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Prospettiva di Jade
Quei primi due giorni volarono. Ebbe modo di occuparsi della casa facendo le pulizie e sistemando alcuni mobili per potervi porre dentro alcune cose.
Il piano di sotto era quasi completo per quanto riguarda i mobili, gli accessori li avrebbe messi insieme ad Alicia, mentre le camere erano incomplete.
Gli operai erano appena usciti e finalmente poteva rilassarsi un po pensò. Pensato troppo presto: il cellulare squillò. Controvoglia si allungò fino allo scatolone sopra qui era appoggiato.
"Pronto?"
"Ciao Jade" -oh cristo ci mancava proprio lei...-
"Sally...ma che piacere" non riuscì a trattenere il sarcasmo e il fastidio che la sua voce le provocava.
"Non posso dire lo stesso nemmeno scherzando" -nervosetta la ragazza...- a quel pensiero le sfuggì una risatina che non passò inosservata.
"Che hai da ridere?!"
"Uhm...oh nulla..un programma stupido in tv" mentì, non aveva voglia nemmeno di discutere tanto era stanca "comunque...come mai mi hai telefonato?"
"Ti ricordi il nostro accordo?"
"Sfortunatamente si"
"Bene è cambiato"
Si tirò su a sedere, la gola secca e il corpo teso. -forse ha capito....forse ora se ne starà al suo posto...-
"Devi lasciarla"
Aprì la bocca in preda allo stupore e all'orrore, non poteva parlare sul serio, le pareva più un brutto scherzo.
"S-stai...sc...scherzando...v-vero...?"
"No"
"Ma ti rendi conto di quello che stai dicendo?! Se non ti vuole ora e non ti ha voluta in passato, non ti vorrà mai!"
"Con te fuori dai piedi si"
Respirò piano cercando di calmarsi, anche se odiava ciò che stava per dire "Sono già fuori dai piedi..."
"Non abbastanza. Ora ho da fare, pensaci...sai cosa potrebbe farle quell'uomo..ciao" e riattaccò senza darle la possibilità di replicare.
Guardò lo schermo del telefono bloccarsi di nuovo con gli occhi vuoti e persi.
-no no no! Non può succedere sul serio....-
Il cuore le esplodeva nel petto. Hanno superato così tanto ostacoli che ormai non si aspettava più una prospettiva del genere. Si erano lasciate alle spalle il periodo in cui Sally ci provava con lei senza il minimo scrupolo, i baci che si sono date, le difficoltà di Jade di ammettere che era lesbica. Per non parlare poi dei loro genitori e della distanza che c'era sempre fra loro. Tutti quei momenti in cui avevano bisogno dell'altra, ma non potevano vedersi. Ma ne era valsa la pena perché alla fine il destino aveva riservato loro la possibilità di amarsi senza nascondersi e la casa che hanno sempre sognato.
Andava tutto bene fino a pochi giorni prima e ora stava per venire meno l'unica sicurezza che abbia mai avuto in tutta la sua vita: Alicia.
Delle lacrime calde le fecero pungere gli occhi, ma non voleva farle uscire. In fin dei conti non era successo ancora nulla e nulla era definitivo. Con questa piccola speranza di non perdere la donna che ama si alzò e andò in camera. Si mise il pigiama e cercò di dormire...
~Jade era al lavoro come sempre, ancora un paio d'ore e finalmente sarebbe tornata a casa. Stava finendo di compilare delle scartoffie quando il telefono del lavoro squillò.
"Pronto?"
"Salve signorina lei è Jade, la compagna di Alicia?"
"Si sono io..mi scusi, ma lei chi è?"
"Sono il medico a capo del pronto soccorso dell'Ospedale Maggiore, il dottor Verani. La volevo informare che la sua compagna è stata portata d'urgenza in ospedale a seguito di un pestaggio molto violento. È meglio che ci raggiunga..la polizia vorrebbe parlarle per capire chi è il colpevole e una persona cara accanto al paziente può sempre aiutarlo a riprendersi. La avviso..le sue condizioni sono gravi."
"Arrivo subito"
Mise giù il telefono, prese la sue cose e corse fuori. Durante il tragitto ha infranto il codice della strada più volte. Praticamente non esistevano più i semafori, gli stop, sensi unici e limiti di velocità.
Parcheggiò la macchina alla bene meglio e si fiondò nel pronto soccorso.
"Mi scusi infermiera..la mia compagna è stata portata d'urgenza qua in ospedale questa mattina..dove posso trovarla?"
"Mi dica il nome della ragazza"
"Non si preoccupi Erica ci penso io alla signorina"
"Dottor Verani..?"
"Si sono io..mi segua"
Le fece segno di seguirlo e così fece. Passarono per 3 corridoi tutti uguali. Pareti dal colore neutro, qualche quadro di artisti sconosciuti e manifesti vari riguardanti attività teatrali o cinematografiche, campagne di sensibilizzazione o relativi a informazioni di routine dell'impianto ospedaliero.
A un certo punto il medico si ferma e si volta verso di lei.
"La sua ragazza ha subito un forte trauma cranico. Ha subito alcune lesioni interne che siamo riusciti a contenere. In questo momento è sotto l'effetto dei farmaci. È stato necessario per poterla visitare e curare senza che lei sentisse dolore. L'uomo che l'ha aggredita...non si è fatto scrupoli...l'ha trattata come un uomo della sua stazza. Voglio che sia preparata al fatto che non fisicamente non è la stessa persona"
"Ma la sua salute non è in pericolo...?"
"Non posso assicurarglielo..se passa la notte sarà fuori pericolo"
"Posso vederla...?"
"Certo si accomodi"
Quando la porta sia aprì davanti ai suoi occhi si mostrò ciò che non avrebbe mai voluto vedere. Il suo corpo era adagiato su delle lenzuola bianche. Era attaccata a un numero di macchine indefinito e a cui non fece caso. Aveva gli occhi chiusi e i capelli scompigliati sporchi di sangue. Aveva il braccio destro ingessato e una fascia sulla testa probabilmente per coprire una ferita. La gambe erano scoperte, la coperta era in fondo ai piedi, ma erano ricoperte di graffi più o meno profondi, lividi scuri e giallastri o macchie di un rosso vivido. Il viso era pallido. Un labbro spaccato e gonfio. Un occhio nero e uno leggermente gonfio e rosso. "Ha qualche costola inclinata, ma nessuna si è rotta fortunatamente"
Lentamente si avvicinò al letto e prese la sua mano per baciarla. A quella vista le sue lacrime iniziarono a rigarle il volto cadendo poi sulla pelle candida di Alicia.
-è tutta colpa mia....se io....ora non sarebbe qui.....-
Dopo pochi istanti un macchinario ha cominciato a suonare. Il suo cuore era impazzito.
"Signorina si sposti"
"Amore! Sono qui...non ti lascio...."
Il medico iniziò a farle il massaggio cardiaco e in pochi istanti arrivarono delle infermiere per aiutarlo. Jade si spostò in un angolo e si fece piccola piccola. Era terrorizzata all'idea che morisse. Tremava e piangeva in preda al panico. Poi quel suono 'beeeeeee'. Alzò lo sguardo e vide il medico e le infermiere fermarsi.
"L'abbiamo persa..ora del decesso: 16:32" si voltò verso di lei, Jade se ne accorse, ma continuava a fissare quel corpo che tanto ha amato e che l'ha amata privo di vita. Quel corpo che le dava tutto il calore che nessuno le aveva mai dato. Quel corpo che l'aveva tenuta stretta nelle notti d'inverno e quando soffriva. Ora non ci sarebbe più stato...non avrebbe più sorriso...non sarebbe più stato caldo..non l'avrebbe più abbracciata ne toccata...
Corse verso il letto e iniziò a scuoterla disperata.
"Ti prego...apri gli occhi...guardami e dimmi che stai bene...ti prego" continuava a urlare e il personale medico era mortificato, non sapeva come starle vicino "non posso vivere senza di te....io...io ti amo...."
"Signorina la prego...." ma Jade non lo ascoltava e continuava a parlarle nella vana speranza che si svegliasse.
"Jade!" Urlò il medico prendendola per le spalle e scuotendola "Andrà tutto bene..."
Jade si girò un'ultima volta e le posò un bacio sulle labbra "perdonami se potrai..."
"Andiamo ora.."
"No aspettate...no no no...!!"...~
"NO!" Jade si mise a sedere sul letto. Era sudata e stava piangendo. Il viso, il collo, il pigiama e le lenzuola erano bagnate delle sue lacrime. Era sconvolta da quel sogno..troppo realistico..troppo vicino a quella situazione. Cercò di calmarsi e di riprendere un respiro normale, nonché il battito. Andò in bagno a sciaquarsi il viso e legare i capelli, aveva molto caldo, si sentiva calda. Tornò in camera e si affacciò alla finestra dopo averla aperta. Fece un bel respiro e guardò la luna.
-perdonami amore se puoi...perdonami...-

My Fable~Bisogna volerlo in due..Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora