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mi guardo nel riflesso
e con le mani traccio delle linee invisibili
che solcano la mia pelle
come la marea che accarezza la riva.

riconosco il volto di mia madre,
il suo naso, ma il neo vicino è mio.

riconosco gli occhio di mio padre,
grandi e scuri, specchio dei suoi guai
tanto simili ai miei.

le ciglia folte di mio fratello,
che incorniciano il mio sguardo
firmando un quadro a me familiare;
le sbatto, cercando di vedere oltre.

la forma del mento è di mio nonno,
quella fossetta che lo divide a metà
è la mia condanna ma è
l'unico segno tangibile del suo amore per me.

sono il frutto di anime che si sono amate
eppure quando mi guardo
non colgo le loro unioni.

ma se scrutassi il mio volto
lì, lo vedrei:
la somma di tutti i loro amori
e di tutte le loro perfette imperfezioni;
ogni ruga e ogni sorriso,
un'eredità di vite, vive in me

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