quel meraviglioso ponte sospeso a mezz'aria tra i due grattacieli più alti della città, appartenenti per l'appunto alla Rivera Empire, tra mille ospiti, turisti e quant'altro, e lungo il corridoio che mi ero ritrovata a percorrere, con l'intenzione di raggiungere il mio futuro posto di lavoro per iniziare a familiarizzare un po' l'ambiente, avevo sicuramente sbagliato del tutto percorso, fino a ritrovarmi per sbaglio davanti la sua targhetta in argento e quella di suo padre fissata ad un'ampia porta scorrevole. 

Entrare oppure no? 

Ezekiel Rivera - vice amministratore delegato.

Tentata. Colpita e affondata!  

Avanzai, cauta. Ormai, sopraffatta dalla curiosità schiacciante, e mi guardai attorno con circospezione. L'arredo era freddo, minimal e ultra moderno e digitale. C'era un enorme cactus in un angolo pieno di spine, forse come era la sua anima!  

"Scommetto che ti sei persa, e per ritrovare la strada giusta guarda caso sei finita proprio qui. Già ti mancavo, Cenerentola?" 

Sussultai al suono di quelle parole, piazzando nuovamente lo sguardo su di lui.

Feci scoccare la lingua contro il palato in risposta, infastidita dalla sua reazione: "No, Batman. Non darti tutte queste arie, ero solo qui di passaggio, curiosa di conoscere questo posto che vuoi lasciare a tutti i costi..." 

Mostrò un sorrisetto divertito: "Mi credi un pazzo, vero?" 

Lo guardai per un po' nei suoi occhi verdi, che aveva piazzato nei miei, notando perfettamente quella nota di risentimento e senso di colpa: "No." dissi subito, sincera. "Le cose che ho...beh, ho sempre dovuto faticare per ottenerle, al contrario di te che hai sempre avuto tutto a portata di mano, anzi...di click! Ma, ammetto, dopo quanto sto iniziando a vedere e capire, che questa qui non è altro che una gabbia dorata...effettivamente, una persona libera come me, che ama esserlo, non si troverebbe bene chiusa qui dentro, anch'io sarei fuggita prima o poi." conclusi, mentre mi lasciavo cadere a peso morto su una comodissima poltroncina accostata alla sua scrivania. 

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