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mi sfiori con le dita la pelle
candida e fragile come le ali di una farfalla

io sussulto al tuo tocco e mi sento
come fa il fuoco ardente sulla paglia

"non c'è stato attimo in cui io ti abbia amata di più
non ci sarà attimo in cui io possa amarti di più
ti amo ora
che il tuo corpo è stretto tra le mie braccia."

no, non l'hai detto.
ma dio, persino le pieghe della tua fronte
me lo stavano urlando.

"non ti amerò al di fuori di questo letto,
non sarai che una sconosciuta
per il mio cuore e per i miei occhi
che tanto necessitano di te adesso."

immagino sia questa, la tua verità.
eppure stai in silenzio e
mi mordi le labbra gonfie
lasciando impronte come lividi
mentre ti addentri con forza
dentro il mio corpo succube
di cotanta meschinità.

"non mi amerai mai?"

la domanda mi brucia in gola,
supplica di uscire,
ma rimane soffocata tra le luci soffuse della stanza.

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