CAPITOLO 5: RIFLESSIONI

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Luca

Durante la notte, incapace di dormire a causa dei troppi pensieri che mi affollavano la mente, decisi di uscire un pò nel giardino sul retro.

Valentina

Quella notte non riuscivo a prendere sonno, senza nemmeno sapere il perché. Decisi allora di uscire a prendere una boccata d'aria nel giardino sul retro. Appena misi piede fuori, con sorpresa, mi trovai davanti Luca.

"Che ci fai qui?" gli chiesi, stupita.

"Non riesco a dormire, e tu?" rispose, mentre mi sedevo accanto a lui sul divanetto. Presi la coperta che avevo portato con me e la stesi sulle nostre gambe.

"Nemmeno io", ammisi, appoggiandomi alla sua spalla. Lui, a sua volta, poggiò la testa sulla mia.

E così, senza nemmeno rendercene conto, ci addormentiamo abbracciati.

La mattina seguente...

"Ma che carini!" sento dire da una voce che mi sembra quella di Alessia, mentre tengo ancora gli occhi chiusi.

"Forza piccioncini, sveglia! È mattina!" esclama Nicolò, seguito dal caos di Alessio e Alessia che ridacchiano.

Il rumore mi costringe a svegliarmi e, aprendo lentamente gli occhi, mi ritrovo Luca abbracciato a me, ancora immerso nel sonno. Per un attimo sono confusa, poi ricordo che la sera prima ci eravamo addormentati lì, nel divanetto in giardino.

Sento un'ondata di felicità attraversarmi: sono la ragazza più fortunata del mondo. Abbiamo passato la notte insieme, letteralmente abbracciati. Le mie mani sono sul suo petto, mentre le sue sono poggiate sui miei fianchi. È il risveglio più dolce che avrei mai potuto immaginare.

Mi muovo lentamente per non svegliarlo, ma imbarazzata dai commenti dei miei compagni, mi alzo di scatto e corro verso la mia stanza per prepararmi per la lezione, senza dire una parola.

Nel pomeriggio...

Quando qualcuno urla "Ragazzi, è arrivata una busta blu", non riesco a capire chi sia, ma immediatamente l'attenzione di tutti si sposta. Ci sediamo tutti sulle gradinate mentre Daniele apre la busta e legge ad alta voce il contenuto.

La produzione ci ha consegnato a ciascuno un quaderno personale, in cui dovremo annotare i nostri pensieri e le nostre emozioni sul seguente tema: "Cosa significa per me aver conquistato il banco di Amici e cosa mi aspetto da questa esperienza."

Ognuno di noi prende il proprio quaderno e ci sparpagliamo per la casetta, cercando uno spazio tranquillo per riflettere e scrivere. Io decido di andare a prendere la mia felpa per sedermi in giardino, il luogo dove mi sento più ispirata. Sfortunatamente, quando arrivo lì, trovo Luca che ha già occupato lo spazio. Avrei voluto stare da sola, così torno dentro, mi siedo sul mio letto e provo a mettere giù qualche pensiero.

"Aver ottenuto il banco di "Amici" per me significa realizzare un sogno che ho coltivato da sempre. È come avere finalmente la possibilità di esprimermi attraverso ciò che amo di più: la musica. Ora ho la consapevolezza che ogni nota, ogni scelta che farò, avrà un impatto diretto sul mio percorso, e che tutto dipenderà dal mio impegno e dalla mia capacità di migliorarmi. Questo mi dà una grande forza, ma anche una certa ansia, perché so che basterebbe un piccolo errore per rischiare di compromettere tutto ciò che sto costruendo mattoncino dopo mattoncino.
Da questa esperienza mi aspetto di crescere profondamente, sia artisticamente che a livello personale. Voglio che la musica occupi finalmente il posto centrale nella mia vita, quello che non sono mai riuscita a darle al di fuori di qui. Spero di sviluppare nuove capacità, di affinare la mia sensibilità musicale e di riuscire a raggiungere quei traguardi che ho sempre tenuto dentro di me, ma che finora non avevo mai avuto il coraggio di perseguire davvero.
Questa maglia per me è tutto, tutto quello di cui avevo bisogno"

Luca

"Eccoti finalmente," dissi, trovando finalmente Valentina dopo averla cercata per tutta la casetta.

Alzò lo sguardo verso di me e mi regalò un sorriso forzato.

"Che c'è?" chiese, con un tono che tradiva un leggero fastidio per la mia presenza.

"Sbaglio o è da stamattina che mi stai ignorando?" domandai, cercando di capire il suo atteggiamento.

Fece una smorfia confusa, come se non comprendesse cosa intendessi, poi rispose: "Perché avrei dovuto ignorarti, scusa?"

"Non lo so, per questo te lo sto chiedendo," ribattei, un po' infastidito.

"Non ti sto ignorando. Volevo solo stare un po' da sola, tutto qui," disse, posando il quadernetto che aveva tenuto in mano fino a quel momento.

"Qualcosa non va?" chiesi, visibilmente preoccupato.

"No, va tutto bene, tranquillo," rispose lei, in tono freddo.

"Ci conosciamo da anni, so quando qualcosa non va. Sai che puoi fidarti di me e sfogarti, se ne hai bisogno," le dissi, accarezzandole delicatamente la guancia mentre mi avvicinavo per abbracciarla. Ma proprio quando stavo per stringerla, lei si ritrasse.

"Devo andare da Alessia, scusa. Le avevo promesso che avrei passato un po' di tempo con lei," disse velocemente, lasciandomi solo, seduto sul letto della sua stanza.

NON ABBIAMO L'ETÀ🤍 (Luk3)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora