9. Gregory

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*Buona domenica*
Cosa state facendo di bello? Io a casa, causa influenza! Spero passi presto.
Al prossimo capitolo, spero vi piaccia
Un bacione ❤️

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Céline Adams

Dovevo ammetterlo, Ezekiel Rivera in quel suo completo elegante ci stava da Dio, e con la maschera nera che s'era messo a coprirgli metà del volto, faceva risaltare ancora di più i suoi occhi verdi, il loro taglio a mandorla e le sue labbra invitanti e morbide, o meglio...mi immaginavo che fossero morbide, perché alla vista erano decisamente perfette!

Oddio! Cosa stavo pensando? Cosa m'importava delle sue labbra?  Cosa m'importava dei suoi occhi verdi? Possibile che non riuscissi a pensare ad altro?

Scossi la testa, dovevo restare lucida.

Eppure, mi tremavano le ginocchia, non riuscivo davvero a capirne il motivo. Da quando Ezekiel era entrato in questa sala, tutto il mio mondo e presente avevano preso a vorticare intorno a lui come se lui fosse la mia forza di gravità personale. 

Non passava inosservato. 

Non ai miei occhi, sin da quella notte, in cui mi aveva quasi investita e poi presa tra le sue braccia, la mia testa poggiata contro il suo petto...
Mi ero sentita al sicuro dal mondo, al riparo, a casa. 

Lui era stato il mio rifugio.

E avrei tanto voluto essere anche io il suo, come mi aveva detto sua madre.
Ma non per un motivo preciso, soltanto perché desideravo che si aprisse con me. Mi avrebbe fatto piacere conoscerlo di più, dato che c'eravamo incontrati in una situazione decisamente fuori dal comune. 

In quel momento, era a braccetto con la stessa ragazza che aveva lasciato il suo appartamento a tarda notte, proprio qualche giorno fa. 

E avrei voluto nascondere la testa sotto i piedi quando scoprii l'identità di quella bellissima ragazza! 

Era sua sorella! Gwendolyn Rivera, o semplicemente Gwen. 

Cavolo! Questi Rivera dal vivo erano difficili da riconoscere. Non perché fossero diversi dalle foto e dai video che circolavano su internet, giornali e tv, ma immaginavo perché fossero tutt'altra cosa in carne ed ossa. 

Decisamente più affascinanti. 

Non sapevo nemmeno descrivere quel cosa che avevano in più con la dovuta esattezza. 

Sospirai con sulle braccia il vassoio d'argento colmo di calici ricchi di liquido dorato e bollicine, o meglio dire Champagne. Pesava un quintale. E Jimmy non aveva accettato la mia proposta del cambio con i vassoi di dessert. 

Ero in piedi in un angolo come una bella statuina, in attesa che gli ospiti arrivassero e si servissero dal mio vassoio. Speravo lo facessero al più presto, almeno avrei sgranchito un po' le gambe per andare a recuperarne un altro! 

C'era stato vietato di camminare tra gli ospiti per questioni di sicurezza, pericolo macchie e lavanderia? Per quel che costavano i loro abiti avrebbero potuto permettersi un lavaggio a pagamento, ma pazienza! 

Sbuffai, gli ospiti non potevano comunque servirsi da soli dal lunghissimo tavolo del buffet? Assurda era la comodità che si offriva a questi ricconi!

La sala era meravigliosa, un attico extralusso posto in uno dei grattacieli più chic e brillanti della città, quindi non poteva essere che perfetto, dopotutto. Era stata addobbata a festa e resa ancora più elegante da nastri verde acqua, una torta enorme a cinque piani e un buffet da fare invidia alla Corona Inglese. 

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