Chapter 3: In The Middle Of Nowhere

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'Quando usciremo da questo posto?' Chiedo, alzandomi in piedi e cominciando a camminare avanti e indietro, sotto lo sguardo attento di Louis.

'Non so, quando compare una porta significa che siamo arrivati' dice, sistemandosi meglio.

Mi fermo a guardarlo: 'E quando comparirà? Sapremo dove siamo?' Chiedo, terrorizzato.

Bloccato nel nulla, con uno sconosciuto che, per quanto bellissimo, rimane uno sconosciuto, e in viaggio verso secoli passati. Stupendo.

'Calmati, Harry. Non so quando comparirà e non sapremo dove saremo finchè non varcheremo la soglia' mi risponde, ed io sospiro, risedendomi.

'Quanti anni hai?' Mi chiede, scrutandomi bene in viso.

'Venti, tu?' Rispondo, togliendomi anche il maglione e rimanendo in canottiera.

'Teoricamente domani ne dovrei compiere ventitrè' afferma, mordendosi il labbro, ed osservo il movimento dei suoi denti bianchissimi come ipnotizzato.

'Da quando tempo viaggi...nel tempo?' Chiedo, scuotendo la testa e spostando lo sguardo sulle mie scarpe sporche.

Lui fa spallucce: 'Non ricordo con esattezza, dovevo avere nove, dieci anni la prima volta che mi sono ritrovato in un portale' dice, ed io cerco di immaginarmi un bambino con gli occhioni azzurri spaventati.

Sorrido tra me e me mentre sento Louis ridere.

'Perchè ridi?' Chiedo, inclinando la testa, e lui si fa più vicino a me.

'Perchè ricordo la prima volta che mi sono ritrovato in un'altra epoca. Era il 1800 e mi trovavo a Milano, e ho conosciuto un tizio strano, Alessandro Manzoni. Era davvero, davvero strano: stava scrivendo un romanzo su un ragazzo e una ragazza che non riuscivano a sposarsi e quando mi ha incontrato, una sera, in una piazza dove mi aggiravo, si è messo ad urlare pensando di essere diventato pazzo, perchè vedeva un bambino con abiti del futuro, e gridava che ero Gesù Cristo. Poi è svenuto, e non l'ho mai più rincontrato. Una volta, nel 1950, ho trovato in una biblioteca il suo libro, e sono rimasto affascinato dal suo modo di scrivere, e quando mi sono ricordato dell'episodio della piazza...sono scoppiato a ridere' racconta, con voce lenta e melodiosa, proprio come quella di un angelo, e scoppiamo entrambi a ridere alla fine.

'Ma...se lui era italiano, e tu parli inglese, come hai fatto a capire cosa urlava?' Domando, incuriosita.

>'Beh, è una cosa un pò strana, ma quando arrivi in un posto cominci a parlare la lingua di quel paese ed anche a capirla' risponde, prendendomi una mano tra le sue pallide e cominciando ad accarezzarla. Brividi mi attraversano la schiena ma la stanchezza ha la meglio.

Appoggio la testa sulla sua spalla e sento gli occhi chiudersi, quando Louis grida: 'Un portale!'

Apro gli occhi di scatto e mi alzo in piedi, e dopo aver preso lo zaino e infilato il maglione, seguo il castano sulla soglia.

'Sei pronto?' Mi chiede, prendendomi per mano, ed a un mio cenno, apre la porta e, ancora legati dalle nostre mani, entriamo.


in time || larry stylinson (remake)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora