in time || larry stylinson (remake)

Chapter 4: Italy, 1400

Varchiamo la soglia della porta, e ci ritroviamo in una strada disabitata.

È...strana. Invece dell'asfalto a cui sono abituato, c'è della terra bagnata, e la luce solare si riflette sui vetri sporchi.

'Ma dove siamo?' Chiedo, socchiudendo gli occhi.

'Benvenuto nell'Italia del rinascimento' dice Louis, prendendomi la mano e guidandomi in una strada decisamente più movimentata.

Rimango basito dal vedere donne con abiti lunghi e pesanti, carrozze e uomini con strani cappelli.

'Ma...ma come...' farfuglio, quando Louis si gira verso di me con un sorriso.

'Sono già stato qui, ora è meglio trovare altri abiti' dice, e mi trascina verso quella che sembra una sartoria.

Mi sento come un bambino nel paese delle meraviglie, perchè tutto questo sembra così irreale, eppure sento i rumori delle persone che parlano e dei cavalli che mi passano accanto.

Entriamo in questo "negozio" e subito una donna paffuta dallo sguardo dolce ci accoglie.

'Qual buon vento vi porta qui, stranieri? E che strane vesti calzate!' Dice, guardandoci con un cipiglio in volto.

Apro la bocca per parlare ma Louis mi stringe di più la mano e risponde: 'Veniamo ora dalla corte di Francia, e queste sono le ultime mode, ma vorremmo tornare nei ranghi. Potrebbe fornirci degli indumenti?' Chiede, con gentilezza, e la donna sorride prima di annuire.

'Sapete, stranieri, lavora per me un nuovo sarto, Guglielmo, è così bravo che tutti in Firenze richiedono le nostre vesti' confida, prendendo dei panni piegati da uno scaffale.

Io e Louis annuiamo prima che la signora ci mostri due stanzini dove cambiarci, e, per la prima volta da quelli che paiono (e sono) secoli, rimango solo.

Appena la porta si chiude dietro di me tiro un sospiro di sollievo.

Ricapitolando: sono in Italia, nel 1400, all'epoca del rinascimento, con un ragazzo che ho appena conosciuto, e non si sa se e quando tornerò nella New York del 2014. Fantastico.

Decido di non perdere altro tempo a rimuginare sempre sulle stesse cose e mi svesto, rimanendo solo in boxer. Mi giro verso lo specchio ma chiudo gli occhi, per evitare di guardare il mio riflesso, e afferro i vestiti, ovvero una specie di calzamaglia color bordò.

Mi ricorda un vestito blu che usavo per carnevale da bambino, quando fingevo di essere un principe di quei tempi, e sorrido per il dolce ricordo.

Finalmente apro gli occhi davanti allo specchio e mi osservo. Il vestito è perfetto, forse anche leggermente largo, ma il vero disastro sono i miei ricci capelli tutti scompigliati.

Dopo aver trovato uno specchio cerco goffamente di metterli nel miglior modo possibile.

Fuori, trovo Louis già pronto ad aspettarmi, e apre leggermente la bocca quando mi vede.

'So che sono orribile, non me lo ricordare' dico, ma lui scuote la testa e sorride.

'Sei bello' afferma, ed io mi ritrovo ad arrossire come una ragazzina.

'Allora, vuoi conoscere Guglielmo?' Mi chiede, ed io lo guardo confuso.

'Sì, lo conosco, l'ho conosciuto l'ultima volta che sono capitato qui' dice, rispondendo alla mia tacita domanda.

Annuisco e lui mi riprende la mano, guidandomi verso il retro bottega, dove vedo un ragazzo dai capelli castani.

'Louis!' Esclama il ragazzo, abbracciandolo.

'Lee!' Ride Louis, stringendo l'altro.

'E questo è...' chiede lo sconosciuto, guardandomi curioso.

'Harry' rispondo, per poi girarmi verso di Louis: 'Mi spieghi cosa sta succedendo?'.

'Liam, o Guglielmo, è come me...noi. Viaggia nel tempo e ci siamo conosciuti proprio così' dice, ed io annuisco.

'Quanti anni hai?' Gli chiedo, inclinando la testa.

'Venti' mi risponde lui, probabilmente stupito dalla domanda.

Annuisco con la testa e mi rigiro verso Louis: 'Ed ora cosa facciamo?'

Lui mi sorride, malizioso: 'Sei mai stato in una corte?'.

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P.S. Su alcuni siti diceva che la traduzione di Liam era Lucio, ma su Wikipedia dice Guglielmo.