14. Come un padre

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*Buon martedì*

UN REGALOOO TUTTO PER VOI CHE MI SEGUITE CON TANTO AFFETTO <3

Qui da me pare che ormai sia arrivato l'autunno, da voi? Temporale, pioggia, vento forte, freddo, cielo grigio e scuro tanto da non far entrare luce in casa... 

Ogni stagione è bella a modo suo, davvero <3 l'autunno con la sua pioggia, il primo freddo, le foglie che cadono dagli alberi...bella davvero, ma io personalmente non vedo l'ora che torni la Primavera <3 

Lo so, non tutti amano i mesi caldi, ma le giornate lunghe, le passeggiate serali, i tramonti e gli indumenti leggeri, il mare, la montagna da vivere, mi piacciono moltissimo. 

Tornando al capitolo, spero vi piaccia <3 non vedo l'ora di sapere cosa ne pensate. 

Al prossimo capitolo, 

Un bacione


*****

Céline Adams


Gregory mi aveva sconvolta, in tutti i sensi.

Prima di andarsene da casa mia, mi aveva dato un bacio su una guancia, come segno di profonda gratitudine e affettuosa riconoscenza.

Mi aveva scioccata non poco. 

Era una persona più estroversa di Ezekiel, più socievole, affabile, ma non avrei mai immagino che un suo bacio non potesse farmi alcun effetto!

Avevo una smisurata cotta per lui che durava da anni, e adesso che c'eravamo così tanto avvicinati, oltre i limiti del possibile, schiaffeggiando ad una ad una le mie utopie, Dio...

Desideravo un altro uomo al suo posto.

Un uomo che non sapevo se ce l'avrebbe fatta a sopravvivere, che conoscevo a stento, ma che aveva mostrato coraggio, determinazione e sacrificio. Un uomo che mi aveva salvato la vita più di una volta, senza pensarci due volte, e senza nemmeno conoscermi sino in fondo.

Sospirai, in cima al Palazzo di Tormalina. La vista da questa terrazza panoramica era mozzafiato. Ce n'era soltanto un'altra uguale in tutta la città che garantiva una vista così, quella del Palazzo di Vetro, praticamente il grattacielo accanto.

Inspirai piano, ed espirai ancora più lentamente.

Erano due giorni che non avevo notizie di Ez, senza alcuna possibilità di potermi avvicinare a lui, e stavo scoppiando dentro. Mi mancava terribilmente. Mi ero legata tanto a lui in così poco tempo.

Cavolo! Non era un bene, no, no.

"Posso disturbarti?" chiese una voce alle mie spalle, facendomi sussultare. "Scusami, non volevo spaventarti!"

Mi voltai di scatto e mi ritrovai a fissare gli occhi azzurri di Ray Rivera, che avanzava verso di me con passo cauto e deciso.

"Sapevo di trovarti qui, non appena Jimmy mi ha detto che eri sparita dal tuo posto di lavoro. Questo è un buon posto per pensare e rilassarsi. Tu sei una ragazza intelligente, ne hai viste già di ogni nella tua giovane vita e mi dispiace molto che tu abbia dovuto subire anche l'ennesima beffa due giorni fa."

"Non importa..." tagliai corto, con voce roca.

"Importa e come. Hai freddo?" chiese con premura di padre.

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