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Per te è così facile, vero?
Non conosci il groppo che nasce in gola
che soffoca la voce,
né l'ansia che corre sino alle dita,
tremanti,
quando stai per inviare quel messaggio.

Non lo senti, vero?

Sciocca me,
che ho creduto potessi amare
con la mia stessa profondità,
che potessi comprendere
custodire
quella mia,
amara
empatia.

Ma per te,
ogni cosa scivola via,
leggera come
foglia che cade.

E ora, mi hai riscritto.

Le tue parole sono vuote,
senza peso né essenza,
come se il tempo non avesse lasciato segni,
come se nulla fosse mai cambiato,
come se non avesse mai significato niente.

Dentro di me, però,
ogni lettera,
ogni singola maledetta sillaba,
cade pesante,
come pietre che affondano in mare aperto,
e si deposita in quell'angolo del cuore
che ho spolverato e ripulito a lungo,
tenuto con cura,
con la promessa che non avrebbe accolto più
nessuno.

Come grattaceli avevo costruito
le mie certezze,
che ora non son altro
che mucchi di polvere.

Non oserò risponderti;
Non ne sarei nemmeno in grado.

Preferisco parlare di te
anche non parlandoti,
lasciare che la mia poesia prende vita,
affinché il silenzio finalmente mi zittisca.

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