in time || larry stylinson (remake)

Chapter 26: Athens, 432 A.C.

La prima cosa che sento è un dolce profumo di miele, e dopo della terra sotto le suole delle mie scarpe.

'Qui abbiamo decisamente bisogno di abiti' dice Louis, accanto a me, e lentamente apro gli occhi, trovandomi in un piccolo vicolo tra due case di mattoni.

'Ma dove...?' Chiedo, guardandomi intorno perplessa.

Il castano si gira verso di me: 'Ti ricordi quando mi hai detto che avresti voluto visitare l'antica Roma?' Chiede, ed io annuisco.

Sorride prima di dire: 'Beh, spero ti piaccia anche la Grecia antica, specialmente Atene'.

Spalanco la bocca, stupito, e lui ridacchia, prima di avvicinarsi alla finestra aperta di una delle case e prendere dei panni bianchi e alcune cose di quello che sembra essere oro.

'Lou, ma questo è rubare!' Affermo, trattenendo a stento una risata.

Lui si gira verso di me con un sorrisino beffardo: 'Per caso nella borsa hai delle dracme d'oro?'.

Mi arrendo e sospiro scuotendo la testa, e lui mi passa alcune vesti.

Velocemente tolgo i vestiti che sto indossando, e infilo il vestito pantalone e la mantellina, per poi bloccarla in vita con una cintura di cuoio intrecciato marrone con piccole decorazioni dorate. Ricordando le foto che ho visto nei libri di storia, raccolgo i capelli in uno chignon che poi arrotolo e fermo con una molletta.

'Abbiamo un problema' dico, e quando Louis si gira, mi guarda con un sorriso magnifico.

'Sei bellissimo' dice, ed io arrossisco, non abituata ai suoi complimenti.

Balbetto un grazie per poi chiedere: 'Per le scarpe, come facciamo?'.

Louis mi fa segno di aspettare ed io, lasciando che si cambi, non posso fare a meno di sorridere al modo in cui il bianco lo faccia sembrare ancora più piccolo dato che risalta i suoi occhioni blu.

Con nonchalance si avvicina di nuovo alla finestra e, sporgendosi di più, prende due paia di sandali, entrambi di cuoio.

'Spero ti vada bene' dice, porgendomi il paio con i dettagli, e sorrido infilandoli.

'Che strane dita dei piedi che hai' afferma il castano, ridacchiando, e io lo guardo, fintamente offeso.

'Sono carine e cicciottose, non infierire' dico, e dopo aver messo tutto nel mio zainetto, che metto in spalla, le nostre mani si intrecciano nuovamente e ci perdiamo tra le strade ateniesi.