CAPITOLO 14- Un dolore che non conosce cura.
"La notte parla di te e mi farà soffrire.
La notte parla con me, ma riuscirò a capire?"
-En?gma, Pezzi di me.
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Draco era nel maniero della sua famiglia.
Seduto sulla poltrona in pelle scura, alla destra dell'enorme camino che padroneggiava nella grande sala.
Dal soffitto pendeva un maestoso lampadario, formato da centinaia di piccole candele.
Al suo fianco il carrello degli alcoolici.
In mano, il classico bicchiere di scotch whisky.
Silenzio.Il suo orologio punta 00.35.
Fuori è buio pesto.
La notte scorre lenta, molto lenta.
E non c'è assolutamente nessuno con lui.Solo.
Ancora una volta."Dove sei Hermione?" – Disse a bassa voce, quasi sconsolato, sperando in una risposta.
Nella sua mente ricorrevano le immagini di qualche attimo prima.
Andrew che la teneva in quel modo, che le faceva quelle cose."Come ha osato anche solo toccarla!?
Come ha potuto farle questo!?
La MIA povera Hermione.
E io.. io che dovevo prendermi cura di lei.. dove cazzo ero quando aveva bisogno di me!?" – disse alzando sempre di più il tono.Silenzio.
Silenzio anche nella sua mente."PORCO SCHIFOSO! GIURO CHE T'AMMAZZO!" – ora urlava, il veleno fuoriusciva dalla sua bocca come una serpe pronta ad attaccare.
Lui era pronto ad attaccare.
Scagliò a terra il bicchiere che aveva in mano, che andò deliziosamente in frantumi. Lo guardava, immaginando che Andrew fosse quel bicchiere.
La mia dolce Hermione, così piccola, amorevole. Eppure così forte, orgogliosa.
Una leonessa.
Non si arrende mai. Non getta mai la spugna. Non cade mai così in basso. – pensò.
Scese la scale con furia.
Doveva scappare via da lì, doveva andarsene alla svelta e molto lontano da quella prigione.
Aprì il portone d'entrata.
Era fuori.. libera.
Si fermò per un secondo a prendere fiato, aria pulita le invase i polmoni. Il senso di libertà la invase, la travolse e non fece altro che farsi trasportare e cullare da quella dolce sensazione.
Alzò lo sguardo al cielo. Era scuro.
Era notte fonda... quell'orco l'aveva tenuta fra le sue grinfie per ore, invece a lei era sembrato fosse successo tutto così molto in fretta.
Ora quello che importava era fuggire da lì, il prima possibile.
Si soffermò un secondo a pensare attentamente e poi ebbe un lampo di genio.
Si smaterializzò.
Andrew si svegliò in quella casa così poco familiare.. aveva un male cane alla testa.
Si guardò intorno con la sensazione che gli mancava qualcosa.
Non riusciva a capire cosa gli fosse successo.
Provò ad alzarsi, senza riuscirci. Era completamente senza forze.
"Ma cosa cazz..." – esclamò, stupito, accorgendosi poi di essere nudo.
Distrutto.
Avevo dolori allucinanti per tutto il corpo.
Gli facevano male le ossa.
Sembrava quasi che un tir gli fosse passato sopra e fosse sopravvissuto per miracolo.
Prese fiato.
Provò ad alzarsi facendo un enorme forzo e lasciandosi scappare un urlò di dolore.
Niente, non riusciva a stare in piedi.
Si vergognava.
Cosa ci faceva lì, in quel modo?
Riuscì a stento a ricoprirsi.
Cercò di urlare aiuto.
Ma niente si mosse, nessuno lo sentì, il nulla lo circondava.
Sentiva troppo dolore, paura, agitazione.
Preso dal panico svenne.
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[IN-REVISIONE] Find what you love and let it kill you.
Fanfiction//IN REVISIONE// È tutto un inferno qui. Le fiamme mi stanno rodendo la pelle. La depressione, la tristezza e la solitudine mi stanno corrodendo da dentro. La mia anima bruciata mi squarta il petto e lenta fuoriesce, un dolore assurdo, un dolore...