Capitolo 1.

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Litigare con la babysitter non è stata una delle cose migliori da fare appena arrivato,ma ne è valsa la pena.

È una grande stronza.

Okay,è vero che non la conosco,ma basta guardarla per capirlo.

Stronza.
Stronza.
Stronza.

«Scusami nanetto,la cena è pronta» ed eccola la stronza che interrompe i miei pensieri.

«Non sono un nanetto» mi difendo alzandomi dal letto e seguendola attraverso il corridoio.

Abbasso lo sguardo sul suo sedere fasciato perfettamente da pantaloncini di jeans.

Niente male però,anzi.

La sento ridere ed alzo lo sguardo per guardarla,ma è ancora di spalle.

«Lo sei,nanetto.»scende le scale velocemente facendo in modo che il suo culo si muovi per me.

Decido di non controbattere e mi godo la vista.

Mi siedo a tavola e incomincio a mangiare in silenzio mentre le mie sorelle conversano animatamente con quella specie di babysitter.

In questi momenti mi manca la mamma che le zittisce.

«Carl mi ha chiesto di uscire» parla la babysitter,ma quale era il suo nome?

Cala il silenzio e poi delle urla mi rompono i timpani.

Ugh.

«Carl dell'ultimo anno?» Felicitè gesticola sorridendo.

Annuisce.

«Nina hai accettato,vero?» chiede Lottie seria.

Nina,ecco il suo nome.

«No,lo sai che quelli con i muscoli e senza cervello non mi piacciono» sbuffa.

Sorrido guardando il piatto.

Perché sorrido?

«Solo per una scopata?»chiede Felicité.

Che cazzo sta dicendo?

«Felicité e Lottie di sopra nelle vostre stanze, ORA» urlo e loro sobbalzano e salgono sopra salutando velocemente Nina.

«Lasciale stare» sbuffa.

«Non voglio che le mie sorelle diventino delle troie» sbatto una mano sul tavolo.

«Notizia flash:già lo sono» ride sparecchiando la tavola.

Stronza.

«Forse la fama ti ha annebbiato la vista» ride.

Tutto,ma non questo.

Mi alzo, le prendo il polso e la sbatto contro il frigorifero.

Stringo sempre di più la presa, ma lei non fa smorfie o movimenti bruschi per liberarsi.

«Senti stronza,tu fai solo la babysitter dei miei fratellini e indovina chi ti paga?»le chiedo retoricamente.

«Uno stupido famoso.»risponde sorridendo.

Aumento la presa.

«veramente te la sei presa?» sghignazza.

Sono sempre più incazzato.

Le prendo anche l'altro polso e li porto tutti e due sopra la sua testa.

«Sarò anche uno stupido famoso,ma tu con quei soldi ci vivi» le sorriso falso e mi avvicino al suo viso.

Ha un buon profumo, però ...ma che cazzo penso?

«Quindi se non vuoi essere licenziata non fare mai più la stronza con me» il suo corpo è ormai incollato al frigo e schiacciato dal mio.

«Ci siamo chiariti?» le sussurro all'orecchio.

Annuisce infastidita.

«Brava» sorrido baciandole il collo.

Perché l'ho fatto?

Diminuisco la presa dai polsi.

«E tu non baciarmi il collo,porco» mi spinge via.

È solo una ragazzina.

Rido.

«Fammi smettere» la sbatto di nuovo al muro mentre comincio a torturarle il collo con baci e morsi.

Lei cerca di allontanarmi.

I suoi occhi chiusi, le labbra socchiuse e la poca forza che ci mette nell'allontanarmi mi fanno capire che le sta piacendo.

Fanno tutte così, penso sorridendo sulla sua pelle.

Arrivo alla pelle sopra al seno e lei è quasi pronta a cedere alla mia tortura quando una voce ci interrompe.

«Che state facendo?»

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